Isabella D'Ortona - Percorsi Esistenziali
A cura di: L. Carini
Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la mostra personale di Isabella D'Ortona dal titolo “Percorsi Esistenziali”.
Nata a Cremona, attiva per lunghi anni a Roma e attualmente residente a Piacenza, Isabella D'Ortona è un'artista dal lungo curriculum e dall'intensa attività, con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d'Europa.
Numerose anche le sue opere entrate a far parte di importanti collezioni ed Enti Istituzionali: tra queste è senza dubbio da segnalare una grande “Deposizione” collocata a Montecitorio, sede del Parlamento Italiano.
Importante anche il suo bagaglio critico con nomi di rilevanza nazionale, cari amici con cui ho avuto l'onore e il piacere di collaborare per tanto tempo. Il mio pensiero e il mio affettuoso ricordo vanno allora a Elda Fezzi, Mario Monteverdi, Giorgio Mascherpa e all'indimenticabile Mario Ghilardi, il mio più stretto collaboratore degli anni settanta e ottanta. Nomi che hanno lasciato una traccia indelebile e che, con le loro critiche e i loro saggi, hanno profondamente inciso sul percorso dell'arte moderna e contemporanea. Tutti questi nomi e altri ancora, prima di me, hanno avuto parole di stima ed elogio per Isabella D'Ortona, allora giovane e promettente artista, ma già proiettata verso un'espressione di nicchia, non commerciale, tutta rivolta all'interiorità, alle grandi problematiche umane ed esistenziali. Da allora, Isabella non ha mai cessato di portare avanti la sua ricerca: con passione e costanza, ma soprattutto con grande coerenza, la nostra artista ha continuato a tessere la sua tela restando fedele al suo mondo e alle sue tematiche, ha continuato a scavare nel profondo dell'animo umano, dentro le avversità della vita, nelle grandi ingiustizie e contraddizioni dei nostri giorni.
Artista vera e controcorrente, mai succube del mercato e delle mode, sempre fugaci e temporanee, Isabella D'Ortona ha senza dubbio sentito il fascino e l'attrazione dell'Espressionismo tedesco, di nomi come Schile, Munch, Ensor, Nolde, ma anche del nostro Realismo Esistenziale, costola e derivazione del Realismo Sociale di Renato Guttuso, e dei suoi massimi esponenti, artisti come Ferroni, Banchieri, Romagnoni, Cappelli, Zigaina. Con alcuni di questi ho avuto modo di lavorare, in passato, e di apprezzare il loro pensiero e il loro rigore morale e intellettuale. Allora l’incontro improvviso con quest’artista giunta da Roma ha finito per rinnovare ricordi sopiti e ormai lontani, per richiamare alla mente momenti fecondi del nostro comune passato quando fonte di dibattito era l’essenza stessa dell’uomo, il senso della vita e del tempo, il destino finale delle cose.
Da tutto ciò, da questi importanti e fondamentali agganci culturali di respiro nazionale ed europeo , nasce e si sviluppa la pittura di Isabella D’Ortona. E ancora, dopo essere uscito dal suo studio, porto negli occhi le atmosfere magiche e silenti dei suoi quadri, le penombre raccolte e ovattate, le luci calde e sfuggenti che, come lame taglienti, attraversano uomini e cose creando uno stato d’attesa e sospensione: pittura di forte impatto scenografico ed emotivo, di chiara ed evidente denuncia esistenziale che molto spesso diventa grido di dolore e di sbigottito silenzio. Così gli occhi sbarrati ed assenti dei suoi personaggi, le membra contorte e il colore terroso di certi sfondi sui quali si muovono umani fantasmi, altro non vogliono rappresentare se non la voce di chi non ha più voce, la forza di chi non ha più forza, la disperazione di chi ha perso l’ultima speranza. In effetti, la nostra artista sente come pochi il tema della sofferenza e della solitudine, dell’incomprensione e dell’indifferenza e tutto si riversa sul corpo, grande e sconfinato contenitore di vittorie e sconfitte, di gioie e dolori, ansie e delusioni. Ne sono testimoni alcuni dipinti dove i personaggi sono stati letteralmente prosciugati e scarnificati, trasformandosi in crude e impietose radiografie della carne e dello spirito. Ma nell’espressione della nostra artista non c’è solo pessimismo; spesso, nella sua pittura, si aprono chiari ed evidenti spiragli di vita e speranza allorché, lasciati i colori cupi e terrigni della pittura espressionista, si abbandona ai rosa delicati, agli azzurri tenui e appena sussurrati di sinuose ed eleganti silhouettes che ritraggono trepide copie di innamorati e di giovani amanti: straordinario inno alla vita, apertura al futuro, indispensabile ricerca di aria e di cielo. E’ una mostra da non perdere.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 27 febbraio.
Http://Galleria d'arte Studio C
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