J. Montgomery Barron, E. Van Deman, G. Masson "A View of One’s Own"
A cura di: Peter Benson Miller, Lindsay Harris, Angela Piga
L’American Academy in Rome inaugura la stagione autunnale e l’anno accademico 2016-2017 con un grande progetto intitolato American Classics, una serie di appuntamenti che riconsiderano idee, testi, canzoni e immagini, i “classici” che definiscono ciò che dà senso alla parola “Americano”. In un immaginario sempre più internazionale che sta modificando i suoi centri del potere, i tropi che per lungo tempo sono stati identificati alla base dell’identità americana sono messi al centro di una nuova indagine, mettendo in discussione le verità culturali che gli americani ritenevano un tempo acquisite. Traendo ispirazione dalla sede dell’American Academy in Rome, questa serie ha l’obiettivo di comprendere l’americanità nel XXI secolo indagando la relazione tra gli ideali americani e il mondo antico, tra l’individualismo del XXI secolo e le immagini e l’architettura dell’impero. Esplora anche i modi in cui i tratti distintivi dell’identità americana evolvono una volta sradicati dagli Stati Uniti e messi a confronto con altre culture.
All’interno di questo progetto si colloca la mostra, il cui titolo si ispira al celebre saggio di Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, “A View of One’s Own: Tre fotografe a Roma. Esther Van Deman, Georgina Masson, Jeannette Montgomery Barron a cura di Lindsay Harris, Peter Benson Miller e Angela Piga che inaugurerà il 13 ottobre alle 18 (fino al 27 novembre). La mostra è inserita tra le esposizioni collaterali della XV edizione di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma (MACRO, 21 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017).
Sarà, inoltre, inaugurata da un intervento della fotografa americana Zoe Strauss, mentre il 3 novembre alle ore 18, il confronto è con la grande fotografa siciliana Letizia Battaglia. La conferenza di Letizia Battaglia aderisce al programma de La Quadriennale in città (16° Quadriennale d’Arte).
La mostra espone una selezione di fotografie di donne straniere che hanno vissuto a Roma per tre successive generazioni, tutte collegate in qualche modo all’American Academy in Rome.
Le loro foto fanno, infatti, parte dell’Archivio della Fototeca dell’American Academy in Rome, che costituisce, attraverso gioielli come questi, uno strumento ed una risorsa preziosa per studiosi e amanti della fotografia nel racconto e nella documentazione della città di Roma.
Il loro lavoro confronta aspetti della Città Eterna e le sue trasformazioni urbane nel corso di più di un secolo, dalla Belle Epoque ai nostri giorni. Allo stesso modo, traccia l’emergere della fotografia come mezzo indipendente esercitato da donne con un punto di vista distintivo, che si evolve passando dall’approccio documentaristico all’interpretazione di una visione in soggettiva che richiama anche ad una “espressione di genere”.
Protagoniste sono l’archeologa americana Esther Van Deman (1862-1937), che ha fotografato Roma e i suoi dintorni nei primi decenni del Novecento, Georgina Masson (1912 -1980), britannica, autrice della guida classica The Companion Guide to Rome che ha dato forma all’esperienza degli visitatori anglosassoni a Roma dal 1950 fino ad oggi (l’ultima edizione è stata pubblicata nel 2014) e la fotografa contemporanea Jeannette Montgomery Barron, (nata nel 1956) le cui immagini hanno catturato scorci della città dal punto di vista di una americana che vive all’estero, nella città eterna, con un approccio meditativo.
Nel suo importantissimo volume Sulla Fotografia, Susan Sontag mette a confronto il fotografo con il flâneur, il cui sguardo mobile e la sensibilità indipendente nel flusso e riflusso di Parigi viene definito nel XIX secolo dal poeta e critico Charles Baudelaire come un tratto distintivo del punto di vista maschile moderno. Per Baudelaire, lo spettatore sperimenta la città, passeggiando e assorbendo la miriade di dettagli che la caratterizzano, perdendosi tra la folla e cercando l’eterno in ciò che è fugace e fuggitivo.
