L'Arte nella moda
A cura di: Carmine Siniscalco
Come nasce questa esposizione, d'arte non alla moda, ma nella moda ? Dal desiderio di approfondire un argomento appena sfiorato per un evento collaterale alla XXV edizione di AltaRomAltaModa organizzato dallo Studio S-Arte Contemporanea, dal 12 al 26 luglio 2014, in rappresentanza dell'A.R.GA.M. (Associazione Romana Gallerie d'Arte Moderna), con un'altra galleria associata, la 6° Senso Art Gallery. LA MODA NELL'ARTE – titolo dell'evento del luglio scorso – cambia volto: si presenta adesso, dal 20 novembre al 10 dicembre, come L'ARTE NELLA MODA, con un'esposizione di dipinti, sculture, ed un'installazione, di artisti che hanno legato il loro nome anche alla moda - abiti e/o accessori – con opere che nell'un caso e nell'altro sono un riflesso della loro poetica e creatività. Parte dall'iconica presenza di due preziose miniature di GIORGIO DE CHIRICO, autore anche di gioielli e foulards, e da dieci rari pochoirs di SONIA DELAUNAY, l'artista ucraina che ha creato il binomio arte-moda agli inizi del secolo scorso, per proporre cinque artisti contemporanei, dei quali soltanto alcuni già presenti, ma con opere diverse, nell'evento del luglio scorso: VALERIA CATANIA, STEFANIA LUBRANI, EMILIANO MANARI, MAURO MOLINARI e SINISCA. Generazioni e tendenze diverse, discipline d'arte le più varie, dalla pittura, dalla grafica e dalla scultura alla fotografia e all'installazione: di ogni artista opere legate al mondo della moda affiancate ad altre che lo individuano nel panorama dell'arte.
VALERIA CATANIA ha creato un'installazione dal titolo BLACK AND WHITE, diversa versione di un suo abito/scultura, per approfondire il motivo del doppio e della ricerca della propria identità, motori portanti del suo lavoro già in passato presentato dallo Studio S.
STEFANIA LUBRANI, eclettica ed imprevedibile, utilizza quale supporto di una sua stola dipinta un'inedita scultura in cera degli anni '80, che ne mette in rilievo le doti di restauratrice e scultrice in questo particolare settore, come evidenziato da altre due opere in cera realizzate per la mostra.
EMILIANO MANARI, architetto, ritaglia e cuce tessuti e broccati creando “Patchworks d'Autore” per icone della nostra epoca o dell'arte del passato. Interessante il suo lavoro ed una presenza la sua dovuta in questa mostra quale omaggio al patchwork, tecnica adoperata per la prima opera d'arte applicata astratta nel 1911: un copriletto ricavato da ritagli di stoffe di forme e colori diversi cuciti insieme in grandi composizioni.
MAURO MOLINARI, attivissimo disegnatore e pittore, ed artista concettuale tra i più versatili ed intelligibili, traduce i segni ed i colori della sua tavolozza in una serie di scarpe tramutate in oggetti d'arte, accessori di moda protagonisti di ludiche composizioni che si accompagnano ad alcune sue opere su tela che pur nella loro contemporaneità non rifuggono dalla tradizione.
S I N I S C A espone in questa occasione alcuni suoi dipinti che immediatamente lo individuano – dalla pittura su tela alle “contaminazioni” con apporti metallici – e ripropone gli elementi delle sue tele e delle sue strutture in ferro ed acciaio in una serie di gioielli, scialli e foulards da collezione, presentati nel 1981 a New York, in una mostra alle Nazioni Unite, e nel 1987 a LIGURIAMODAMARE a Santa Margherita Ligure.
