LookingOut Looking In
Giulia Caira, Lydia Dambassina, Georgie Friedman, Kristina Kvalvik-Simon Möller, Margarida Paiva, Helena Wittmann
La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con una mostra collettiva, Looking Out Looking In, che vede la partecipazione di Giulia Caira, Lydia Dambassina, Georgie Friedman, Kristina Kvalvik-Simon Möller, Margarida Paiva, Helena Wittmann.
La finestra è l’anima di un edificio, un elemento architettonico che affascina per la sua ambiguità, ciò che permette lo sguardo dall’interno verso l’esterno, così come dall’esterno verso l’interno: separa e unisce, permette di vedere e di essere visti oppure di celare e di celarsi, di apparire o di nascondersi.
Possiamo senz’altro dire che nel nostro immaginario comune le finestre come le porte si trovano su una linea di confine, che separa un “dentro”, l’ambito del privato, del familiare, del conosciuto ,da un “fuori”, l’ambito del pubblico, dell’ignoto.
In questa mostra sono proposte alcune opere in cui le finestre costituiscono elementi rappresentativi o simbolici di rilievo.
Giulia Caira è nata a Cosenza ma si è formata a Torino, dove si è trasferita nel ‘78. Il suo esordio nel ’94 è caratterizzato da una ricerca fotografica sul corpo, relativa a un contesto domestico immaginario, claustrofobico e ostile, in contrasto con i modelli imposti dai mass-media. L’artista si racconta in serie fotografiche con un linguaggio che si avvale di codici ora ironici, ora sarcastici, dove s’intuiscono distorsioni e tic derivanti dall’esperienza quotidiana. Dal 2004 abbandona la casa come luogo privilegiato per allargare il suo sguardo a temi connessi alla condizione psicologica nella relazione con se stessi e con gli altri.
Ne Le parole nascoste (2009), lavoro con il quale l’artista ha vinto il premio della tedesca Foundation Vaf nel 2012, ha affrontato la dicotomia tra l’essere e l’apparire messa in discussione a partire dal classico tavolo di lavoro di forma ovale, topos della mistificazione per eccellenza. L’artista ha lavorato su una dettagliata sceneggiatura ideata da lei stessa, nonché sull’accurata analisi, sul piano concettuale, di tipologie mentali e modelli comportamentali, frutto di un’acutissima capacità di osservare la realtà sociale e individuale.
L’identità è dunque al centro della sua ricerca, la sua complessità e fragilità alla prova dell’io soggettivo e di quello collettivo.
Terapia familiare fa parte di una serie fotografica costituita da sette dittici realizzati all’interno di una stanza sistemico relazionale collocata in uno studio di psicoterapia; in essa la famiglia viene osservata in una realtà domestica simulata, attraverso uno specchio /finestra.
Lydia Dambassina lavora dal 1976 con diversi mezzi come pittura, fotografia, installazioni e proiezioni video. In uno dei suoi ultimi lavori, Party's over- Starts over, che riguarda il tema del debito greco, l’artista si concentra sulla crisi globale e le disuguaglianze che crescono impetuosamente.
“Glassed Windows Cast a Terrible Reflection”, 1998-2013, è un video in cui vediamo scorrere una serie di settantadue fotografie a colori di finestre.
Il titolo rimanda a un’opera di uno degli autori più importanti del cinema indipendente americano e uno dei massimi sperimentatori del cinema mondiale, Stan Brakhage . “Unglassed Windows Cast a Terrible Reflection “è un cortometraggio del 1953, realizzato all'inizio della sua lunga carriera. Nelle prime sequenze del film quattro ragazzi e due ragazze, che stanno facendo un viaggio in automobile, per via di un guasto lungo il tragitto, si fermano nei pressi di alcune case abbandonate.
Nel video della Dambassina entriamo attraverso questa serie di finestre in una realtà in cui ogni libertà è perduta e ci sono esseri umani, che avendo sepolto ogni traccia di rigenerazione, vi vivono intrappolati.
Dall'infinitamente intimo all'infinitamente pubblico, le opere di Lydia Dambassina rivelano il cuore dell'umano nella sua disfunzione.
