Irene Fenara. Se il cielo fugge
Giovedì 28 aprile alle ore 18:30 Adiacenze riapre nella nuova sede espositiva in Vicolo Spirito Santo 1/B, nel pieno centro di Bologna. Per questa occasione l’Associazione Culturale Adiacenze cura l’installazione Se il cielo fugge di Irene Fenara che si avvale della collaborazione di Francesco Privato per le sonorità che accompagneranno il visitatore all’interno dell’opera ambientale.
La giovanissima artista bolognese si impossessa delle sale espositive: parcellizzazioni del mondo esterno e della natura entrano in Adiacenze decostruendo la percezione visiva e spaziale degli spettatori.
Tutto diventa il contrario di tutto: il lontano si avvicina e il vicino si allontana; il sotto diviene il sopra e il sopra il sotto; il cielo è terra o mare; le stanze nelle stanze che contraddistinguono la nuova sede di Adiacenze, si voltano per poi tornare in piano in una nuova prospettiva orizzontale costruita dalla stessa artista attraverso immagini e video che instaurano tra di loro e con lo spettatore un dialogo ribaltato.
Le coordinate delle geografie rappresentate e quelle dello stesso spazio sono confuse e i punti di riferimento vengono messi in discussione in modo tale da creare una sensazione di vertigine tattile.
Lo spazio espositivo viene presentato semivuoto e questa assenza accentua l’idea di straniamento. L’artista porta a pensare che il vuoto è un punto di quiete in cui tutto può accadere e in questo senso provoca un sentimento di angoscia e disorientamento simile alla sensazione di vertigine che si ha di fronte a cose nuove molto più grandi di noi come ad esempio il mare o le montagne.
Questo progetto, infatti, è stato pensato da Irene Fenara proprio nel momento di limbo dello spazio espositivo, nei mesi precedenti all’apertura, in cui le stanze sono caratterizzate solo dalla loro architettura, ma tutto è ancora vuoto, il momento in cui tutto può accadere ma ancora non se ne ha una coscienza visiva e percettiva. L’artista ribalta quindi questa visione dandone una propria e rimettendo in discussione l’idea stessa della rappresentazione del mondo: che cosa è realmente ribaltato, la struttura, le fotografie e i video o proprio noi stessi che guardiamo?
Il 28 aprile 2016, a sei anni dall’inizio dell’attività, Adiacenze è pronta a sviluppare ed arricchire ancora una volta il suo progetto. E’ tempo di una nuova, definitiva sede, quella di Vicolo Spirito Santo 1/B a due passi da Piazza Maggiore, grande abbastanza da riunire in sé una ricerca sul contemporaneo estesa ad altre e differenti forme d’arte.
La nuova ADIACENZE è spazio ibrido, dinamico, nel quale l’arte emergente pura andrà ad affiancarsi e a fondersi con realtà sperimentali appartenenti al campo dell’editoria, dell’illustrazione, del fumetto e del design. Un territorio fertile di collaborazioni e mescolanze, dove l’indagine sul contemporaneo è ancora più laboratoriale, dove workshop, presentazioni ed eventi performativi si fondono in un nucleo creativo ricettivo a 360°, una vera e propria fabbrica di innovazione culturale.
La giovanissima artista bolognese si impossessa delle sale espositive: parcellizzazioni del mondo esterno e della natura entrano in Adiacenze decostruendo la percezione visiva e spaziale degli spettatori.
Tutto diventa il contrario di tutto: il lontano si avvicina e il vicino si allontana; il sotto diviene il sopra e il sopra il sotto; il cielo è terra o mare; le stanze nelle stanze che contraddistinguono la nuova sede di Adiacenze, si voltano per poi tornare in piano in una nuova prospettiva orizzontale costruita dalla stessa artista attraverso immagini e video che instaurano tra di loro e con lo spettatore un dialogo ribaltato.
Le coordinate delle geografie rappresentate e quelle dello stesso spazio sono confuse e i punti di riferimento vengono messi in discussione in modo tale da creare una sensazione di vertigine tattile.
Lo spazio espositivo viene presentato semivuoto e questa assenza accentua l’idea di straniamento. L’artista porta a pensare che il vuoto è un punto di quiete in cui tutto può accadere e in questo senso provoca un sentimento di angoscia e disorientamento simile alla sensazione di vertigine che si ha di fronte a cose nuove molto più grandi di noi come ad esempio il mare o le montagne.
Questo progetto, infatti, è stato pensato da Irene Fenara proprio nel momento di limbo dello spazio espositivo, nei mesi precedenti all’apertura, in cui le stanze sono caratterizzate solo dalla loro architettura, ma tutto è ancora vuoto, il momento in cui tutto può accadere ma ancora non se ne ha una coscienza visiva e percettiva. L’artista ribalta quindi questa visione dandone una propria e rimettendo in discussione l’idea stessa della rappresentazione del mondo: che cosa è realmente ribaltato, la struttura, le fotografie e i video o proprio noi stessi che guardiamo?
Il 28 aprile 2016, a sei anni dall’inizio dell’attività, Adiacenze è pronta a sviluppare ed arricchire ancora una volta il suo progetto. E’ tempo di una nuova, definitiva sede, quella di Vicolo Spirito Santo 1/B a due passi da Piazza Maggiore, grande abbastanza da riunire in sé una ricerca sul contemporaneo estesa ad altre e differenti forme d’arte.
La nuova ADIACENZE è spazio ibrido, dinamico, nel quale l’arte emergente pura andrà ad affiancarsi e a fondersi con realtà sperimentali appartenenti al campo dell’editoria, dell’illustrazione, del fumetto e del design. Un territorio fertile di collaborazioni e mescolanze, dove l’indagine sul contemporaneo è ancora più laboratoriale, dove workshop, presentazioni ed eventi performativi si fondono in un nucleo creativo ricettivo a 360°, una vera e propria fabbrica di innovazione culturale.
Luoghi
http://www.adiacenze.it/main +39 3335463796
orario: mar-sab dalle 11 alle 20