Gregorio Botta. Un'altra Ultima cena
A cura dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati dell'Università IULM di Milano, coordinati da Vincenzo Trione con Anna Luigia De Simone e con la collaborazione di Renato Boccali.
Dopo le personali su Igort, tra i protagonisti internazionali del graphic novel, e sui fotografi dell’arte Claudio Abate e Aurelio Amendola, la Triennale di Milano e l’Università IULM di Milano hanno deciso di valorizzare il racconto dell’arte italiana attraverso le installazioni e le opere di Gregorio Botta.
A partire dal rituale dell’“ultima cena” presente nell’opera di Leonardo da Vinci, la mostra intende recuperare il tema visivo del Cenacolo, il quale viene riletto e riattualizzato dall’artista tramite una riflessione sulla sacralità del nutrimento.
Gregorio Botta, che nelle sue opere si avvale dei quattro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco), privilegia l’utilizzo di materiali malleabili, come la cera, ed evanescenti, come la parola e l’acqua, andando a ricreare un viaggio interiore di contemplazione e memoria.
Nell’esposizione il tema del nutrimento, inteso in senso corporeo e spirituale, è concepito come un rito di condivisione. Il tavolo diventa la soglia di un luogo familiare e le dodici coppe di cera, simbolo di alleanza, rievocano i calici del Cenacolo e il gesto del dare e del ricevere.
L’acqua e la parola sono i mezzi espressivi privilegiati dall’artista tramite i quali esprime la consapevolezza di un’esistenza transitoria, che spinge l’essere umano al desiderio di lasciare delle tracce scritte per mantenere e rinnovare la propria memoria nel corso del tempo.
La mostra è curata e organizzata dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati dell'Università IULM, coordinati da Vincenzo Trione, vicepreside della Facoltà di Arti, turismo e mercati, con Anna Luigia De Simone e con la collaborazione di Renato Boccali.
Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953. Dopo il diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma, tra la fine degli anni ottanta e novanta esordisce partecipando a mostre organizzate in diverse gallerie della Capitale. La prima personale è del 1991 presso la Galleria Il Segno, a cui seguono esposizioni in gallerie di diverse città italiane quali Napoli, Verona, Siena.
Grazie a un'attività espositiva che corre in parallelo ad una continua ricerca sui materiali e alla scelta di elementi archetipici ricorrenti come cera, fuoco, aria, acqua e vetro, Botta è autore di sculture e installazioni cariche di significati. Da sempre presenti nelle sue opere sono il rapporto con la storia, con il classico, con la memoria, la letteratura e l'uso della parola come materia viva da modellare.
I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MART di Rovereto, del MUSMA di Matera, del MACRO di Roma, della BCE di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri della Farnesina, alla Certosa di Padula (SA) e nella metropolitana di Napoli.
Dopo le personali su Igort, tra i protagonisti internazionali del graphic novel, e sui fotografi dell’arte Claudio Abate e Aurelio Amendola, la Triennale di Milano e l’Università IULM di Milano hanno deciso di valorizzare il racconto dell’arte italiana attraverso le installazioni e le opere di Gregorio Botta.
A partire dal rituale dell’“ultima cena” presente nell’opera di Leonardo da Vinci, la mostra intende recuperare il tema visivo del Cenacolo, il quale viene riletto e riattualizzato dall’artista tramite una riflessione sulla sacralità del nutrimento.
Gregorio Botta, che nelle sue opere si avvale dei quattro elementi naturali (aria, acqua, terra, fuoco), privilegia l’utilizzo di materiali malleabili, come la cera, ed evanescenti, come la parola e l’acqua, andando a ricreare un viaggio interiore di contemplazione e memoria.
Nell’esposizione il tema del nutrimento, inteso in senso corporeo e spirituale, è concepito come un rito di condivisione. Il tavolo diventa la soglia di un luogo familiare e le dodici coppe di cera, simbolo di alleanza, rievocano i calici del Cenacolo e il gesto del dare e del ricevere.
L’acqua e la parola sono i mezzi espressivi privilegiati dall’artista tramite i quali esprime la consapevolezza di un’esistenza transitoria, che spinge l’essere umano al desiderio di lasciare delle tracce scritte per mantenere e rinnovare la propria memoria nel corso del tempo.
La mostra è curata e organizzata dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Arti, patrimoni e mercati dell'Università IULM, coordinati da Vincenzo Trione, vicepreside della Facoltà di Arti, turismo e mercati, con Anna Luigia De Simone e con la collaborazione di Renato Boccali.
Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953. Dopo il diploma all'Accademia di Belle Arti di Roma, tra la fine degli anni ottanta e novanta esordisce partecipando a mostre organizzate in diverse gallerie della Capitale. La prima personale è del 1991 presso la Galleria Il Segno, a cui seguono esposizioni in gallerie di diverse città italiane quali Napoli, Verona, Siena.
Grazie a un'attività espositiva che corre in parallelo ad una continua ricerca sui materiali e alla scelta di elementi archetipici ricorrenti come cera, fuoco, aria, acqua e vetro, Botta è autore di sculture e installazioni cariche di significati. Da sempre presenti nelle sue opere sono il rapporto con la storia, con il classico, con la memoria, la letteratura e l'uso della parola come materia viva da modellare.
I suoi lavori sono presenti nelle collezioni del MART di Rovereto, del MUSMA di Matera, del MACRO di Roma, della BCE di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri della Farnesina, alla Certosa di Padula (SA) e nella metropolitana di Napoli.
Luoghi
http://www.triennale.it 02 724341 02 72434239
Orari di apertura degli spazi espositivi (la biglietteria chiude un’ora prima delle mostre). Martedì - Domenica 10.30 - 20.30 Giovedì 10.30 - 23.00 Lunedì chiuso.