L'esposizione dello Studio S è arricchita da dieci rari pochoirs di SONIA TERK DELAUNAY (1885 - 1979), l'artista ucraina formatasi a San Pietroburgo e trasferitasi nel 1906 a Parigi, l'antesignana del binomio arte-moda. I pochoirs esposti fanno parte della serie Rythmes-Couleurs, realizzati nel 1966 in soli 20 esemplari da Jacques Damase (1948-2014), editore parigino raffinato ed indipendente, noto collezionista ed introdotto nei circuiti d'arte più esclusivi della capitale francese, autore di libri d'arte tra cui anche un volume, DE CHIRICO PAR DE CHIRICO, pubblicato nel 1978 per l'esposizione da me curata in occasione dei novanta anni dell'artista all'Artcurial di Parigi. Fu appunto Jacques Damase, deceduto la scorsa estate a New York in un incidente stradale, a presentarmi nel 1977 a Sonia Delaunay, della cui opera grafica ero divenuto suo tramite collezionista, ed in seguito presi a frequentarla sempre con Jacques Damase che si prendeva cura di lei con la fedele proustiana segretaria Monique. Insieme, Jacques ed io, andammo a farle visita in ospedale pochi giorni prima della sua morte ed in quella occasione mi tolsi dal collo una catenina con un totem di Sinisca che lei aveva ammirato, e glielo offrii. Non mi rendevo conto allora di aver avuto l'opportunità di conoscere e frequentare l'artista che aveva segnato un'epoca ed un movimento: aveva dato il nome di LABORATORIO SIMULTANEO a quel suo atelier sul ponte Alexandre III, una delle maggiori attrazioni dell'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative nella Parigi del 1925, dove nascevano abiti, sciarpe, borse e cappelli con disegni geometrici e colori basati sulla legge ottica dei contrasti simultanei; aveva pubblicato un primo saggio sull'argomento, L'influenza della pittura sulla moda, nel 1927, un anno dopo la presentazione a Bruxelles delle gouaches di René Magritte per COUTURE NORINE, la più importante casa di abbigliamento belga di quegli anni; aveva aperto la strada a quel binomio, ARTE e MODA, destinato da quel momento a spesso incrociarsi sul sentiero della creatività. Da quell'ormai lontano 1938 che vide a Parigi i surrealisti organizzare una mostra di manichini (Il Trovatore di de Chirico, d'altronde, non resta per antonomasia la trasformazione antropomorfa di un manichino ? ), tante sono state infatti le collezioni di moda dichiaratamente ispirate a nomi di artisti illustri, quali - per non citarne che alcuni tra i più noti - Dali, Matta, Duchamps e appunto Magritte.
Questa esposizione - di un'arte intrecciata al mondo della moda ed implicitamente al concetto di eleganza - e' dallo Studio S – Arte Contemporanea dedicata a MARIA MERCEDE LIGOZZI, interprete delicata del mondo dell'arte, amica dotata di una eleganza innata, riflesso di una profonda sensibilita' avvertita da quanti ne hanno incrociato il troppo breve percorso, e nella vita professionale di sociologa e antropologa con incarichi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e nel suo quotidiano di persona riservata e serena nei momenti anche piu' dolorosi e difficili affrontati con il sorriso che ne illumina oggi il ricordo. Desidero testimoniarne la professionalità documentando in galleria l'ultima presentazione da lei scritta, al catalogo di un'esposizione di ANNA ADDAMIANO, artista con un suo codice personale di espressione, ed amica a lei sempre vicina nel decorso del suo male, alla quale tra l'altro devo la sua conoscenza e questa possibilità di renderle il dovuto tributo. Desidero ricordarne l'amicale presenza in questo passaggio dell'esistere dedicandole un'esposizione che avrebbe sicuramente accettato di presentare. E' questo un modo per averla ancora tra noi.
VALERIA CATANIA ha creato un'installazione dal titolo BLACK AND WHITE, diversa versione di un suo abito/scultura, per approfondire il motivo del doppio e della ricerca della propria identità, motori portanti del suo lavoro già in passato presentato dallo Studio S.
STEFANIA LUBRANI, eclettica ed imprevedibile, utilizza quale supporto di una sua stola dipinta un'inedita scultura in cera degli anni '80, che ne mette in rilievo le doti di restauratrice e scultrice in questo particolare settore, come evidenziato da altre due opere in cera realizzate per la mostra.
EMILIANO MANARI, architetto, ritaglia e cuce tessuti e broccati creando “Patchworks d'Autore” per icone della nostra epoca o dell'arte del passato. Interessante il suo lavoro ed una presenza la sua dovuta in questa mostra quale omaggio al patchwork, tecnica adoperata per la prima opera d'arte applicata astratta nel 1911: un copriletto ricavato da ritagli di stoffe di forme e colori diversi cuciti insieme in grandi composizioni.
MAURO MOLINARI, attivissimo disegnatore e pittore, ed artista concettuale tra i più versatili ed intelligibili, traduce i segni ed i colori della sua tavolozza in una serie di scarpe tramutate in oggetti d'arte, accessori di moda protagonisti di ludiche composizioni che si accompagnano ad alcune sue opere su tela che pur nella loro contemporaneità non rifuggono dalla tradizione.