Georgie Friedman (USA) è una giovane artista americana i cui progetti includono video installazioni su larga scala, video singoli e multi-canale e diverse serie fotografiche. Ha vissuto, lavorato ed esposto negli Stati Uniti, in musei e università. I suoi lavori si concentrano su un tema, i processi naturali e il rapporto uomo natura, e le reciproche influenze, che hanno una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte. La natura messa in relazione con le caratteristiche e i limiti dell’uomo contemporaneo sono al centro della sua ricerca. Mettendo in scena potenti condizioni atmosferiche o la forza dell’oceano indaga sull’impatto psicologico e sociale di fenomeni naturali di lieve e di grave entità in relazione alla fragilità e inadeguatezza umana.
Utilizza la fotografia, il video, il suono, l'installazione, l'ingegneria e la fisica della luce, tutto per creare nuove esperienze per gli spettatori.
Partendo dalla frustrazione personale di non essere in grado di dormire, Insomnus, il video in mostra, diventa una tranquilla meditazione sulla consapevolezza della luce che cambia e dei suoni che sono spesso troppo tenui perché l’uomo possa notarli.
Nei suoi lavori Kristina Kvalvik affronta questioni relative a ciò che appare sconosciuto, inspiegabile , misterioso e pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo, è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure.
I suoi video contrariamente alla chiusura prospettica dei film d’intrattenimento, presentano una struttura narrativa aperta all’interpretazione dello spettatore e i suoi personaggi prendono forma dalla prospettiva di chi osserva piuttosto che da quella di chi è osservato. Inoltre tutti gli elementi classici su cui si basano i film di genere sono decostruiti e riutilizzati creando un effetto allo stesso tempo familiare e disorientante. La video installazione in mostra nasce dalla collaborazione con Simon Möller, un artista svedese che vive e lavora a Malmö dal 1997 e opera con video, installazioni e sculture.
“House" presenta una facciata costruita digitalmente, tipica dell'architettura suburbana svedese degli anni '50, chiamata "Folkhemmet". Nel corso del video si deteriora lentamente, ma gli abitanti dell'edificio ne sono ignari e continuano le loro attività quotidiane. "House" tenta di creare la sensazione di sentirsi al di fuori, incapaci di cambiare o influenzare qualcosa che muta lentamente.
Margarida Paiva è una giovane e apprezzata videoartista portoghese, che vive e lavora a Oslo, il cui curriculum vanta numerose partecipazioni a mostre e festival internazionali.
Le sue opere video sono costituite da storie astratte in un approccio narrativo non sequenziale ma fatto di frammenti d’immagini e parole, i personaggi sono soprattutto donne e i temi presentano spesso un elemento di ansia e solitudine. Il trauma della perdita, l’isolamento e la memoria sono motivi ricorrenti in questi film. L’artista esplora gli stati più riposti della mente facendo scorrere in un unico piano temporale pensieri, emozioni, ricordi.
In Untitled Stories, il video che propone in questa mostra, una voce femminile racconta le sue paure e i suoi ricordi. Mentre parla con un amico immaginario, fluiscono le immagini mentali di interni enigmatici di edifici, di strade e paesaggi . I personaggi rimangono sconosciuti, visti solo a squarci o ascoltati attraverso suoni frammentati. In una sorta di stream-of-consciousness in cui diversi livelli temporali sono collegati dalla voce di questo personaggio femminile, il video esplora i disagi mentali ed emotivi riflettendo su questioni come la difficoltà di esprimere i propri sentimenti.
Helena Wittmann vive ad Amburgo e lavora con diversi media, soprattutto film e video. Docente presso l’Accademia di Belle Arti della città di origine, il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in mostre e film festival. Il suo primo cortometraggio, Drift ,ha fatto parte della serie di film selezionati all’ultima edizione della Settimana internazionale della Critica a Venezia.
Nella sua pratica artistica gli interni domestici, per lo più stanze semplicemente arredate, costituiscono molto più che le sedi nude di una trama. I suoi video richiedono una pianificazione dettagliata e preliminare perché l’artista è interessata in particolar modo a quello che penetra dall'esterno all’interno di uno spazio definito: la luce, il rumore, la gente.
Nel suo video, intitolato 21.3°C, vediamo l'immagine di una stanza, il suo aspetto cambia col mutare della luce. Una finestra di fronte, vista attraverso la finestra. Mutano le composizioni floreali su un tavolino. Suoni entrano nella stanza dall'esterno. La musica di un pianoforte ci raggiunge dal piano di sotto o dalla porta accanto? In 21.3 ° C Helena Wittmann riduce gli elementi filmici all'essenziale: luce, ombra, suono, direzione. Fuori da questo minimo, emergono storie che indugiano, atmosfere che risuonano. A poco a poco lo spettatore viene ricacciato su se stesso: attraverso la finestra di fronte qualcuno sembra guardare verso l’interno della stanza. Solo la temperatura rimane la stessa, 21.3°C.
