Herbert Hamak "At the end of the rainbow"
La mostra, che inaugura venerdì 31 marzo 2017, più che una classica retrospettiva delle opere dell’autore, si configura come “il racconto di una storia”, come ha spiegato lo stesso Hamak nel corso di una recente intervista: una storia che narra la sua genesi pittorica, l’evoluzione del suo studio sul colore e le modalità in cui ha imparato a dipingere, perché è proprio così che lui si definisce, un “pittore”.
In questo senso il titolo è molto significativo e racchiude in sé l’epilogo di questa ricerca. L’opera chiave dell’esposizione è per l’appunto una grande installazione multicolore, concepita per invadere di luce rifratta l’ingresso dello spazio espositivo, proprio come un arcobaleno.
Hamak trae ispirazione da un’antica leggenda irlandese, secondo la quale alla fine dell’arcobaleno si troverebbe un tesoro, o meglio, una pentola di monete d’oro custodita gelosamente dagli elfi. Arrivare al tesoro, secondo l’artista significa non tanto appropriarsi della ricompensa ma piuttosto percorrere una via, fatta, come i colori dell’arcobaleno, di molte sfumature; essa esiste, ma non è da tutti, né vederla, né crederci. Quando si mostra, la devi intraprendere senza paure, consapevole che stai lasciando ciò che conosci, per un tesoro posto in alto, che scoprirai nella sua interezza solo al termine della salita. Per l’artista il tesoro è l’arcobaleno stesso.
Per questa nuova serie di lavori, progettati con forme particolari e con diverse stratificazioni di colori, il rapporto con la sua prima opera policroma del 2015 è evidente. Millefiori, esposta nello stesso anno presso il Museo Maffeiano di Verona, all’interno della mostra Il Tesoro Misterioso, organizzata come evento collaterale dell’undicesima edizione di ArtVerona, può essere considerata, in un certo senso, come “l’opera madre” di questo progetto.
Tra la selezione di opere in mostra, oltre a lavori appesi a parete e sculture a terra di varie dimensioni e forme, saranno presentate anche alcune “colonne” adatte ad essere esposte all’esterno. Sarà inoltre pubblicato un pieghevole corredato da inserto con testo di Michael Haggerty, a disposizione presso il temporary space.
Questa importante mostra personale, che si svolgerà in un periodo di grande fervore artistico per la città di Milano, si inserisce in un programma di esposizioni internazionali, che vedranno coinvolto l’artista nella realizzazione di sue importanti installazioni site-specific a Cannes e New York e, successivamente, con una mostra personale in Brasile, presso la galleria Raquel Arnaud di San Paolo.
In questo senso il titolo è molto significativo e racchiude in sé l’epilogo di questa ricerca. L’opera chiave dell’esposizione è per l’appunto una grande installazione multicolore, concepita per invadere di luce rifratta l’ingresso dello spazio espositivo, proprio come un arcobaleno.
Hamak trae ispirazione da un’antica leggenda irlandese, secondo la quale alla fine dell’arcobaleno si troverebbe un tesoro, o meglio, una pentola di monete d’oro custodita gelosamente dagli elfi. Arrivare al tesoro, secondo l’artista significa non tanto appropriarsi della ricompensa ma piuttosto percorrere una via, fatta, come i colori dell’arcobaleno, di molte sfumature; essa esiste, ma non è da tutti, né vederla, né crederci. Quando si mostra, la devi intraprendere senza paure, consapevole che stai lasciando ciò che conosci, per un tesoro posto in alto, che scoprirai nella sua interezza solo al termine della salita. Per l’artista il tesoro è l’arcobaleno stesso.
Per questa nuova serie di lavori, progettati con forme particolari e con diverse stratificazioni di colori, il rapporto con la sua prima opera policroma del 2015 è evidente. Millefiori, esposta nello stesso anno presso il Museo Maffeiano di Verona, all’interno della mostra Il Tesoro Misterioso, organizzata come evento collaterale dell’undicesima edizione di ArtVerona, può essere considerata, in un certo senso, come “l’opera madre” di questo progetto.
Tra la selezione di opere in mostra, oltre a lavori appesi a parete e sculture a terra di varie dimensioni e forme, saranno presentate anche alcune “colonne” adatte ad essere esposte all’esterno. Sarà inoltre pubblicato un pieghevole corredato da inserto con testo di Michael Haggerty, a disposizione presso il temporary space.
Questa importante mostra personale, che si svolgerà in un periodo di grande fervore artistico per la città di Milano, si inserisce in un programma di esposizioni internazionali, che vedranno coinvolto l’artista nella realizzazione di sue importanti installazioni site-specific a Cannes e New York e, successivamente, con una mostra personale in Brasile, presso la galleria Raquel Arnaud di San Paolo.
Luoghi
http://www.studiolacitta.it 045 597549 045 597028
Dal martedì al sabato ore 9 - 13 e 15 - 19