Jole Raimo e Carmine Boccia. TerrAmare
A cura di: Testo di Marco Di Mauro
Con il patrocinio della Provincia di Salerno Settore Musei e Biblioteche, del Comune di Castellammare di Stabia, dell’Associazione Lions Club Castellammare-Terme, dell’Associazione Medici Abatesi, è stata inaugurata le la mostra d’arte contemporanea “TerrAmare” nelle prestigiose sale della Pinacoteca Provinciale di Salerno, che ospita cinquanta opere degli artisti stabiesi Jole Raimo e Carmine Boccia.
Il testo in catalogo è dello storico e critico d’arte Prof. Marco Di Mauro:
“La storia contamina il presente Jole Raimo tende al recupero del passato e lo fa con assoluta originalità, operando sulle trame di antichi corredi nuziali che si ricongiungono al presente mediante una sottile, quasi invisibile, elaborazione pittorica. Questo modo di operare “in punta di piedi”, che asseconda la trama per non essere invasivo, determina un dialogo costante con la sfera emotiva e sensoriale, ovvero tra l’io dell’artista e le generazioni di donne, da Aracne a Penelope, che hanno cucito, indossato e tramandato di madre in figlia quei preziosi oggetti. La pittura e il ricamo sono fusi in elaborazioni delicate e sapienti, percorse da un’intensa vena lirica che è propria di una sensibilità femminile. Questo riannodare i fili, ricucire gli strappi, integrare i ricami con interventi pittorici esprime l’estrema volontà di ricostruire il mondo, di ristabilire la pace, di ricomporre i fragili equilibri su cui si reggono le relazioni umane.
Carmine Boccia evoca il passato, dalla Magna Grecia fino alla belle époque, quale sostrato culturale di cui, sia pure inconsciamente, siamo eredi. Alla gravità delle citazioni si contrappone la freschezza delle pennellate che sfiorano i “reperti” – nel significato etimologico del termine – e li ricongiungono al presente, instaurando un dialogo visivo tra l’oggetto della rappresentazione e il soggetto che ne fruisce, ovvero tra il contesto storico e quello attuale. Il passato, dunque, diventa un repertorio di immagini attualizzate, rivissute come ricordi d’infanzia piuttosto che prelevate dai libri di storia, immagini che nella rielaborazione artistica vengono trasfigurate e “ri-significate” attraverso sapienti interventi pittorici. Così l’immagine di Flora, tratta da un celebre affresco di Pompei, viene rielaborata da Carmine Boccia, che incentra la sua attenzione su un dettaglio minore, il fiore, amplificando i petali e colorandoli di rosso. Il fiore, quindi, assurge a simbolo di una rinascita che l’arte è in grado di prefigurare, sviandoci dalla deprimente visione della realtà. Alla Flora si contrappone la Croce, in cui l’artista riproduce la Flagellazione di Caravaggio al centro di uno spazio cruciforme dalle superfici logore e usurate. La lacerazione è il segno di un passato che si tramanda all’infinito, di una storia di sofferenza che è connaturata all’uomo e alla sua condizione terrena.”
Il testo in catalogo è dello storico e critico d’arte Prof. Marco Di Mauro:
“La storia contamina il presente Jole Raimo tende al recupero del passato e lo fa con assoluta originalità, operando sulle trame di antichi corredi nuziali che si ricongiungono al presente mediante una sottile, quasi invisibile, elaborazione pittorica. Questo modo di operare “in punta di piedi”, che asseconda la trama per non essere invasivo, determina un dialogo costante con la sfera emotiva e sensoriale, ovvero tra l’io dell’artista e le generazioni di donne, da Aracne a Penelope, che hanno cucito, indossato e tramandato di madre in figlia quei preziosi oggetti. La pittura e il ricamo sono fusi in elaborazioni delicate e sapienti, percorse da un’intensa vena lirica che è propria di una sensibilità femminile. Questo riannodare i fili, ricucire gli strappi, integrare i ricami con interventi pittorici esprime l’estrema volontà di ricostruire il mondo, di ristabilire la pace, di ricomporre i fragili equilibri su cui si reggono le relazioni umane.
Carmine Boccia evoca il passato, dalla Magna Grecia fino alla belle époque, quale sostrato culturale di cui, sia pure inconsciamente, siamo eredi. Alla gravità delle citazioni si contrappone la freschezza delle pennellate che sfiorano i “reperti” – nel significato etimologico del termine – e li ricongiungono al presente, instaurando un dialogo visivo tra l’oggetto della rappresentazione e il soggetto che ne fruisce, ovvero tra il contesto storico e quello attuale. Il passato, dunque, diventa un repertorio di immagini attualizzate, rivissute come ricordi d’infanzia piuttosto che prelevate dai libri di storia, immagini che nella rielaborazione artistica vengono trasfigurate e “ri-significate” attraverso sapienti interventi pittorici. Così l’immagine di Flora, tratta da un celebre affresco di Pompei, viene rielaborata da Carmine Boccia, che incentra la sua attenzione su un dettaglio minore, il fiore, amplificando i petali e colorandoli di rosso. Il fiore, quindi, assurge a simbolo di una rinascita che l’arte è in grado di prefigurare, sviandoci dalla deprimente visione della realtà. Alla Flora si contrappone la Croce, in cui l’artista riproduce la Flagellazione di Caravaggio al centro di uno spazio cruciforme dalle superfici logore e usurate. La lacerazione è il segno di un passato che si tramanda all’infinito, di una storia di sofferenza che è connaturata all’uomo e alla sua condizione terrena.”
Luoghi
www.pinacoteca.provinciasalerno.org 089 25 83 073
Apertura: dal martedì al sabato, ore 9/13 - 16/19 - domenica, ore 9/13 - Lunedì chiuso