Sede
Muratcentoventidue-Artecontemporanea
Via G. Murat 122/b – Bari
Inaugurazione
Sabato 14 Aprile, 2018, ore 19.00
Periodo
14 Aprile – 30 maggio 2018
Giulia Caira was born in Cosenza in 1970, she moved to Turin in the late '70s. After graduating from the technical institute "GBBodoni" in photographic arts at the end of the 90s, she made her debut in 1994 with the Biennial of Young Artists of Europe and the Mediterranean, continuing with expositive experiences in Italy and abroad, between including: Evil Sisters, Muratcentoventidue, Bari; The rooms of the fragments, MARCA Museum, Catanzaro, Self-Portrait in the absence, CIFA - Italian Center of Author Photography, Bibbiena, Arezzo; Clueless. Geometry of misunderstanding, HDlU Zagreb; Isaofestival, San Pietro in Vincoli - Theater area in Turin; The Gothic Line, MIAAO, Turin; VAF Award Foundation Italienische Kunst Heute: Stadt Galerie, Kiel; Museum Biedermann, Donaueschingen; CIAC Genazzano, Rome; Premio Fabbri 2012, Academy of Fine Arts, Bologna, Italy; The One Minutes, Shanghai, IGAV; Feminine 0.1, Maison Particulière Art Center, The art collector, Brussel; Wo_Men, points of view, 91mQ Art Project Space, Berlin; Home sweet home, Religare arts initiative, New Delhi - Dorsky gallery, Long Island City, New York; Il Velo, CeSAC Caraglio; Museum Museum Museum 1998 - 2006, Torino Esposizioni, 8 years of acquisitions, GAM, Turin; Gemine muse, Pera Museum, Istanbul.
In 2012 she obtained the Fabbri prize, in the photography section, and the Vaf prize.
Lydia Dambassina was born in 1951 in Thessaloniki. At the age of 15 she moved to Paris to finish school. She studied Psychopathology and Pedagogy and at the School of Fine Arts of Grenoble. Since 1976, Lydia Dambassina has been working with different mediums such as painting, photography, installations and video projections. In 2004, Lydia Dambassina started working on a series of staged photographs in which the image co-exists with texts -mainly excerpts- from the greek and french daily newspapers. Her last work named Party’s over- Starts over is regarding the subject of debt. Amplifying news fragments into weighty ontological or existential gestures seems an efficient way to deal with all this tragic absurdity. Lydia Dambassina has participated in group exhibitions, having exhibited at the Museum of Contemporary Art (Thessaloniki), the Macedonian Museum of Contemporary Art (Thessaloniki), the Benaki Museum (Athens), the Hôpitaux Universitaires (Geneva), the Eglise de Saint-Eustache- Nuit Blanche (Paris), the Kunsthalle Athena (Athens), the Center of Contemporary Art (Thessaloniki), the Alex Mylona Museum (Athens) and the Mykonos Biennale 2013.
http://www.lydiadambassina.com/
Georgie Friedman currently resides in Boston, MA and has lived, worked and exhibited throughout the U.S. She received her Masters of Fine Arts in 2008 from the School of the Museum of Fine Arts, Boston and Tufts University’s joint degree program, and her Bachelors of Art in 1996 from the University of California, Santa Cruz. Her current projects include several photographic series and experiential video installations that highlight our physical relationship to interior/exterior elements and uncontrollable natural forces.
