Loretta Cappanera. Biblioteca, memoria dei segni
A cura di: Testo di Francesca Agostinelli
L’azione culturale della Biblioteca Civica di Pordenone si sviluppa attraverso diversi percorsi.
Uno di questi, riguarda la realizzazione di mostre nelle quali vengono messe in evidenza contaminazioni o libere correlazioni fra arti visive e scrittura. Ciò rappresenta una costante delle esposizioni artistiche proposte in questi anni. Le opere di Loretta Cappanera, sono la testimonianza dello spirito con il quale la Civica intende promuovere l’arte contemporanea.
Scrive Francesca Agostinelli: Loretta Cappanera è “artista di libro”, figura cioè che vive la propria dimensione artistica nel rapporto vissuto con la parola, la scrittura ma anche con il libro quale oggetto, che re-interpreta e crea, progetta, costruisce. Va da sé che un ciclo di opere dedicate alla biblioteca assuma all’interno della sua ricerca connotazione di particolare valore e significato. Cappanera in questo recente insieme ha operato una riflessione sul luogo del libro per eccellenza, la biblioteca, quale strumento di conservazione della memoria e veicolo di trasmissione e attualizzazione delle permanenze. Per questo la sua l’attenzione è andata oltre la dimensione fisicamente riferibile al libro, per concentrarsi sulle persistenze cha stanno più largamente a fondamento della nostra civiltà. L’artista riferisce questo suo lavoro a un’origine individuabile nell’antica Grecia, coniugando la dimensione intellettuale dell’approccio all’incontro diretto con il mondo greco e al carico emotivo che l’esperienza della scoperta comporta.
Rammemorazioni nelle trame del tempo, è il testo di Eleonora Fiorani per il catalogo della mostra nel quale scrive: Segni di esistenza così Loretta Cappanera intitola un ciclo di opere in cui “dipinge” con la ruggine imprimendo impronte lasciate dalla ruggine del ferro, prodotta artigianalmente, su tessuti di lino, canapa, cotone, a cui si aggiungono nelle Anfore, nelle Korai, nelle Mappe garza e seta. Le sue tele sono infatti i tessuti, il suo pennello è il colore che si sprigiona dal ferro a contatto con l’acqua e con il sale. Lasciare tracce, che il corpo e la mente compiono con punti e linee o asticciole che si susseguono ordinate e sparse segmentando la superficie del tessuto in orizzontale e verticale, non riguarda solo noi ma le cose e gli altri esseri, il che rende le cose e i luoghi viventi e parlanti. Quando, infatti, un elemento viene ripetuto le linee e le strutture, che ne sorgono, creano un ritmo interno alla composizione che le anima.
(…)I tessuti stessi non sono corpi inerti della contemplazione disinteressata o dell’uso ma corpi viventi, in grado di sprigionare al tatto e alla vista un’energia che ci attrae, ci incanta o ci turba. E ugualmente ciò avviene con il gioco di tonalità dei loro colori. A loro volta anche le forme sono portatrici di linee di tensione. (…)
Così l’azzurro, che appare nelle Anfore e nelle Mappe, intenso e accecante, luminoso come il colore dei mari mediterranei, diventa trama connettiva degli bruni rossicci, sensuosi e carnali delle terre e delle impronte impresse dalla ruggine, entrambi colori-significato che evocano il primo stupore di fronte alla terra e quello di fronte agli oggetti umili perché è in essi che si ordinano tutti i pensieri più segreti e solitari e perché è in essi che la vita ritrova il suo canto e la sue radici.
Uno di questi, riguarda la realizzazione di mostre nelle quali vengono messe in evidenza contaminazioni o libere correlazioni fra arti visive e scrittura. Ciò rappresenta una costante delle esposizioni artistiche proposte in questi anni. Le opere di Loretta Cappanera, sono la testimonianza dello spirito con il quale la Civica intende promuovere l’arte contemporanea.
Scrive Francesca Agostinelli: Loretta Cappanera è “artista di libro”, figura cioè che vive la propria dimensione artistica nel rapporto vissuto con la parola, la scrittura ma anche con il libro quale oggetto, che re-interpreta e crea, progetta, costruisce. Va da sé che un ciclo di opere dedicate alla biblioteca assuma all’interno della sua ricerca connotazione di particolare valore e significato. Cappanera in questo recente insieme ha operato una riflessione sul luogo del libro per eccellenza, la biblioteca, quale strumento di conservazione della memoria e veicolo di trasmissione e attualizzazione delle permanenze. Per questo la sua l’attenzione è andata oltre la dimensione fisicamente riferibile al libro, per concentrarsi sulle persistenze cha stanno più largamente a fondamento della nostra civiltà. L’artista riferisce questo suo lavoro a un’origine individuabile nell’antica Grecia, coniugando la dimensione intellettuale dell’approccio all’incontro diretto con il mondo greco e al carico emotivo che l’esperienza della scoperta comporta.
Rammemorazioni nelle trame del tempo, è il testo di Eleonora Fiorani per il catalogo della mostra nel quale scrive: Segni di esistenza così Loretta Cappanera intitola un ciclo di opere in cui “dipinge” con la ruggine imprimendo impronte lasciate dalla ruggine del ferro, prodotta artigianalmente, su tessuti di lino, canapa, cotone, a cui si aggiungono nelle Anfore, nelle Korai, nelle Mappe garza e seta. Le sue tele sono infatti i tessuti, il suo pennello è il colore che si sprigiona dal ferro a contatto con l’acqua e con il sale. Lasciare tracce, che il corpo e la mente compiono con punti e linee o asticciole che si susseguono ordinate e sparse segmentando la superficie del tessuto in orizzontale e verticale, non riguarda solo noi ma le cose e gli altri esseri, il che rende le cose e i luoghi viventi e parlanti. Quando, infatti, un elemento viene ripetuto le linee e le strutture, che ne sorgono, creano un ritmo interno alla composizione che le anima.
(…)I tessuti stessi non sono corpi inerti della contemplazione disinteressata o dell’uso ma corpi viventi, in grado di sprigionare al tatto e alla vista un’energia che ci attrae, ci incanta o ci turba. E ugualmente ciò avviene con il gioco di tonalità dei loro colori. A loro volta anche le forme sono portatrici di linee di tensione. (…)
Così l’azzurro, che appare nelle Anfore e nelle Mappe, intenso e accecante, luminoso come il colore dei mari mediterranei, diventa trama connettiva degli bruni rossicci, sensuosi e carnali delle terre e delle impronte impresse dalla ruggine, entrambi colori-significato che evocano il primo stupore di fronte alla terra e quello di fronte agli oggetti umili perché è in essi che si ordinano tutti i pensieri più segreti e solitari e perché è in essi che la vita ritrova il suo canto e la sue radici.
Luoghi
www.comune.pordenone.it/biblioteca 0434 392980
Sala Esposizioni - Orari di apertura: Lunedì 14.00 – 19.00 - Da Martedì a Sabato 9.00 – 19.00