Lina Passalacqua. Le quattro stagioni
A cura di: Maria Teresa Benedetti
Tema della mostra sono le Quattro Stagioni che rivivono nella rivisitazione e ricreazione di forme dinamiche di palese impianto futurista.
“L’eredità futurista si ritrova nell’energia plastica, nel fluire dinamico del segno, nell’eliminazione di strutture rigidamente prospettiche, nel tendere della visione all’infinito, nel premere di forze che sembrano volere uscire dal dipinto. L’adesione a un astrattismo di matrice lirica si manifesta nel senso di libertà del ductus pittorico, nell’individuazione di una capacità espressiva che superi ogni suggestione naturalistica, nell’importanza attribuita allo spessore di un colore compatto e squillante, che riflette una risonanza interiore. L’occhio indaga sui particolari, accenna attraverso la forma a voli dell’anima, resi attraverso la musicalità dei movimenti del pennello. Attraverso un affinarsi della sensibilità, emerge la capacità di rendere plastico, concreto, ciò che sarebbe potuto apparire incorporeo, in plasmabile, irrappresentabile. Suggestioni musicali, insieme agli echi delle voci dei poeti, sono sicuramente elementi di stimolo nell’ impresa di rendere visivo il segreto profumo del mondo.” Così scrive Maria Teresa Benedetti.
In mostra, della Primavera gli Anemoni, le Fresie, il Sogno, il Risveglio; dell’Estate i Girasoli, il Tramonto, il Cielo infuocato, i Colori dell’Estate; dell’Autunno la Magia d’Autunno, i Petali di rosa, le Larve, il Profumo della Terra; dell’Inverno la Bufera, La voce del vento, il Silenzio,i Riflessi di ghiaccio. In una sintesi geometrica che ricorda a tratti Depero.
“Una complessa registrazione penetra fino alle fibre più segrete del creato: il senso panico del rinascere della vita dall’imo pulsa nella Primavera, il canto alto e fondo, vibrante di colori accesi racconta l’Estate, il baluginio segreto di una bellezza raccolta testimonia l’Autunno, la sinfonia dei bianchi abbaglianti ritma nell’Inverno una successione di immagini, che trasmettono una profonda, seppure controllata emozione.”
Lina Passalacqua nasce nel 1933 a Sant’Eufemia D’Aspromonte (Reggio Calabria) e manifesta sin da piccola una spiccata vocazione artistica contrastata dai familiari. Terminati gli studi rifiuta un impiego, lascia Genova e la famiglia e si dedica per alcuni anni al teatro lavorando come protagonista con notissimi attori. Nel 1960, a Roma, frequenta lo studio del pittore e incisore Carlo Alberto Petrucci, accademico di San Luca, personalità determinante per la sua formazione professionale. Dal 1963 si dedica completamente alla pittura, all’inizio come ritrattista, pubblicando per diversi anni ritratti di scrittori. Negli anni settanta, attenta alle sperimentazioni tipiche di quegli anni, si cimenta con il riporto fotografico, nell’urgenza di afferrare la cronaca del periodo e farla assurgere alle dimensioni della storia. Nasce la poetica del Flash, dell’istante. Negli anni ’80, la frammentazione cubista e il dinamismo delle fasce lineari di Balla acquistano stabilmente nei suoi quadri un proprio spazio. Nel corso della sua attività, ha esposto in circa 45 mostre personali e ha partecipato ad oltre 80 collettive in Italia e all’estero, esponendo in numerosi spazi museali .Nel 2008 viene inserita dal comitato del Dipartimento di Pittura e Scultura del MoMA e del Guggenheim Museum di New York, nel programma internazionale “ Artists’Viewing Program”per facilitare lo scambio tra curatori e artisti a livello mondiale. Tra i numerosi premi e riconoscimenti ricevuti, va ricordata la medaglia del Presidente della Repubblica, per il Neofuturismo. Titolare fino al 1996 della Cattedra di Discipline Pittoriche al 1° Liceo Artistico Ripetta a Roma, festeggia quest’anno i suoi 50 anni di pittura.
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Luoghi
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Sala Giubileo - tutti i giorni 9.30-19.30