She has exhibited her work in galleries, public art events, universities and museums, including: The Museum of Fine Arts, Boston, MA; Peabody Essex Museum, Salem, MA; DeCordova Museum & Sculpture Park, Lincoln, MA; Carroll & Sons in conjunction with Anthony Greaney, Boston, MA; Canal View, New York, NY; The Illuminated Corridor, Oakland, CA; The Newport Mill, Newport, NH; Boston CyberArts Festival; among others. She teaches a variety of Photography and Video Art classes at several institutions, including Boston College, School of the Museum of Fine Arts, Boston and Massachusetts College of
web sitehttp://www.georgiefriedman.com
Margarida Paiva was born in Coimbra, Portugal in 1975. In 2001 she moved to Norway and lives currently in Oslo. In 2007, she completed her Master degree at the Oslo National Academy of the Arts, and has earlier studied at the Faculty of Fine Arts in Porto and Art Academy in Trondheim. Among her solo shows: Untitled Stories, Lab.65 Contemporary Art Gallery, Porto, Portugal; Every Story Is Imperfect, Oslo Intercultural Museum, Norway; Erase, Muratcentoventidue Contemporary Art Gallery, Bari. Among her group shows and video festivals: Migrating Stories, Screen City Biennial, Stavanger, Norway; Stereo. Not Mono, F15 Contemporary Art Gallery, Moss, Norway; Stories and Desires From Who Sleeps, Camara Oscura Contemporary Art Gallery, Madrid, Spain; Debaixo da Película, Image Museum, Braga, Portugal; KINO DER KUNST, International Art Film Festival, Munich, Germany; The 30th Documentary Film and Video Festival, Kassel, Germany; Videoformes, XXIIe Intern. Video Art and Media Festival, Clermont-Ferrand , France; COURTisane, Short Film, Video and New Media Festival, Ghent; Belgium; European Media Art Festival, Osnabrück, Germany; Under Surveillance, Oeiras Image Festival, Lisbon, Portugal.
Her short film Every Story Is Imperfect (2012) has been awarded at FOKUS 2014, Nikolaj Kunsthal, Copenhagen, Denmark.
http://www.margaridapaiva.net
Kristina Kvalvik (b.1980) is a Norwegian artist based in Oslo, Norway. She studied film and fine art in Norway, Sweden and Canada, and completed her MFA at Malmö Art Academy (SE) in 2008. Her work deals with matters relating to surveillance, the inexplicable and the threatening. She examines the limitations of sight and our ability to interpret what we see.
Kvalvik has exhibited her work internationally including Malmö Konsthall. Malmö, Sweden ,Göteborg International Biennial for Contemporary Art, Konstnärshuset. Stockholm.Overgaden Institute for Contemporary Art; Copenhagen, LOOP Film Festival; Barcelona, Center for Contemporary Art; Glasgow, GalleriBOX; Akureyri, Galeria Miroslav Kraljevic; Zagreb, Kunsthalle Exnergasse; Vienna, Parkingallery; Tehran, Västerås Konstmuseum, Høstutstillingen Kuntnernes Hus; Oslo, Center for photography; Stockholm, BABEL Gallery; Trondheim and The Vigeland Museum; Oslo, Muratcentoventidue Artecontemporanea Bari.
http://www.kristinakvalvik.com
Simon Möller (born 1974 in Stockholm)Swedish artist, has lived and been active in Malmö since 1997. He works with video installation, video and sculpture. He studied film and art, and has a master's in fine arts from the Malmö Art Academy in 2008.
Helena Wittmann was born 1982 in Neuss, Germany . She lives and works in Hamburg, Germany.Originally studying Spanish and Media Studies at Friedrich-Alexander-University Erlangen and University of Hamburg she went on to attend the Academy of Fine Arts in Hamburg (HFBK) between 2007 – 2014.She is currently working as artistic research assistant at the Academy of Fine Arts in Hamburg (HFBK). Wittmann is the recipient of numerous grants between 2013 and 2015: Travel grant Neue Kunst in Hamburg, Hamburger Arbeitsstipendium für bildende Kunst (Working grant for Fine Arts, Hamburg), Karl H. Ditze Award, HFBK-Award Hamburgische Kulturstiftung for 21,3°C, Main Award Experiment (Int. Shortfilmfestival Flensburg) for WILDNIS (THE WILD), Scholarship Studienstiftung des deutschen Volkes (German National Academic Foundation), Project Funding for WILDNIS by Freundeskreis der HfbK Hamburg .Among her last exhibition/ screenings: International Film Festival Rotterdam, Netherlands ;New Directors/New Films, New York, USA; FICUNAM International Film Festival, Mexico; Jeonju International Film Festival, South Corea ;FilMADRID, Madrid,(Spain); Istanbul International Independent Film Festival, Turkey International Film Festival; Uruguay, Urugay IBAFF Film Festival; Murcia, Spain EYE Film Institute; Amsterdam / Dag van de Dwarse Film 2018, Netherlands ;Stranger Than Fiction, Cologne, Germany; Ton-Zeit-Bild, Kassel, Germany; Venice Film Festival, Settimana Internazionale della Critica, Venice, Italy ;Festival de Nouveau Cinema, Montreal, Canada;;Lacenodoro International Film Festival, Italy.
http://www.helenawittmann.decom
La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con una mostra collettiva, Looking Out Looking In, che vede la partecipazione di Giulia Caira, Lydia Dambassina, Georgie Friedman, Kristina Kvalvik-Simon Möller, Margarida Paiva, Helena Wittmann.
