Luca Macauda. Alla testa dell'acqua
A cura di: Gabriele Tosi
Sulle superfici di Macauda la pittura galleggia. Come accettati dall’onda, i suoi segni affondano e riemergono, vibrano energici pensando la materia terrosa con la fluidità propria dell’acqua. La sicurezza mentale del tratto si scioglie in un fare libero, lontano da ogni bellicoso estremismo perché fautore di quella naturalezza capace di sciogliere le gabbie dell’artificio. Così ho inteso l’uso di questi pastelli morbidi, che naturali e privi di solventi spingono l’artista a lavorare sulle aderenze, a sentire l’immagine invece di proiettarla dagli occhi. La fragilità della materia - un incauto passaggio di mano farebbe pastrocchi - si sposa col rifiutare al visivo ogni forma fossile, la sua duratura brillantezza delega alla luce, cioè al vivo, ogni compito distintivo e formale. (Gabriele Tosi)
Luoghi
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