Jonathan Soverchia. poco prima del caffè
A cura di: Annalisa Filonzi
“Poco prima del caffè” di Jonathan Soverchia è un video sul tempo che si avvolge su se stesso. Nasce da una riflessione fatta in sala di montaggio sulla relatività del tempo, che l’uso della tecnologia contribuisce a sfasare ulteriormente, facendone saltare tutte le convenzioni. L’orologio diventa così l’oggetto simbolico che attiva lo straniamento, la ricerca dello straordinario nell’ordinario della vita quotidiana.
Il surreale è infatti per Soverchia una poetica che da sempre lo affascina, da quando ai tempi della scuola veniva stimolato a tirar fuori la poesia da ogni sua esperienza. È attivare l’immaginazione, non spiegare per forza tutto, come nel video proposto in mostra, in cui i due personaggi forse esistono forse no, e non c’è un inizio univoco né una fine… ognuno può ricostruire l’accaduto secondo la propria esperienza, secondo il proprio ricordo.
Nei video di Jonathan Soverchia non c’è solo una storia, con un meccanismo narrativo regolare, né solo un’idea, un concetto: c’è la storia di un’idea che perde, attraverso la distanza polverosa delle immagini, la definizione rettilinea del tempo per esprimere un percorso emotivo che l’autore ha dentro, comunicare un’atmosfera.
Il gioco dello straniamento però non è un gioco serio: molta ironia si concentra sulla fisionomia dei volti, persone reali e non personaggi, decontestualizzati dai loro ruoli quotidiani, e deformati anche dalla scelta del grandangolo che ne distorce la normale visione.
Dal punto di vista tecnico, poco spazio è riservato alla rielaborazione. La poesia nasce già in fase di progettazione, con una sceneggiatura quasi totalmente affidata allo storyboard, tenendo conto sia dei cromatismi che dei suoni, in presa diretta, e affidando alla postproduzione solo il montaggio.
Il cortometraggio, della durata di 9.30 minuti, è stato proiettato al Fano International Film Festival 2013 dove ha vinto il primo premio nella Sezione Autori Marchigiani; è risultato terzo classificato al Bonsai Film Festival 2014 di Acqualagna (PU) e ha vinto il premio per la Miglior fotografia al Fabriano Film Fest
Il surreale è infatti per Soverchia una poetica che da sempre lo affascina, da quando ai tempi della scuola veniva stimolato a tirar fuori la poesia da ogni sua esperienza. È attivare l’immaginazione, non spiegare per forza tutto, come nel video proposto in mostra, in cui i due personaggi forse esistono forse no, e non c’è un inizio univoco né una fine… ognuno può ricostruire l’accaduto secondo la propria esperienza, secondo il proprio ricordo.
Nei video di Jonathan Soverchia non c’è solo una storia, con un meccanismo narrativo regolare, né solo un’idea, un concetto: c’è la storia di un’idea che perde, attraverso la distanza polverosa delle immagini, la definizione rettilinea del tempo per esprimere un percorso emotivo che l’autore ha dentro, comunicare un’atmosfera.
Il gioco dello straniamento però non è un gioco serio: molta ironia si concentra sulla fisionomia dei volti, persone reali e non personaggi, decontestualizzati dai loro ruoli quotidiani, e deformati anche dalla scelta del grandangolo che ne distorce la normale visione.
Dal punto di vista tecnico, poco spazio è riservato alla rielaborazione. La poesia nasce già in fase di progettazione, con una sceneggiatura quasi totalmente affidata allo storyboard, tenendo conto sia dei cromatismi che dei suoni, in presa diretta, e affidando alla postproduzione solo il montaggio.
Il cortometraggio, della durata di 9.30 minuti, è stato proiettato al Fano International Film Festival 2013 dove ha vinto il primo premio nella Sezione Autori Marchigiani; è risultato terzo classificato al Bonsai Film Festival 2014 di Acqualagna (PU) e ha vinto il premio per la Miglior fotografia al Fabriano Film Fest
Luoghi
http://www.aocf58.it 06/3610411 06/3200317
Orario: dal lunedì al venerdì ore 17.00 –19.30 (chiuso sabato e festivi)