La finestra è l’anima di un edificio, un elemento architettonico che affascina per la sua ambiguità, ciò che permette lo sguardo dall’interno verso l’esterno, così come dall’esterno verso l’interno: separa e unisce, permette di vedere e di essere visti oppure di celare e di celarsi, di apparire o di nascondersi.
Possiamo senz’altro dire che nel nostro immaginario comune le finestre come le porte si trovano su una linea di confine, che separa un “dentro”, l’ambito del privato, del familiare, del conosciuto ,da un “fuori”, l’ambito del pubblico, dell’ignoto.
In questa mostra sono proposte alcune opere in cui le finestre costituiscono elementi rappresentativi o simbolici di rilievo.
Giulia Caira è nata a Cosenza ma si è formata a Torino, dove si è trasferita nel ‘78. Il suo esordio nel ’94 è caratterizzato da una ricerca fotografica sul corpo, relativa a un contesto domestico immaginario, claustrofobico e ostile, in contrasto con i modelli imposti dai mass-media. L’artista si racconta in serie fotografiche con un linguaggio che si avvale di codici ora ironici, ora sarcastici, dove s’intuiscono distorsioni e tic derivanti dall’esperienza quotidiana. Dal 2004 abbandona la casa come luogo privilegiato per allargare il suo sguardo a temi connessi alla condizione psicologica nella relazione con se stessi e con gli altri.
Ne Le parole nascoste (2009), lavoro con il quale l’artista ha vinto il premio della tedesca Foundation Vaf nel 2012, ha affrontato la dicotomia tra l’essere e l’apparire messa in discussione a partire dal classico tavolo di lavoro di forma ovale, topos della mistificazione per eccellenza. L’artista ha lavorato su una dettagliata sceneggiatura ideata da lei stessa, nonché sull’accurata analisi, sul piano concettuale, di tipologie mentali e modelli comportamentali, frutto di un’acutissima capacità di osservare la realtà sociale e individuale.
L’identità è dunque al centro della sua ricerca, la sua complessità e fragilità alla prova dell’io soggettivo e di quello collettivo.
Terapia familiare fa parte di una serie fotografica costituita da sette dittici realizzati all’interno di una stanza sistemico relazionale collocata in uno studio di psicoterapia; in essa la famiglia viene osservata in una realtà domestica simulata, attraverso uno specchio /finestra.
Lydia Dambassina lavora dal 1976 con diversi mezzi come pittura, fotografia, installazioni e proiezioni video. In uno dei suoi ultimi lavori, Party's over- Starts over, che riguarda il tema del debito greco, l’artista si concentra sulla crisi globale e le disuguaglianze che crescono impetuosamente.
“Glassed Windows Cast a Terrible Reflection”, 1998-2013, è un video in cui vediamo scorrere una serie di settantadue fotografie a colori di finestre.
Il titolo rimanda a un’opera di uno degli autori più importanti del cinema indipendente americano e uno dei massimi sperimentatori del cinema mondiale, Stan Brakhage . “Unglassed Windows Cast a Terrible Reflection “è un cortometraggio del 1953, realizzato all'inizio della sua lunga carriera. Nelle prime sequenze del film quattro ragazzi e due ragazze, che stanno facendo un viaggio in automobile, per via di un guasto lungo il tragitto, si fermano nei pressi di alcune case abbandonate.
Nel video della Dambassina entriamo attraverso questa serie di finestre in una realtà in cui ogni libertà è perduta e ci sono esseri umani, che avendo sepolto ogni traccia di rigenerazione, vi vivono intrappolati.
Dall'infinitamente intimo all'infinitamente pubblico, le opere di Lydia Dambassina rivelano il cuore dell'umano nella sua disfunzione.
Georgie Friedman (USA) è una giovane artista americana i cui progetti includono video installazioni su larga scala, video singoli e multi-canale e diverse serie fotografiche. Ha vissuto, lavorato ed esposto negli Stati Uniti, in musei e università. I suoi lavori si concentrano su un tema, i processi naturali e il rapporto uomo natura, e le reciproche influenze, che hanno una lunga tradizione nel documentarismo oltre che nel campo dell'arte. La natura messa in relazione con le caratteristiche e i limiti dell’uomo contemporaneo sono al centro della sua ricerca. Mettendo in scena potenti condizioni atmosferiche o la forza dell’oceano indaga sull’impatto psicologico e sociale di fenomeni naturali di lieve e di grave entità in relazione alla fragilità e inadeguatezza umana.
