LIGHT FIELD. Percezione e fenomenologie della luce
A cura di: Dores Sacquegna
Artisti in mostra:
Arnaud Canizarès/Francia ; Thomas De Balasy / Francia; Giulio De Mitri/Italia; Oronzo De Stradis/Italia; Kamalky Laureano/Mexico; Steve Lewis/Usa; Patrick Mitch/Usa; Alessandro Passaro/Italia; Stuart Ross Snider/Usa; Shelley Vouga/Svizzera;
Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe agli uomini infinita.
William Blake
In fisica si definisce campo luminoso la funzione matematica che descrive la quantità di luce che si muove in ogni direzione in ciascun punto dello spazio. Il campo di Luce è una complessa combinazione di diversi modelli energetici formali sovrapposti, risonanti ognuno su una determinata frequenza/livello di coscienza. Le singole componenti del corpo di luce apportano una specifica componente alla coscienza multidimensionale umana e nel complesso definiscono la composizione spirituale, mentale, emozionale e fisica di ogni individuo. Questa mostra pone una riflessione sulla percezione e sul senso della luce come fenomenologia vissuta nella sua progressiva decantazione, vista in scenari naturali e non, capaci di ispirare sensazioni complesse, dinamiche, cogliendo particolari nella loro densità emozionale, proponendo paradigmatiche narrazioni, spunti lirici, iconografie luminose. Il dato di fondo è certamente offerto dal contrasto tra luce ed ombra, tra chiarore e oscurità, tra apertura e chiusura. Si va dalla sospensione emozionale e inquietante (in attesa della luce, con la potenziale minaccia di un castigo divino) delle opere dell’americano PATRICK MITCH alla veglia notturna proposta nella fotografia su carta Fine Art di STEVE LEWIS, dove emergono animali della notte come visioni alienanti sul cammino di un potenziale viaggiatore. Luce come emblema di rivelazione e valenza simbolica allegorizzante nell’opera dell’artista svizzera SHELLEY VOUGA, che punta sull’oscurità come assenza di orientamento e direzionalità. Nelle opere pittoriche del francese ARNAUD CANIZARES, l’indeterminatezza dei contorni delle figure nere sospese sul fondo bianco della tela, produce tensione lirica, in continua oscillazione tra l’assenza e la presenza di luce, svelando a occhi nudi un illusione sensoriale con richiami metafisici. Memorie poetiche, epifanie, simbolismi archetipici, visionarie simmetrie tra ilmondo della natura e l’universo umano nella scultura dell’americano STUART ROSS SNIDER, che, nella sua “sensation of blu” stacca una porzione di cielo e terra (un pezzo di radice legnosa ricoperta di blu) e la incastona in un cerchio di luce dorata. Campi di Luce filtrano in un paesaggio esotico e che si stemperano tra le fronde che fanno intravedere bagliori rossastri e animali nella notte, nella visione di giungle e cascate nelle bellissime tele dipinte con l’aerografo dal francese THOMAS DE BALASY, una luce che apre un varco nel buio e che mette in evidenza masse oscure e fitte, aree crepuscolari, che invitano l’osservatore ad una percezione variabile e avvolgente, intermittente e allo stesso tempo evanescente; una luce che coglie il quieto chiarore del paesaggio, che sospende tensioni e invita al ricordo. Luce e oscurità in netta contrapposizione nelle figure femminili ritratte con una pennellata iperrealistica ad opera del messicano KAMALKY LAUREANO, dove le ombre svelano la luce e viceversa, alla ricerca di una perfezione assoluta e orientata verso l’esterno e che accentua emozionalità e turbamento. Eros e thanatos divengono i contrari, magicamente riuniti nell’opera dell’artista pugliese ALESSANDRO PASSARO, che affida all’inconscio, la densità cromatica delle sue pennellate, elaborando un linguaggio simbolico che sfocia in forme psicotiche e allucinanti e che annuncia una tragica incompatibilità tra essere umano e divino. Luce straniante e tridimensionalità nelle opere pittoriche di ORONZO DE STRADIS, che creano suggestive visioni di mondi metafisici, messi a fuoco da un clic. Porzioni di cielo e di vita quotidiana, sollecitati da un’energia non circoscrivibile; oggetti e soggetti guidati da simbolismi panici e in continua stratificazione. Conchiglie luminose emergono dal blu dei light box di GIULIO DE MITRI, e sembrano capaci di vivere fuori dall’acqua, in un abisso di luce che le alimenta e non le consuma; immortalate nella loro fulgida bellezza, nel tempo del “qui ed ora” che ferma l’istante.
