Jason Dodge e la parola

Jason Dodge e la parola
Come già accaduto per la prima installazione permanente dell’artista (A permanently open window), anche con Cut a Door in the Wolf la tensione emotiva risiede nei nuovi significati degli oggetti, verso i quali lo spettatore si muove con curiosità. La parola, che definisce solo in parte l’oggetto, è al centro del lavoro di Dodge, al punto che nel 2012 fonda la casa editrice Fivehundred Places. Tra le pubblicazioni ci sono libri monografici e poesie contemporanee, come quelle di Matthew Dickman, poeta americano che ha collaborato con Dodge in precedenti installazioni. A tal proposito, quando si pensa alla poesia come forma di riduzione, afferma Dodge in un’intervista, è necessario “usare parole esistenti nell’ordine che esse assumono, e sono esse stesse a dare senso alla poesia. Nel processo del mio lavoro l’invenzione avviene in rapporto a cose che esistono già o che altre persone realizzano adottando gli stessi processi nella loro quotidianità”.
Rigenerare ciò di cui pensiamo ormai di non aver più bisogno, avvicinarsi alla materia con sguardo attento e critico, rende accessibile l’oggettività dell’opera e, in parte, ciò che di essa non è visibile al primo impatto. Lo spettatore entra quasi a farne parte, l’attraversa fisicamente, la trasforma, così da vincere una certa pigrizia intellettiva e interpretativa.
Luoghi
p.paris@palaexpo.it www.museomacro.it 06 48941206 06 48941205 06 8554090
Orario: da martedì a domenica, ore 16,00/22,00 stampa.macro@comune.roma.it - http://www.museomacro.org