Luciano Puzzo. Afonia e segni
A cura di: Monica Ferrarini
Da sempre l’arte è figlia del suo tempo e per secoli è stata investita di un carattere “edonistico”, il cui compito era quello di fornire una comunicazione diversiva rispetto alle grandi problematiche sociali, offrendo al fruitore una visione “altra”, diversa, utopica.
Il pensiero attuale tende invece ad investire l’arte di una funzione critica e analitica della realtà contemporanea, ad affidarle il compito impegnativo e la responsabilità di offrire a chi la osserva una chiave di lettura capace di indicare e svelare i principi della realtà.
Ed è questo quello che racchiude la mostra Afonia e Segni, una raccolta intensa delle ultime opere di Luciano Puzzo, il quale negli ultimi anni ha concentrato la sua ricerca e il suo studio su alcuni degli eventi più inquietanti dell’attualità per poi allargare la visione ad una dimensione collettiva.
“Afonia” diventa metafora, indicatore simbolico dell’indifferenza di una società ormai sorda e cieca, aggrovigliata attorno ad un mero individualismo, dove non c’è più possibilità di chiarezza, di informazione pulita, di verità.
La mostra racchiude la produzione degli ultimi due anni dell’artista (2014/2015), una produzione intensa dove parola e immagine si fondono e il segno diventa espressione di sintesi di un messaggio profondo e inquietante.
Le opere si fanno parola visiva e la scrittura elemento fondante della produzione creativa, una traccia su cui sviluppare l’immagine: non a caso molte delle opere di Puzzo sono accompagnate da pensieri scritti e/o brevi e intense poesie dell’autore che fortificano e rendono ancora più incisivo il messaggio.
Il primo gruppo di opere vede, tra le altre, sei lavori affiancati a una serie di quattro più piccoli il cui contenuto va a sviluppare e intensificare il messaggio precedente.
Libertà, Vita, Viaggio, Solidarietà, Speranza e Futuro si incentrano sul tema dei migranti e nascono a seguito della prima grande strage del 3 ottobre 2013 dove morirono 366 persone annegate in quel mare che doveva dar loro speranza e condurli al sogno della costruzione di una vita più dignitosa e migliore.
Le parole scelte da Luciano Puzzo, protagoniste assolute del gruppo di opere, sono parole colme di positività, rappresentate secondo le sei lingue parlate nei paesi da cui provengono un gran numero di migranti del Mediterraneo. Sono parole che sembrano sciogliersi nel colore, squagliarsi per poi scomparire come è scomparsa la voglia di riscatto delle persone sparite tra le onde.
A queste sono allacciati quattro lavori di piccolo formato datati 2015 che entrano in legame simbiotico con i precedenti del 2014 e dimostrano come la ricerca dell’artista si sia allargata per diventare universale. Il discorso adesso non è più legato ad un evento specifico, singolo, preciso, ma diventa metafora collettiva dove il comune denominatore è l’universalità.
La parola diventa breve ed essenziale ed esplode nella sua immediatezza comunicativa: No, On, Now… Luciano Puzzo gioca con i vocaboli e la scomposizione e ricomposizione delle due lettere fondanti, la N e la O che sono altresì le lettere della negazione e del dissenso le quali, a seconda della loro posizione, assumono un ruolo di positività o negatività, ma che arrivano alla fine a dare un senso di urgenza e immediatezza: Now!
È questo ciò che l’artista ha assoluta necessità di comunicare: non c’è più tempo per troppe parole, c’è urgenza di azione e reazione.
Le parole diventano a mano a mano forma estetica e si caricano di contenuto, protagoniste assolute si sciolgono nel colore e scompaiono in esso.
Si apre così un ciclo di più ampia veduta che si esplica nel pathos di New Crucifixion.
Sulla grande croce, simbolo della redenzione e del sacrificio di un Uomo per la salvezza e la verità, si staglia un enorme NO rosso, colore del sangue, della passione ma anche del fuoco e dell’energia vitale indispensabile per non dimenticare le tante, troppe, crocifissioni contemporanee. È un NO di protesta, è il dissenso dell’artista verso una società indifferente e verso ciò che questa propone e/o impone. Le opere scelte a contornare la grande croce giocano ancora una volta con contenuti e significati altamente simbolici. Non c’è più tempo da perdere, c’è urgenza di comunicare, di svelare, e bisogna farlo in modo incisivo, urlando il proprio dissenso in modo tale che arrivi direttamente allo stomaco del fruitore, senza tanti giri di parole, senza immagini edificanti, senza cromie allettanti bensì con pochi segni, con poche parole, con pochi colori: forti, chiari, decisi.