Utilizza la fotografia, il video, il suono, l'installazione, l'ingegneria e la fisica della luce, tutto per creare nuove esperienze per gli spettatori.
Partendo dalla frustrazione personale di non essere in grado di dormire, Insomnus, il video in mostra, diventa una tranquilla meditazione sulla consapevolezza della luce che cambia e dei suoni che sono spesso troppo tenui perché l’uomo possa notarli.
Nei suoi lavori Kristina Kvalvik affronta questioni relative a ciò che appare sconosciuto, inspiegabile , misterioso e pone l’accento sui limiti della nostra capacità di osservare la realtà e interpretarla, suggerendo che spesso ciò che vediamo, è ciò che ci aspettiamo di vedere, frutto della proiezione di desideri e di paure.
I suoi video contrariamente alla chiusura prospettica dei film d’intrattenimento, presentano una struttura narrativa aperta all’interpretazione dello spettatore e i suoi personaggi prendono forma dalla prospettiva di chi osserva piuttosto che da quella di chi è osservato. Inoltre tutti gli elementi classici su cui si basano i film di genere sono decostruiti e riutilizzati creando un effetto allo stesso tempo familiare e disorientante. La video installazione in mostra nasce dalla collaborazione con Simon Möller, un artista svedese che vive e lavora a Malmö dal 1997 e opera con video, installazioni e sculture.
“House" presenta una facciata costruita digitalmente, tipica dell'architettura suburbana svedese degli anni '50, chiamata "Folkhemmet". Nel corso del video si deteriora lentamente, ma gli abitanti dell'edificio ne sono ignari e continuano le loro attività quotidiane. "House" tenta di creare la sensazione di sentirsi al di fuori, incapaci di cambiare o influenzare qualcosa che muta lentamente.
Margarida Paiva è una giovane e apprezzata videoartista portoghese, che vive e lavora a Oslo, il cui curriculum vanta numerose partecipazioni a mostre e festival internazionali.
Le sue opere video sono costituite da storie astratte in un approccio narrativo non sequenziale ma fatto di frammenti d’immagini e parole, i personaggi sono soprattutto donne e i temi presentano spesso un elemento di ansia e solitudine. Il trauma della perdita, l’isolamento e la memoria sono motivi ricorrenti in questi film. L’artista esplora gli stati più riposti della mente facendo scorrere in un unico piano temporale pensieri, emozioni, ricordi.
In Untitled Stories, il video che propone in questa mostra, una voce femminile racconta le sue paure e i suoi ricordi. Mentre parla con un amico immaginario, fluiscono le immagini mentali di interni enigmatici di edifici, di strade e paesaggi . I personaggi rimangono sconosciuti, visti solo a squarci o ascoltati attraverso suoni frammentati. In una sorta di stream-of-consciousness in cui diversi livelli temporali sono collegati dalla voce di questo personaggio femminile, il video esplora i disagi mentali ed emotivi riflettendo su questioni come la difficoltà di esprimere i propri sentimenti.
Helena Wittmann vive ad Amburgo e lavora con diversi media, soprattutto film e video. Docente presso l’Accademia di Belle Arti della città di origine, il suo lavoro è stato esposto a livello internazionale in mostre e film festival. Il suo primo cortometraggio, Drift ,ha fatto parte della serie di film selezionati all’ultima edizione della Settimana internazionale della Critica a Venezia.
Nella sua pratica artistica gli interni domestici, per lo più stanze semplicemente arredate, costituiscono molto più che le sedi nude di una trama. I suoi video richiedono una pianificazione dettagliata e preliminare perché l’artista è interessata in particolar modo a quello che penetra dall'esterno all’interno di uno spazio definito: la luce, il rumore, la gente.
Nel suo video, intitolato 21.3°C, vediamo l'immagine di una stanza, il suo aspetto cambia col mutare della luce. Una finestra di fronte, vista attraverso la finestra. Mutano le composizioni floreali su un tavolino. Suoni entrano nella stanza dall'esterno. La musica di un pianoforte ci raggiunge dal piano di sotto o dalla porta accanto? In 21.3 ° C Helena Wittmann riduce gli elementi filmici all'essenziale: luce, ombra, suono, direzione. Fuori da questo minimo, emergono storie che indugiano, atmosfere che risuonano. A poco a poco lo spettatore viene ricacciato su se stesso: attraverso la finestra di fronte qualcuno sembra guardare verso l’interno della stanza. Solo la temperatura rimane la stessa, 21.3°C.