S I N I S C A espone in questa occasione alcuni suoi dipinti che immediatamente lo individuano – dalla pittura su tela alle “contaminazioni” con apporti metallici – e ripropone gli elementi delle sue tele e delle sue strutture in ferro ed acciaio in una serie di gioielli, scialli e foulards da collezione, presentati nel 1981 a New York, in una mostra alle Nazioni Unite, e nel 1987 a LIGURIAMODAMARE a Santa Margherita Ligure.
L'esposizione dello Studio S è arricchita da dieci rari pochoirs di SONIA TERK DELAUNAY (1885 - 1979), l'artista ucraina formatasi a San Pietroburgo e trasferitasi nel 1906 a Parigi, l'antesignana del binomio arte-moda. I pochoirs esposti fanno parte della serie Rythmes-Couleurs, realizzati nel 1966 in soli 20 esemplari da Jacques Damase (1948-2014), editore parigino raffinato ed indipendente, noto collezionista ed introdotto nei circuiti d'arte più esclusivi della capitale francese, autore di libri d'arte tra cui anche un volume, DE CHIRICO PAR DE CHIRICO, pubblicato nel 1978 per l'esposizione da me curata in occasione dei novanta anni dell'artista all'Artcurial di Parigi. Fu appunto Jacques Damase, deceduto la scorsa estate a New York in un incidente stradale, a presentarmi nel 1977 a Sonia Delaunay, della cui opera grafica ero divenuto suo tramite collezionista, ed in seguito presi a frequentarla sempre con Jacques Damase che si prendeva cura di lei con la fedele proustiana segretaria Monique. Insieme, Jacques ed io, andammo a farle visita in ospedale pochi giorni prima della sua morte ed in quella occasione mi tolsi dal collo una catenina con un totem di Sinisca che lei aveva ammirato, e glielo offrii. Non mi rendevo conto allora di aver avuto l'opportunità di conoscere e frequentare l'artista che aveva segnato un'epoca ed un movimento: aveva dato il nome di LABORATORIO SIMULTANEO a quel suo atelier sul ponte Alexandre III, una delle maggiori attrazioni dell'Esposizione Internazionale delle Arti Decorative nella Parigi del 1925, dove nascevano abiti, sciarpe, borse e cappelli con disegni geometrici e colori basati sulla legge ottica dei contrasti simultanei; aveva pubblicato un primo saggio sull'argomento, L'influenza della pittura sulla moda, nel 1927, un anno dopo la presentazione a Bruxelles delle gouaches di René Magritte per COUTURE NORINE, la più importante casa di abbigliamento belga di quegli anni; aveva aperto la strada a quel binomio, ARTE e MODA, destinato da quel momento a spesso incrociarsi sul sentiero della creatività. Da quell'ormai lontano 1938 che vide a Parigi i surrealisti organizzare una mostra di manichini (Il Trovatore di de Chirico, d'altronde, non resta per antonomasia la trasformazione antropomorfa di un manichino ? ), tante sono state infatti le collezioni di moda dichiaratamente ispirate a nomi di artisti illustri, quali - per non citarne che alcuni tra i più noti - Dali, Matta, Duchamps e appunto Magritte.
Questa esposizione - di un'arte intrecciata al mondo della moda ed implicitamente al concetto di eleganza - e' dallo Studio S – Arte Contemporanea dedicata a MARIA MERCEDE LIGOZZI, interprete delicata del mondo dell'arte, amica dotata di una eleganza innata, riflesso di una profonda sensibilita' avvertita da quanti ne hanno incrociato il troppo breve percorso, e nella vita professionale di sociologa e antropologa con incarichi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, e nel suo quotidiano di persona riservata e serena nei momenti anche piu' dolorosi e difficili affrontati con il sorriso che ne illumina oggi il ricordo. Desidero testimoniarne la professionalità documentando in galleria l'ultima presentazione da lei scritta, al catalogo di un'esposizione di ANNA ADDAMIANO, artista con un suo codice personale di espressione, ed amica a lei sempre vicina nel decorso del suo male, alla quale tra l'altro devo la sua conoscenza e questa possibilità di renderle il dovuto tributo. Desidero ricordarne l'amicale presenza in questo passaggio dell'esistere dedicandole un'esposizione che avrebbe sicuramente accettato di presentare. E' questo un modo per averla ancora tra noi.
Luoghi
06.3612086 339.3303719
Direttore: Carmine Siniscalco dal lunedí al venerdí ore 15. 30-19. 30 - sabato ore 11. 00-13. 30 / 15. 30 -19. 30