Monica Ferrarini
Il pensiero attuale tende invece ad investire l’arte di una funzione critica e analitica della realtà contemporanea, ad affidarle il compito impegnativo e la responsabilità di offrire a chi la osserva una chiave di lettura capace di indicare e svelare i principi della realtà.
Ed è questo quello che racchiude la mostra Afonia e Segni, una raccolta intensa delle ultime opere di Luciano Puzzo, il quale negli ultimi anni ha concentrato la sua ricerca e il suo studio su alcuni degli eventi più inquietanti dell’attualità per poi allargare la visione ad una dimensione collettiva.
“Afonia” diventa metafora, indicatore simbolico dell’indifferenza di una società ormai sorda e cieca, aggrovigliata attorno ad un mero individualismo, dove non c’è più possibilità di chiarezza, di informazione pulita, di verità.
La mostra racchiude la produzione degli ultimi due anni dell’artista (2014/2015), una produzione intensa dove parola e immagine si fondono e il segno diventa espressione di sintesi di un messaggio profondo e inquietante.
Le opere si fanno parola visiva e la scrittura elemento fondante della produzione creativa, una traccia su cui sviluppare l’immagine: non a caso molte delle opere di Puzzo sono accompagnate da pensieri scritti e/o brevi e intense poesie dell’autore che fortificano e rendono ancora più incisivo il messaggio.
Il primo gruppo di opere vede, tra le altre, sei lavori affiancati a una serie di quattro più piccoli il cui contenuto va a sviluppare e intensificare il messaggio precedente.
Libertà, Vita, Viaggio, Solidarietà, Speranza e Futuro si incentrano sul tema dei migranti e nascono a seguito della prima grande strage del 3 ottobre 2013 dove morirono 366 persone annegate in quel mare che doveva dar loro speranza e condurli al sogno della costruzione di una vita più dignitosa e migliore.
Le parole scelte da Luciano Puzzo, protagoniste assolute del gruppo di opere, sono parole colme di positività, rappresentate secondo le sei lingue parlate nei paesi da cui provengono un gran numero di migranti del Mediterraneo. Sono parole che sembrano sciogliersi nel colore, squagliarsi per poi scomparire come è scomparsa la voglia di riscatto delle persone sparite tra le onde.
A queste sono allacciati quattro lavori di piccolo formato datati 2015 che entrano in legame simbiotico con i precedenti del 2014 e dimostrano come la ricerca dell’artista si sia allargata per diventare universale. Il discorso adesso non è più legato ad un evento specifico, singolo, preciso, ma diventa metafora collettiva dove il comune denominatore è l’universalità.
La parola diventa breve ed essenziale ed esplode nella sua immediatezza comunicativa: No, On, Now… Luciano Puzzo gioca con i vocaboli e la scomposizione e ricomposizione delle due lettere fondanti, la N e la O che sono altresì le lettere della negazione e del dissenso le quali, a seconda della loro posizione, assumono un ruolo di positività o negatività, ma che arrivano alla fine a dare un senso di urgenza e immediatezza: Now!
È questo ciò che l’artista ha assoluta necessità di comunicare: non c’è più tempo per troppe parole, c’è urgenza di azione e reazione.
Le parole diventano a mano a mano forma estetica e si caricano di contenuto, protagoniste assolute si sciolgono nel colore e scompaiono in esso.
Si apre così un ciclo di più ampia veduta che si esplica nel pathos di New Crucifixion.
Sulla grande croce, simbolo della redenzione e del sacrificio di un Uomo per la salvezza e la verità, si staglia un enorme NO rosso, colore del sangue, della passione ma anche del fuoco e dell’energia vitale indispensabile per non dimenticare le tante, troppe, crocifissioni contemporanee. È un NO di protesta, è il dissenso dell’artista verso una società indifferente e verso ciò che questa propone e/o impone. Le opere scelte a contornare la grande croce giocano ancora una volta con contenuti e significati altamente simbolici. Non c’è più tempo da perdere, c’è urgenza di comunicare, di svelare, e bisogna farlo in modo incisivo, urlando il proprio dissenso in modo tale che arrivi direttamente allo stomaco del fruitore, senza tanti giri di parole, senza immagini edificanti, senza cromie allettanti bensì con pochi segni, con poche parole, con pochi colori: forti, chiari, decisi.
Monica Ferrarini
Luoghi
www.segnimutanti.it 0664780359
Orario visita: dal martedì al sabato 11.00 – 18.00