LATITUDES. Abitare la distanza
A cura di: Gabriella Serusi
Ljubodrag Andric, Zaven Khachikyan, Michela Forte, Peng Xiangje
La mostra, a cura di Gabriella Serusi, raccoglie intorno ai temi classici del viaggio, del paesaggio, della ricerca dell’identità, della scoperta dell’ “Altro”, le visioni e le storie di quattro fotografi provenienti da aree geografiche molto diverse fra loro.
Oltre la distanza fisica che separa le vite, le esperienze e i percorsi artistici della siciliana Michela Forte (Erice, 1980), dell’armeno Zaven Khachikyan, dell’istrio-canadese Ljubodrag Andric e del cinese Peng Xiangje, esiste un filo rosso comune che va rintracciato nello strenuo tentativo degli artisti di colmare il vuoto fra le cose, di abitare la distanza per l’appunto fra gli oggetti nel tentativo di conferire nuovo senso alla realtà, mostrandocela come non l’avevamo mai vista.
Si tratta di quattro visioni diverse del mondo e di quattro approcci all’uso della fotografia apparentemente diversi, in bilico fra documentazione fotogiornalistica e nuova pittoricità dell’immagine fotografica, fra astrazione e nuova figurazione. Immagini in bianco e nero o a colori che raccontano la sensibilità e le potenzialità dello sguardo esteso sul disordine del mondo, in cerca del rapporto fra l’oggetto singolo e la realtà circostante, nutrito del piacere di cogliere l’azione del tempo sulle cose e sulle persone, pronto a riconoscere le eccentricità della storia, le anomalie e le similitudini che accomunano le diverse culture. Questa mescolanza di “modi di vedere”, fatta di differenze e indifferenza dello sguardo che è il nodo cruciale è anche uno degli aspetti sostanziali dell’arte visiva e certo lo è della fotografia.
Il sottotitolo della mostra, ABITARE LA DISTANZA, scrive Gabriella Serusi nel testo in catalogo, “nel citare il celebre saggio del filosofo italiano Pier Aldo Rovatti, ripropone l’ebbrezza dell’interrogativo sulla condizione paradossale dell’uomo contemporaneo che nel senso e nel bisogno di appartenenza e di origine, di radicamento ad un luogo scopre il fuori, la distanza, l’alterità e mette a fuoco nuove modalità di analisi delle informazioni provenienti dalla realtà, basate sull’ascolto, sullo sguardo e sulla percezione sensoriale”.
L’esposizione si compone di una quarantina di fotografie: piccole e preziose immagini, spesso sviluppate personalmente in camera oscura dall’artista (è il caso di Michela Forte e di Peng Xiangje) o di grandi fotografie a colori che propongono una visione astratta del paesaggio urbano (Ljubodrag Andric) o ancora di scatti in bianco e nero di cui sono assoluti protagonisti i bambini (Zaven Khachikian), voce e speranza di una umanità che corre verso il futuro in un territorio – quello dell’Armenia – interessato da profondi cambiamenti sociali e politici.
Le immagini in mostra dialogano fra loro e costruiscono silenziosamente dei ponti fra passato, presente e futuro, cercando nella diversità degli approcci linguistici e nella varietà della scelta dei soggetti fotografati un equilibrio fra storie personali e storie collettive.
Ljubodrag Andric nasce a Belgrado il 21 Luglio 1965; vive e lavora a Toronto, Canada
Michela Forte è nata a Erice (TP) il 7 marzo1980. Vive e lavora fra Palermo e Torino
Zaven Khachikyan é nato il 27 luglio 1955 a Meghri. Vive e lavora a Yerevan, Armenia
Peng Xiangjie nasce a Xi’an, Cina il 28/10/1961, dove vive e lavora