Luigi Billi e Andrea Ruggeri. Side By Side - 2015
Questa di Luigi Billi e Andrea Ruggeri è la prima della seconda serie di mostre per il 2015
..”si conoscono, si scelgono […] fra loro, per imbastire dialoghi in linguaggi e sonorità diverse per forme differenti: linguaggi imparentati.” Scrivevo, questo quando ho coordinato la serie di mostre, già nel 2014.
Anche in questo caso, le scelte, tendono a riconoscere identità lontane o prossime, tenendo conto, soprattutto di un concetto di contiguità nel presente. In questa serie 2015, gli artisti si spingeranno ulteriormente sul confine, e il limite…e non ci sarà, necessariamente un reciproco “riconoscimento”.
La suggestione sarà l’elemento primario offerto al visitatore, in una visione, forse meno compiaciuta nel rapporto fra i due artisti. Serafino Amato
Luigi Billi mostrerà nuove opere in tecnica mista su fotografia dalla serie “Cara mamma stiamo tutti bene, caro babbo siamo tutti morti”, un lavoro in continua progressione. Andrea Ruggeri esporrà alcune nuove immagini di grande formato dalla serie “Abbecedario possibile”.
Nelle immagini di Luigi Billi il recupero di memorie pubbliche, prese da un passato storicamente lontano, quale la guerra americana in Corea, rivelano una vitalità iconografica: una inattesa attualità nella memoria collettiva. I suoi militari forzano la persona che osserva a riformulare modelli culturali e antropologici del contemporaneo. Seppur traslati in senso diacronico, corpi ed eventi che sembrano ispirati a un’idea di classicismo, pregni di densità psichica e affettiva, restituiscono ingenuità, delicatezza e fragilità in forma maschile. Obbligano noi, spettatori del contemporaneo, a riformulare codici di comportamento per un presente che riscopre nuova brutalità verso la persona, a cui si è antropologicamente inadeguati.
Andrea Ruggeri, che attraversa il mondo in lungo in largo con la sua macchina fotografica, che documenta l’esotico intercontinentale per lavoro – l’hic et nunc – per i nuovi media – propone immagini di grandi dimensioni, dittici bizzarri, accostamenti di temi e luoghi non tipici, come libere associazioni mentali. Soggetti sincronici, ma non funzionali al tempo contemporaneo. Immagini evocative, un corto circuito che produce senso, se ci si abbandona alla complessità e alla contiguità di forme apparentemente incompatibili. Dicotomie, quelle di Ruggeri, realizzate in differenti contesti e latitudini, come se la forma del percepire questo nostro presente - ipertrofico visuale - trovasse finalmente forma quasi algebrica. Alfabetico - abbecedario possibile.
..”si conoscono, si scelgono […] fra loro, per imbastire dialoghi in linguaggi e sonorità diverse per forme differenti: linguaggi imparentati.” Scrivevo, questo quando ho coordinato la serie di mostre, già nel 2014.
Anche in questo caso, le scelte, tendono a riconoscere identità lontane o prossime, tenendo conto, soprattutto di un concetto di contiguità nel presente. In questa serie 2015, gli artisti si spingeranno ulteriormente sul confine, e il limite…e non ci sarà, necessariamente un reciproco “riconoscimento”.
La suggestione sarà l’elemento primario offerto al visitatore, in una visione, forse meno compiaciuta nel rapporto fra i due artisti. Serafino Amato
Luigi Billi mostrerà nuove opere in tecnica mista su fotografia dalla serie “Cara mamma stiamo tutti bene, caro babbo siamo tutti morti”, un lavoro in continua progressione. Andrea Ruggeri esporrà alcune nuove immagini di grande formato dalla serie “Abbecedario possibile”.
Nelle immagini di Luigi Billi il recupero di memorie pubbliche, prese da un passato storicamente lontano, quale la guerra americana in Corea, rivelano una vitalità iconografica: una inattesa attualità nella memoria collettiva. I suoi militari forzano la persona che osserva a riformulare modelli culturali e antropologici del contemporaneo. Seppur traslati in senso diacronico, corpi ed eventi che sembrano ispirati a un’idea di classicismo, pregni di densità psichica e affettiva, restituiscono ingenuità, delicatezza e fragilità in forma maschile. Obbligano noi, spettatori del contemporaneo, a riformulare codici di comportamento per un presente che riscopre nuova brutalità verso la persona, a cui si è antropologicamente inadeguati.
Andrea Ruggeri, che attraversa il mondo in lungo in largo con la sua macchina fotografica, che documenta l’esotico intercontinentale per lavoro – l’hic et nunc – per i nuovi media – propone immagini di grandi dimensioni, dittici bizzarri, accostamenti di temi e luoghi non tipici, come libere associazioni mentali. Soggetti sincronici, ma non funzionali al tempo contemporaneo. Immagini evocative, un corto circuito che produce senso, se ci si abbandona alla complessità e alla contiguità di forme apparentemente incompatibili. Dicotomie, quelle di Ruggeri, realizzate in differenti contesti e latitudini, come se la forma del percepire questo nostro presente - ipertrofico visuale - trovasse finalmente forma quasi algebrica. Alfabetico - abbecedario possibile.
Luoghi
http://www.montyecompany.com 328 7623389
Orario: da lunedì a sabato - ore 16.00 / 20.00