Isabel Alonso Vega "Senza Fuoco"
A cura di: Eleonora Aloise, Carlo Maria Lolli Ghetti
Sospensione, evanescenza, astrazione. Sono queste le prime sensazioni evocate dalle opere di Isabel Alonso Vega, che dal 19 gennaio al 9 marzo presenta le sue opere per la prima volta in Italia nella mostra Senza fuoco alla White Noise Gallery.
Le sue sculture sono immagini assolute e archetipiche capaci di dialogare su un piano inconscio. Si tratta di lastre di plexiglass sovrapposte e dipinte con tecniche diverse - fuliggine, foglia d’oro o acrilico - poi racchiuse in teche dando l’illusione di una perfetta ed eterea sospensione. Le opere presenti in mostra si focalizzano su due particolari cromie, il nero e l’oro, in un percorso sequenziale di meditazione ed illuminazione.
Le nubi nere, dipinte con fiamme vive sulle centine trasparenti, dialogano con grandi disegni a carboncino che ne rappresentano l’ideale proiezione bidimensionale. Colonne di fumo, buchi neri o misteriose ombre danno forma al concetto stesso d’ignoto, proiettando lo spettatore in una sfera puramente contemplativa.
Prendendo spunto dal testo tardo-medievale “La nube della non-conoscenza”, la Alonso Vega crea strutture impalpabili che superano con decisione il linguaggio e la mera comprensione per arrivare all’ineffabile.
Le opere di Isabel sono una forma ibrida di astrazione in cui i richiami a strutture note come organismi cellulari o nuvole si perdono in favore di un’interpretazione subliminale. La sospensione del segno e l’ossessiva pulizia formale che caratterizza i suoi lavori, creano una frattura immediata fra significato e significante permettendo una comunicazione del tutto irrazionale. Una delle esigenze primarie che muovono il suo lavoro è di creare qualcosa che sia per tutti prezioso, in grado di creare quella sorta di distacco contemplativo che Kant definiva come “sublime matematico”.
Nel 1910 Vasilij Kandinsky entrò nel suo studio e restò abbagliato da un’opera accidentalmente appesa al contrario. Quello che vide fu un dipinto perfetto, come irradiato da una luce interna, in cui finalmente riusciva a scorgere solo forme e colori liberi da qualunque significato. Sono occorsi secoli e rivoluzioni per riconoscere l’importanza dell’arte astratta e per approfondire la sua capacità di comunicare perfettamente senza utilizzare alcun termine comprensibile. Il lavoro di Isabel Alonso Vega si muove esattamente in questa direzione: grandi sculture senza massa che danno forma all’evanescente.
Le sue sculture sono immagini assolute e archetipiche capaci di dialogare su un piano inconscio. Si tratta di lastre di plexiglass sovrapposte e dipinte con tecniche diverse - fuliggine, foglia d’oro o acrilico - poi racchiuse in teche dando l’illusione di una perfetta ed eterea sospensione. Le opere presenti in mostra si focalizzano su due particolari cromie, il nero e l’oro, in un percorso sequenziale di meditazione ed illuminazione.
Le nubi nere, dipinte con fiamme vive sulle centine trasparenti, dialogano con grandi disegni a carboncino che ne rappresentano l’ideale proiezione bidimensionale. Colonne di fumo, buchi neri o misteriose ombre danno forma al concetto stesso d’ignoto, proiettando lo spettatore in una sfera puramente contemplativa.
Prendendo spunto dal testo tardo-medievale “La nube della non-conoscenza”, la Alonso Vega crea strutture impalpabili che superano con decisione il linguaggio e la mera comprensione per arrivare all’ineffabile.
Le opere di Isabel sono una forma ibrida di astrazione in cui i richiami a strutture note come organismi cellulari o nuvole si perdono in favore di un’interpretazione subliminale. La sospensione del segno e l’ossessiva pulizia formale che caratterizza i suoi lavori, creano una frattura immediata fra significato e significante permettendo una comunicazione del tutto irrazionale. Una delle esigenze primarie che muovono il suo lavoro è di creare qualcosa che sia per tutti prezioso, in grado di creare quella sorta di distacco contemplativo che Kant definiva come “sublime matematico”.
Nel 1910 Vasilij Kandinsky entrò nel suo studio e restò abbagliato da un’opera accidentalmente appesa al contrario. Quello che vide fu un dipinto perfetto, come irradiato da una luce interna, in cui finalmente riusciva a scorgere solo forme e colori liberi da qualunque significato. Sono occorsi secoli e rivoluzioni per riconoscere l’importanza dell’arte astratta e per approfondire la sua capacità di comunicare perfettamente senza utilizzare alcun termine comprensibile. Il lavoro di Isabel Alonso Vega si muove esattamente in questa direzione: grandi sculture senza massa che danno forma all’evanescente.
Luoghi
www.whitenoisegallery.it +39 06 6832833
orario: mar-sab 12-20