Le fotografe Esther Van Deman, Georgina Masson, Jeannette Montgomery Barron si appropriano di questo sguardo mobile forgiato da un immaginario prettamente maschile e danno vita ad una nuova narrazione sulla città. L’osservazione empirica di mattoni e malta si dissolve progressivamente in una pura, evanescente esperienza.
All’interno di questo progetto si colloca la mostra, il cui titolo si ispira al celebre saggio di Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé, “A View of One’s Own: Tre fotografe a Roma. Esther Van Deman, Georgina Masson, Jeannette Montgomery Barron a cura di Lindsay Harris, Peter Benson Miller e Angela Piga che inaugurerà il 13 ottobre alle 18 (fino al 27 novembre). La mostra è inserita tra le esposizioni collaterali della XV edizione di FOTOGRAFIA – Festival Internazionale di Roma (MACRO, 21 ottobre 2016 – 8 gennaio 2017).
Sarà, inoltre, inaugurata da un intervento della fotografa americana Zoe Strauss, mentre il 3 novembre alle ore 18, il confronto è con la grande fotografa siciliana Letizia Battaglia. La conferenza di Letizia Battaglia aderisce al programma de La Quadriennale in città (16° Quadriennale d’Arte).
La mostra espone una selezione di fotografie di donne straniere che hanno vissuto a Roma per tre successive generazioni, tutte collegate in qualche modo all’American Academy in Rome.
Le loro foto fanno, infatti, parte dell’Archivio della Fototeca dell’American Academy in Rome, che costituisce, attraverso gioielli come questi, uno strumento ed una risorsa preziosa per studiosi e amanti della fotografia nel racconto e nella documentazione della città di Roma.
Il loro lavoro confronta aspetti della Città Eterna e le sue trasformazioni urbane nel corso di più di un secolo, dalla Belle Epoque ai nostri giorni. Allo stesso modo, traccia l’emergere della fotografia come mezzo indipendente esercitato da donne con un punto di vista distintivo, che si evolve passando dall’approccio documentaristico all’interpretazione di una visione in soggettiva che richiama anche ad una “espressione di genere”.
Protagoniste sono l’archeologa americana Esther Van Deman (1862-1937), che ha fotografato Roma e i suoi dintorni nei primi decenni del Novecento, Georgina Masson (1912 -1980), britannica, autrice della guida classica The Companion Guide to Rome che ha dato forma all’esperienza degli visitatori anglosassoni a Roma dal 1950 fino ad oggi (l’ultima edizione è stata pubblicata nel 2014) e la fotografa contemporanea Jeannette Montgomery Barron, (nata nel 1956) le cui immagini hanno catturato scorci della città dal punto di vista di una americana che vive all’estero, nella città eterna, con un approccio meditativo.
Nel suo importantissimo volume Sulla Fotografia, Susan Sontag mette a confronto il fotografo con il flâneur, il cui sguardo mobile e la sensibilità indipendente nel flusso e riflusso di Parigi viene definito nel XIX secolo dal poeta e critico Charles Baudelaire come un tratto distintivo del punto di vista maschile moderno. Per Baudelaire, lo spettatore sperimenta la città, passeggiando e assorbendo la miriade di dettagli che la caratterizzano, perdendosi tra la folla e cercando l’eterno in ciò che è fugace e fuggitivo.
Le fotografe Esther Van Deman, Georgina Masson, Jeannette Montgomery Barron si appropriano di questo sguardo mobile forgiato da un immaginario prettamente maschile e danno vita ad una nuova narrazione sulla città. L’osservazione empirica di mattoni e malta si dissolve progressivamente in una pura, evanescente esperienza.
Luoghi
http://www.aarome.org 06 5846459 +39 0658461 06 5810788
orario: gio - sab 16-19, chiuso il 5 giugno