Sede
Muratcentoventidue-Artecontemporanea
Via G. Murat 122/b – Bari
Inaugurazione
Sabato 14 Aprile, 2018, ore 19.00
Periodo
14 Aprile – 30 maggio 2018
Giulia Caira was born in Cosenza in 1970, she moved to Turin in the late '70s. After graduating from the technical institute "GBBodoni" in photographic arts at the end of the 90s, she made her debut in 1994 with the Biennial of Young Artists of Europe and the Mediterranean, continuing with expositive experiences in Italy and abroad, between including: Evil Sisters, Muratcentoventidue, Bari; The rooms of the fragments, MARCA Museum, Catanzaro, Self-Portrait in the absence, CIFA - Italian Center of Author Photography, Bibbiena, Arezzo; Clueless. Geometry of misunderstanding, HDlU Zagreb; Isaofestival, San Pietro in Vincoli - Theater area in Turin; The Gothic Line, MIAAO, Turin; VAF Award Foundation Italienische Kunst Heute: Stadt Galerie, Kiel; Museum Biedermann, Donaueschingen; CIAC Genazzano, Rome; Premio Fabbri 2012, Academy of Fine Arts, Bologna, Italy; The One Minutes, Shanghai, IGAV; Feminine 0.1, Maison Particulière Art Center, The art collector, Brussel; Wo_Men, points of view, 91mQ Art Project Space, Berlin; Home sweet home, Religare arts initiative, New Delhi - Dorsky gallery, Long Island City, New York; Il Velo, CeSAC Caraglio; Museum Museum Museum 1998 - 2006, Torino Esposizioni, 8 years of acquisitions, GAM, Turin; Gemine muse, Pera Museum, Istanbul.
In 2012 she obtained the Fabbri prize, in the photography section, and the Vaf prize.
Lydia Dambassina was born in 1951 in Thessaloniki. At the age of 15 she moved to Paris to finish school. She studied Psychopathology and Pedagogy and at the School of Fine Arts of Grenoble. Since 1976, Lydia Dambassina has been working with different mediums such as painting, photography, installations and video projections. In 2004, Lydia Dambassina started working on a series of staged photographs in which the image co-exists with texts -mainly excerpts- from the greek and french daily newspapers. Her last work named Party’s over- Starts over is regarding the subject of debt. Amplifying news fragments into weighty ontological or existential gestures seems an efficient way to deal with all this tragic absurdity. Lydia Dambassina has participated in group exhibitions, having exhibited at the Museum of Contemporary Art (Thessaloniki), the Macedonian Museum of Contemporary Art (Thessaloniki), the Benaki Museum (Athens), the Hôpitaux Universitaires (Geneva), the Eglise de Saint-Eustache- Nuit Blanche (Paris), the Kunsthalle Athena (Athens), the Center of Contemporary Art (Thessaloniki), the Alex Mylona Museum (Athens) and the Mykonos Biennale 2013.
http://www.lydiadambassina.com/
Georgie Friedman currently resides in Boston, MA and has lived, worked and exhibited throughout the U.S. She received her Masters of Fine Arts in 2008 from the School of the Museum of Fine Arts, Boston and Tufts University’s joint degree program, and her Bachelors of Art in 1996 from the University of California, Santa Cruz. Her current projects include several photographic series and experiential video installations that highlight our physical relationship to interior/exterior elements and uncontrollable natural forces.
