08/11/2018  al 20/11/2018

Gregor Cürten "This Is Not You"

Gregor Cürten "This Is Not You" “L‘opera artistica di Gregor Cürten si sviluppa lungo un periodo di alcuni decenni. I movimenti di protesta sociale degli anni ‘60 e ’70 sono stati decisivi per la sua fase iniziale. In questo contesto storico è nata la sua convinzione che l’arte dovrebbe mantenere le distanze da un ordine sociale dove ogni tratto negativo è soppresso e la dimensione estetica è messa al servizio della esistente repressione generale. Di conseguenza l’artista non è coinvolto nel confermare una visione del mondo che si è esaurita in gesti puramente retorici. Molti dei suoi lavori sono freddi, persino gelidi, provocanti nella loro asperità senza compromessi e senz’altro dediti ad un’esperienza che comincia dove la superficie protettiva di un’estetica puramente esteriore mostra le sue crepe. (...) Gregor Cürten appartiene a una generazione cresciuta nell’immediato dopoguerra e perciò messa a confronto con l’eredità irrisolta del Terzo Reich. Nonostante il tabù di non poter parlare dell’accaduto – sostenuto da gran parte degli esecutori così come dalle vittime – e proprio tramite questa mancanza di interazione, i conflitti irrisolti sono stati trasmessi inconsciamente alla generazione successiva. Non essendo stata partecipe, questa generazione nata dopo la guerra ha dovuto comunque portare il peso di questa catastrofe storica e sforzarsi di comprendere l’incomprensibile. Anche se questo contesto non può essere l’unico prerequisito per capire l’opera di Gregor Cürten, senza ombra di dubbio si può affermare che l’artista si è sempre confrontato con le questioni del recente passato storico. Questo è evidente, per esempio, in una serie di opere, dove egli usa vecchie fotografie di varia gente, in parte proveniente dal suo ambiente sociale. Anche questi soggetti danno l’impressione di essere passati attraverso un processo di analisi rivelatrice dove è stato tolto strato su strato. I loro visi e abiti spesso mostrano superfici screpolate e fissurate; in alcuni casi si ha l’impressione di guardare delle vittime carbonizzate le cui fisionomie mostrano trame piene di scorie. In questi casi l’opera fornisce un commento che presenta le persone come soggetti di esperienze traumatiche che continuano ad esistere sotto la superficie artificiale della rappresentazione fotografica della vita quotidiana.” (Hans Zitko, Painting Attacked, p 43 and p51, in: Beziehungsweisen, Berlin 2014)
“(…) Le opere di Gregor Cürten sono oggettive o figurative e quindi si riferiscono a qualcosa fuori dalla sua condizione personale o dal suo stato d’animo. (…) Spesso lui trae inspirazione da immagini di album di famiglia, da materiale ordinario d’archivio e fotografie di giornali o da ritagli d’immagini scoperte per caso nei frammenti di locandine sui muri o nei ritratti degli ovali appanati sulle lapidi. (…) Lo scomparso psicoanalista etnologico Fritz Morgenthaler, amico dell’artista, scrisse una volta che l’analista è ‘l’ospite attardato’ che trae conclusioni dai resti e dagli scarti di un banchetto già consumato. L’analista dell’immagine – e così vorrei chiamare Gregor Cürten – è a sua volta un ospite attardato in questi nostri tempi sazi d’immagini. Egli osserva le immagini distrattamente scartate, i relitti collettivi e non assimilati e cerca di dare loro voce producendo un riverbero nelle sue opere, invitandoci ad ascoltarne l’eco.” (Rosa von der Schulenburg, Day Drawings, p. 123 and p. 125, in: Beziehungsweisen, Berlin 2014)
 

Luoghi

  • St. Stephen's Cultural Center Foundation - Viale Aventino, 17 - 00153 Roma
             06 5750605    3392019315
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