La Scultura dopo il Duemila. Idolatria e Iconoclastia
A cura di: Ada Patrizia Fiorillo
Sabato 30 maggio alle ore 18:30 il sindaco Gianfranco Valiante e l’assessore alla cultura Emanuela Migliore presenteranno, nella sale delle conferenze del Museo-Frac di Baronissi, la mostra La Scultura dopo il Duemila. Idolatria e iconoclastia.
La mostra curata da Ada Patrizia Fiorillo, comprende le opere di nove artisti: Caterina Arcuri, Emmanuele De Ruvo, Emanuela Fiorelli, Vincenzo Frattini, Maria Cristina Galli, Michelangelo Galliani, Anna Utopia Giordano, Federico Lanaro, Rinedda (Gennaro Sorrentino).
Si tratta di una selezionata scelta di nomi attraverso la quale la curatrice si interroga sul linguaggio della scultura, sulle ragioni che, almeno dagli ultimi trent’anni del Novecento ne hanno minato lo statuto. «È in tal senso – precisa Fiorillo – una campionatura senza dubbio angolata, con la quale si intende offrire un contributo al dibattito sulla scultura, ambito di ricerca che, nella sua evidente modificazione così come nella sua estensione, appare oggi tra le espressioni privilegiate delle vicende artistiche contemporanee. Dare del resto alla sua sintassi una definizione appare alquanto difficile. Più agevole, anche più utile, è leggere, seppur in sintesi per tale sede, i suoi cambiamenti, in particolare nei processi che l’hanno attraversata. Ciò che infatti del suo linguaggio si offre quotidianamente alla nostra esperienza è il frutto di pratiche ereditate dal passato, prossimo o, talora, remoto. Quale dunque il senso di questa eredità? Ed anche, fin dove bisogna spingersi nel tempo e che cosa è intervenuto a determinare una svolta, di gran lunga significativa, per tale linguaggio?». Sulle tracce di un breve excursus storiografico che richiama l’attenzione sul confine tra la cultura della modernità e della postmodernità, l’evidenza per la scultura è – come ancora sostiene – che ci si trovi davanti a un “campo allargato”, ad una molteplicità di espressioni poste al confine tra il culturale ed il naturale. Da qui anche la scelta di focalizzarsi sulla centralità dell’immagine, posta in quella dialettica che ne riscrive valori in termini di esaltazione o di denigrazione».
«È una mostra che, coraggiosamente, – scrive Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi nell’introduzione al catalogo edito da Gutenberg – ha voluto aprire il dibattito alla scena nazionale, dando piena risposta alla progettualità ed alla dialettica che il nostro Museo-Frac porta avanti sin dalla sua fondazione nel 2002. Un’esposizione dedicata ad aspetti attuali della ricerca scultorea in Italia, cioè a quanto accade in questo secondo decennio del nuovo millennio. Dunque uno sguardo acuto su un’ultimissima generazione di artisti, avviando una riflessione sui contenuti e sulle tecniche, spaziando da quelle a noi ben note fino a spingersi alla sfera del digitale».
Quello che affiora dalle opere dei nove artisti proposti – afferma Massimo Bignardi direttore del Museo-Frac - è una delle possibili tante sintesi della scultura attuale: una pratica che si fa interprete di una affermata dismissione del suo tradizionale concetto, inteso quale esercizio che, nella materia, trova la sua piena e concreta affermazione. Essa appare altresì sempre più sospinta, dalle maniacali mode, a cedere alla seduzione di riflessioni che interessano maggiormente la separazione tra l’ordine estetico e quello artistico».
Per l’occasione un elegante volume è pubblicato per i tipi della Gutenberg, completo di un ricco corredo iconografico ed apparati bio-bibliografici.
La mostra curata da Ada Patrizia Fiorillo, comprende le opere di nove artisti: Caterina Arcuri, Emmanuele De Ruvo, Emanuela Fiorelli, Vincenzo Frattini, Maria Cristina Galli, Michelangelo Galliani, Anna Utopia Giordano, Federico Lanaro, Rinedda (Gennaro Sorrentino).
Si tratta di una selezionata scelta di nomi attraverso la quale la curatrice si interroga sul linguaggio della scultura, sulle ragioni che, almeno dagli ultimi trent’anni del Novecento ne hanno minato lo statuto. «È in tal senso – precisa Fiorillo – una campionatura senza dubbio angolata, con la quale si intende offrire un contributo al dibattito sulla scultura, ambito di ricerca che, nella sua evidente modificazione così come nella sua estensione, appare oggi tra le espressioni privilegiate delle vicende artistiche contemporanee. Dare del resto alla sua sintassi una definizione appare alquanto difficile. Più agevole, anche più utile, è leggere, seppur in sintesi per tale sede, i suoi cambiamenti, in particolare nei processi che l’hanno attraversata. Ciò che infatti del suo linguaggio si offre quotidianamente alla nostra esperienza è il frutto di pratiche ereditate dal passato, prossimo o, talora, remoto. Quale dunque il senso di questa eredità? Ed anche, fin dove bisogna spingersi nel tempo e che cosa è intervenuto a determinare una svolta, di gran lunga significativa, per tale linguaggio?». Sulle tracce di un breve excursus storiografico che richiama l’attenzione sul confine tra la cultura della modernità e della postmodernità, l’evidenza per la scultura è – come ancora sostiene – che ci si trovi davanti a un “campo allargato”, ad una molteplicità di espressioni poste al confine tra il culturale ed il naturale. Da qui anche la scelta di focalizzarsi sulla centralità dell’immagine, posta in quella dialettica che ne riscrive valori in termini di esaltazione o di denigrazione».
«È una mostra che, coraggiosamente, – scrive Gianfranco Valiante sindaco di Baronissi nell’introduzione al catalogo edito da Gutenberg – ha voluto aprire il dibattito alla scena nazionale, dando piena risposta alla progettualità ed alla dialettica che il nostro Museo-Frac porta avanti sin dalla sua fondazione nel 2002. Un’esposizione dedicata ad aspetti attuali della ricerca scultorea in Italia, cioè a quanto accade in questo secondo decennio del nuovo millennio. Dunque uno sguardo acuto su un’ultimissima generazione di artisti, avviando una riflessione sui contenuti e sulle tecniche, spaziando da quelle a noi ben note fino a spingersi alla sfera del digitale».
Quello che affiora dalle opere dei nove artisti proposti – afferma Massimo Bignardi direttore del Museo-Frac - è una delle possibili tante sintesi della scultura attuale: una pratica che si fa interprete di una affermata dismissione del suo tradizionale concetto, inteso quale esercizio che, nella materia, trova la sua piena e concreta affermazione. Essa appare altresì sempre più sospinta, dalle maniacali mode, a cedere alla seduzione di riflessioni che interessano maggiormente la separazione tra l’ordine estetico e quello artistico».
Per l’occasione un elegante volume è pubblicato per i tipi della Gutenberg, completo di un ricco corredo iconografico ed apparati bio-bibliografici.
Luoghi
http://www.comune.baronissi.sa.it 089 828210 089 828217
Orario di apertura: lunedì - giovedì ore 9.00/12.30 lunedì e giovedì anche ore 16.00/18.30 venerdì e sabato: ore 10 /13; 17/22 domenica e festivi: ore 10-13; 17/20