She has exhibited her work in galleries, public art events, universities and museums, including: The Museum of Fine Arts, Boston, MA; Peabody Essex Museum, Salem, MA; DeCordova Museum & Sculpture Park, Lincoln, MA; Carroll & Sons in conjunction with Anthony Greaney, Boston, MA; Canal View, New York, NY; The Illuminated Corridor, Oakland, CA; The Newport Mill, Newport, NH; Boston CyberArts Festival; among others. She teaches a variety of Photography and Video Art classes at several institutions, including Boston College, School of the Museum of Fine Arts, Boston and Massachusetts College of
web sitehttp://www.georgiefriedman.com
Margarida Paiva was born in Coimbra, Portugal in 1975. In 2001 she moved to Norway and lives currently in Oslo. In 2007, she completed her Master degree at the Oslo National Academy of the Arts, and has earlier studied at the Faculty of Fine Arts in Porto and Art Academy in Trondheim. Among her solo shows: Untitled Stories, Lab.65 Contemporary Art Gallery, Porto, Portugal; Every Story Is Imperfect, Oslo Intercultural Museum, Norway; Erase, Muratcentoventidue Contemporary Art Gallery, Bari. Among her group shows and video festivals: Migrating Stories, Screen City Biennial, Stavanger, Norway; Stereo. Not Mono, F15 Contemporary Art Gallery, Moss, Norway; Stories and Desires From Who Sleeps, Camara Oscura Contemporary Art Gallery, Madrid, Spain; Debaixo da Película, Image Museum, Braga, Portugal; KINO DER KUNST, International Art Film Festival, Munich, Germany; The 30th Documentary Film and Video Festival, Kassel, Germany; Videoformes, XXIIe Intern. Video Art and Media Festival, Clermont-Ferrand , France; COURTisane, Short Film, Video and New Media Festival, Ghent; Belgium; European Media Art Festival, Osnabrück, Germany; Under Surveillance, Oeiras Image Festival, Lisbon, Portugal.
Her short film Every Story Is Imperfect (2012) has been awarded at FOKUS 2014, Nikolaj Kunsthal, Copenhagen, Denmark.
http://www.margaridapaiva.net
Kristina Kvalvik (b.1980) is a Norwegian artist based in Oslo, Norway. She studied film and fine art in Norway, Sweden and Canada, and completed her MFA at Malmö Art Academy (SE) in 2008. Her work deals with matters relating to surveillance, the inexplicable and the threatening. She examines the limitations of sight and our ability to interpret what we see.
Kvalvik has exhibited her work internationally including Malmö Konsthall. Malmö, Sweden ,Göteborg International Biennial for Contemporary Art, Konstnärshuset. Stockholm.Overgaden Institute for Contemporary Art; Copenhagen, LOOP Film Festival; Barcelona, Center for Contemporary Art; Glasgow, GalleriBOX; Akureyri, Galeria Miroslav Kraljevic; Zagreb, Kunsthalle Exnergasse; Vienna, Parkingallery; Tehran, Västerås Konstmuseum, Høstutstillingen Kuntnernes Hus; Oslo, Center for photography; Stockholm, BABEL Gallery; Trondheim and The Vigeland Museum; Oslo, Muratcentoventidue Artecontemporanea Bari.
http://www.kristinakvalvik.com
Simon Möller (born 1974 in Stockholm)Swedish artist, has lived and been active in Malmö since 1997. He works with video installation, video and sculpture. He studied film and art, and has a master's in fine arts from the Malmö Art Academy in 2008.
Helena Wittmann was born 1982 in Neuss, Germany . She lives and works in Hamburg, Germany.Originally studying Spanish and Media Studies at Friedrich-Alexander-University Erlangen and University of Hamburg she went on to attend the Academy of Fine Arts in Hamburg (HFBK) between 2007 – 2014.She is currently working as artistic research assistant at the Academy of Fine Arts in Hamburg (HFBK). Wittmann is the recipient of numerous grants between 2013 and 2015: Travel grant Neue Kunst in Hamburg, Hamburger Arbeitsstipendium für bildende Kunst (Working grant for Fine Arts, Hamburg), Karl H. Ditze Award, HFBK-Award Hamburgische Kulturstiftung for 21,3°C, Main Award Experiment (Int. Shortfilmfestival Flensburg) for WILDNIS (THE WILD), Scholarship Studienstiftung des deutschen Volkes (German National Academic Foundation), Project Funding for WILDNIS by Freundeskreis der HfbK Hamburg .Among her last exhibition/ screenings: International Film Festival Rotterdam, Netherlands ;New Directors/New Films, New York, USA; FICUNAM International Film Festival, Mexico; Jeonju International Film Festival, South Corea ;FilMADRID, Madrid,(Spain); Istanbul International Independent Film Festival, Turkey International Film Festival; Uruguay, Urugay IBAFF Film Festival; Murcia, Spain EYE Film Institute; Amsterdam / Dag van de Dwarse Film 2018, Netherlands ;Stranger Than Fiction, Cologne, Germany; Ton-Zeit-Bild, Kassel, Germany; Venice Film Festival, Settimana Internazionale della Critica, Venice, Italy ;Festival de Nouveau Cinema, Montreal, Canada;;Lacenodoro International Film Festival, Italy.
http://www.helenawittmann.decom
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Http://www.muratcentoventidue.com
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Luoghi
www.muratcentoventidue.com 393.8704029
Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20