Lamberto Pignotti e Antonino Bove. Alla ricerca dei sogni perduti
Collage Verbovisivi
Seduzioni e incantamenti, illogicità e paradossi, alterazioni e frammentazioni spazio-temporali secondo la grammatica allegorica e universale tipica dei sogni, è quanto traspare dalle composizioni verbovisuali realizzate a quattro mani, in collaborazione differita ma anche sincretica, da Lamberto Pignotti (Firenze, 1926), poeta e saggista, uno dei maggiori protagonisti dell'intensa stagione della Poesia Visiva, e Antonino Bove (Palermo, 1945), autore multimediale dedito al connubio tra arte e scienza, da decenni impegnato in una peculiare ricerca sulla materializzazione dei sogni. Fondatore di una fantomatica Società degli Onironauti e inventore di apparecchiature improbabili quali l’Oniroscopio Fisicizzatore, Bove ha allestito un intrigante teatro onirico, combinando immagini enigmatiche estrapolate dalle proprie sperimentazioni e tracce di una memoria artistica comune e condivisa. Pignotti è quindi intervenuto sui collage, interagendo con notevole sintonia ed inserendovi suoi versi evocativi e pertinenti schegge di un poema concepito appositamente, in una perfetta fusione della poetica dei due autori.
Dalla metà degli anni '50, Pignotti si è imposto, con ironia e arguzia, come uno dei più originali e graffianti studiosi del rapporto fra parola e immagine, soprattutto in relazione alla comunicazione visiva nella società di massa. Tra i padri fondatori della Poesia Visiva, aderente al Gruppo '63, l’autore ha aperto nuove strade alla poesia sperimentale esaminando le più diverse dinamiche tra segni e codici linguistici nei diversi media. Dai ’70, Bove si è occupato invece di fenomeni para-scientifici come la levitazione, la reificazione dei sogni e il mito dell’immortalità. Cofondatore a Viareggio nel 2003 dell’associazione culturale BAU, l’artista ha creato nella sfera della meta-genetica installazioni e sculture vive, utilizzando organismi unicellulari quali il lievito, i batteri e anche alghe marine, meduse, anguille, tacchini.
Forti di queste formidabili pratiche ed esperienze, Pignotti e Bove hanno dato forma nella serie di opere in mostra ad un clima fantastico e visionario, con ibridazioni inusitate e accostamenti sorprendenti in una recherche che non mira semplicemente ad esplicitare simbologie e associazioni oniriche, ma vuole spingersi piuttosto all’interno di aree inesplorate della dimensione sogno, per interiorizzarne l’energia, per liberare nuovi archetipi e figure chiave, per incontrare non tanto freudianamente se stessi bensì l’altro, l’arcano e ineffabile, tra malinconiche fantasmagorie e incongrui ribaltamenti di senso (in una vita sempre più razionale e tecnologica). E se fossero i personaggi dell'arte, dipinti e scolpiti, a sognare la realtà di noi umani?
Seduzioni e incantamenti, illogicità e paradossi, alterazioni e frammentazioni spazio-temporali secondo la grammatica allegorica e universale tipica dei sogni, è quanto traspare dalle composizioni verbovisuali realizzate a quattro mani, in collaborazione differita ma anche sincretica, da Lamberto Pignotti (Firenze, 1926), poeta e saggista, uno dei maggiori protagonisti dell'intensa stagione della Poesia Visiva, e Antonino Bove (Palermo, 1945), autore multimediale dedito al connubio tra arte e scienza, da decenni impegnato in una peculiare ricerca sulla materializzazione dei sogni. Fondatore di una fantomatica Società degli Onironauti e inventore di apparecchiature improbabili quali l’Oniroscopio Fisicizzatore, Bove ha allestito un intrigante teatro onirico, combinando immagini enigmatiche estrapolate dalle proprie sperimentazioni e tracce di una memoria artistica comune e condivisa. Pignotti è quindi intervenuto sui collage, interagendo con notevole sintonia ed inserendovi suoi versi evocativi e pertinenti schegge di un poema concepito appositamente, in una perfetta fusione della poetica dei due autori.
Dalla metà degli anni '50, Pignotti si è imposto, con ironia e arguzia, come uno dei più originali e graffianti studiosi del rapporto fra parola e immagine, soprattutto in relazione alla comunicazione visiva nella società di massa. Tra i padri fondatori della Poesia Visiva, aderente al Gruppo '63, l’autore ha aperto nuove strade alla poesia sperimentale esaminando le più diverse dinamiche tra segni e codici linguistici nei diversi media. Dai ’70, Bove si è occupato invece di fenomeni para-scientifici come la levitazione, la reificazione dei sogni e il mito dell’immortalità. Cofondatore a Viareggio nel 2003 dell’associazione culturale BAU, l’artista ha creato nella sfera della meta-genetica installazioni e sculture vive, utilizzando organismi unicellulari quali il lievito, i batteri e anche alghe marine, meduse, anguille, tacchini.
Forti di queste formidabili pratiche ed esperienze, Pignotti e Bove hanno dato forma nella serie di opere in mostra ad un clima fantastico e visionario, con ibridazioni inusitate e accostamenti sorprendenti in una recherche che non mira semplicemente ad esplicitare simbologie e associazioni oniriche, ma vuole spingersi piuttosto all’interno di aree inesplorate della dimensione sogno, per interiorizzarne l’energia, per liberare nuovi archetipi e figure chiave, per incontrare non tanto freudianamente se stessi bensì l’altro, l’arcano e ineffabile, tra malinconiche fantasmagorie e incongrui ribaltamenti di senso (in una vita sempre più razionale e tecnologica). E se fossero i personaggi dell'arte, dipinti e scolpiti, a sognare la realtà di noi umani?
Luoghi
www.studiogennai.it 348 8243760 348 8243760
orario di apertura: 17.00 - 19.30 da lunedì a sabato