Arnaud Canizarès/Francia ; Thomas De Balasy / Francia; Giulio De Mitri/Italia; Oronzo De Stradis/Italia; Kamalky Laureano/Mexico; Steve Lewis/Usa; Patrick Mitch/Usa; Alessandro Passaro/Italia; Stuart Ross Snider/Usa; Shelley Vouga/Svizzera;
Se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe agli uomini infinita.
William Blake
In fisica si definisce campo luminoso la funzione matematica che descrive la quantità di luce che si muove in ogni direzione in ciascun punto dello spazio. Il campo di Luce è una complessa combinazione di diversi modelli energetici formali sovrapposti, risonanti ognuno su una determinata frequenza/livello di coscienza. Le singole componenti del corpo di luce apportano una specifica componente alla coscienza multidimensionale umana e nel complesso definiscono la composizione spirituale, mentale, emozionale e fisica di ogni individuo. Questa mostra pone una riflessione sulla percezione e sul senso della luce come fenomenologia vissuta nella sua progressiva decantazione, vista in scenari naturali e non, capaci di ispirare sensazioni complesse, dinamiche, cogliendo particolari nella loro densità emozionale, proponendo paradigmatiche narrazioni, spunti lirici, iconografie luminose. Il dato di fondo è certamente offerto dal contrasto tra luce ed ombra, tra chiarore e oscurità, tra apertura e chiusura. Si va dalla sospensione emozionale e inquietante (in attesa della luce, con la potenziale minaccia di un castigo divino) delle opere dell’americano PATRICK MITCH alla veglia notturna proposta nella fotografia su carta Fine Art di STEVE LEWIS, dove emergono animali della notte come visioni alienanti sul cammino di un potenziale viaggiatore. Luce come emblema di rivelazione e valenza simbolica allegorizzante nell’opera dell’artista svizzera SHELLEY VOUGA, che punta sull’oscurità come assenza di orientamento e direzionalità. Nelle opere pittoriche del francese ARNAUD CANIZARES, l’indeterminatezza dei contorni delle figure nere sospese sul fondo bianco della tela, produce tensione lirica, in continua oscillazione tra l’assenza e la presenza di luce, svelando a occhi nudi un illusione sensoriale con richiami metafisici. Memorie poetiche, epifanie, simbolismi archetipici, visionarie simmetrie tra ilmondo della natura e l’universo umano nella scultura dell’americano STUART ROSS SNIDER, che, nella sua “sensation of blu” stacca una porzione di cielo e terra (un pezzo di radice legnosa ricoperta di blu) e la incastona in un cerchio di luce dorata. Campi di Luce filtrano in un paesaggio esotico e che si stemperano tra le fronde che fanno intravedere bagliori rossastri e animali nella notte, nella visione di giungle e cascate nelle bellissime tele dipinte con l’aerografo dal francese THOMAS DE BALASY, una luce che apre un varco nel buio e che mette in evidenza masse oscure e fitte, aree crepuscolari, che invitano l’osservatore ad una percezione variabile e avvolgente, intermittente e allo stesso tempo evanescente; una luce che coglie il quieto chiarore del paesaggio, che sospende tensioni e invita al ricordo. Luce e oscurità in netta contrapposizione nelle figure femminili ritratte con una pennellata iperrealistica ad opera del messicano KAMALKY LAUREANO, dove le ombre svelano la luce e viceversa, alla ricerca di una perfezione assoluta e orientata verso l’esterno e che accentua emozionalità e turbamento. Eros e thanatos divengono i contrari, magicamente riuniti nell’opera dell’artista pugliese ALESSANDRO PASSARO, che affida all’inconscio, la densità cromatica delle sue pennellate, elaborando un linguaggio simbolico che sfocia in forme psicotiche e allucinanti e che annuncia una tragica incompatibilità tra essere umano e divino. Luce straniante e tridimensionalità nelle opere pittoriche di ORONZO DE STRADIS, che creano suggestive visioni di mondi metafisici, messi a fuoco da un clic. Porzioni di cielo e di vita quotidiana, sollecitati da un’energia non circoscrivibile; oggetti e soggetti guidati da simbolismi panici e in continua stratificazione. Conchiglie luminose emergono dal blu dei light box di GIULIO DE MITRI, e sembrano capaci di vivere fuori dall’acqua, in un abisso di luce che le alimenta e non le consuma; immortalate nella loro fulgida bellezza, nel tempo del “qui ed ora” che ferma l’istante.
Luoghi
http://www.primopianogallery.com 0832 304014 349 372 06 59
Orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 11-13/16-19:30 Sabato: 17-19