Guido Pecci "Di Roma, di Napoli e d’altre cose sparse"
A cura di: Marco De Gemmis e Loredana Rea
Un progetto articolato che coinvolge il Museo Archeologico Nazionale di Napoli e la Fondazione Umberto Mastroianni di Arpino in una sinergia espositiva messa a punto per materializzare un pensiero pittorico, inteso come mezzo per esplorare ambiti esistenziali e culturali delimitati da asserzioni differenti, eppure concatenate le une alle altre.
La mostra offre al pubblico la possibilità di inoltrarsi nella complessità di una ricerca espressiva mai monocorde, il cui obiettivo è un processo di costante scavalcamento dei risultati raggiunti per inseguire un insopprimibile bisogno di erranza, che si nutre di suggestioni diverse, dalla poesia alla musica, dal cinema alla quotidianità della vita, dalla pittura pompeiana ai graffiti sui muri delle periferie urbane.
Per questo progetto, che si sviluppa lungo tutto il 2018, Guido Pecci ha orchestrato una sapiente narrazione che muove dall’antico per approdare al tempo presente. Il collante è una pittura concettualmente densa, da cui affiorano intense apparizioni, per delineare una dimensione immaginifica di grande fascino. Per questo nuovo ciclo di opere, tele e carte di dimensioni differenti, l’artista ha realizzato piccole sculture, frammenti di argilla recuperati dalle pieghe della memoria, che affiancano i dipinti e contrappuntano il ritmo di un racconto visivo, costruito ibridando registri multiformi a seguire il filo sottile eppure tenace dell’incanto di Roma, di Napoli e d’altre cose sparse.
Dopo Honos Art la mostra è ospitata al Mann di Napoli e poi al Castello Ladislao di Arpino, con il dichiarato intento di proporre una sorta di consuntivo sul rapporto che Pecci ha con l'antico. Roma e Napoli diventano quindi due grandi contenitori di memorie e suggestioni, da cui l'artista entra ed esce di continuo, in una continua e incessante ricerca di sé e del proprio modo di stare al mondo.
La mostra offre al pubblico la possibilità di inoltrarsi nella complessità di una ricerca espressiva mai monocorde, il cui obiettivo è un processo di costante scavalcamento dei risultati raggiunti per inseguire un insopprimibile bisogno di erranza, che si nutre di suggestioni diverse, dalla poesia alla musica, dal cinema alla quotidianità della vita, dalla pittura pompeiana ai graffiti sui muri delle periferie urbane.
Per questo progetto, che si sviluppa lungo tutto il 2018, Guido Pecci ha orchestrato una sapiente narrazione che muove dall’antico per approdare al tempo presente. Il collante è una pittura concettualmente densa, da cui affiorano intense apparizioni, per delineare una dimensione immaginifica di grande fascino. Per questo nuovo ciclo di opere, tele e carte di dimensioni differenti, l’artista ha realizzato piccole sculture, frammenti di argilla recuperati dalle pieghe della memoria, che affiancano i dipinti e contrappuntano il ritmo di un racconto visivo, costruito ibridando registri multiformi a seguire il filo sottile eppure tenace dell’incanto di Roma, di Napoli e d’altre cose sparse.
Dopo Honos Art la mostra è ospitata al Mann di Napoli e poi al Castello Ladislao di Arpino, con il dichiarato intento di proporre una sorta di consuntivo sul rapporto che Pecci ha con l'antico. Roma e Napoli diventano quindi due grandi contenitori di memorie e suggestioni, da cui l'artista entra ed esce di continuo, in una continua e incessante ricerca di sé e del proprio modo di stare al mondo.
Luoghi
www.honos art.com 0631058440
Direzione: Cristina Garcia - orari: Martedì-Sabato dalle 12.00 alle 20.00