Giusy Pirrotta. The Quality of Scale
La galleria Muratcentoventidue Artecontemporanea prosegue il suo percorso espositivo con The Quality of ” Scale”, la mostra personale di Giusy Pirrotta. Il lavoro di Giusy Pirrotta si basa sullo studio e la manipolazione dell’immagine in movimento e la relazione tra i suoi codici di rappresentazione e gli elementi che la compongono.
Un aspetto basilare della sua ricerca riguarda il carattere effimero dell’immagine in movimento, che in quanto luce è impossibile da fruire senza attrezzatura specifica e i fenomeni percettivi relativi alla sua fruizione.
La sua analisi si concentra sulla materialità del medium e in particolare sull’attrezzatura usata per la sua produzione/fruizione, entrambi gli elementi sono intesi in modo da mettere in rilievo le qualità scultorie/auto-referenziali dell’immagine in movimento e la relazione con il paradosso che si riferisce alla sua evanescenza.
E’ particolarmente interessata all’architettura dell’immagine in movimento nella sua interazione con lo spazio fisico installativo, di conseguenza molti dei suoi interventi sono site-specific con l’intento di creare ambienti visivamente dinamici, dove l’immagine proiettata possa essere scomposta e integrata nello spazio architettonico e relazionata inoltre a degli elementi scultorei.
Il progetto espositivo indaga la relazione tra le nozioni di pubblico/intimo e di monumento/oggetto con particolare riferimento alla qualità della scultura all’interno dello spazio espositivo e come questa possa entrare in relazione con lo spettatore, la luce e l’immagine in movimento.
“The quality of intimacy is attached to an object in a fairly direct proportion as its size diminished in
relation to oneself. The quality of publicness is attached in proportion as the size increases in relation to
oneself. ( 1 Morris Robert (1995) Continuous Project Altered Daily, The Writings of Robet Morris, in Note on Sculpture Part 2, p13, October Book, the MIT Press, Cambridge, MassachusettsRobert Morris,1995)
Robert Morris definisce parte di questi concetti nelle sue riflessioni sulla scultura analizzando la relazione tra strutture scultoree, spazio espositivo e spettatore.
Un oggetto di piccole dimensioni determina una relazione più intima con lo spettatore poiché non richiede molto spazio intorno ad esso, di conseguenza la relazione tra lo spettatore e l’oggetto è più intima all’opposto di uno di grandi dimensioni cui occorre invece molto spazio per essere visualizzato nella sua interezza creando di conseguenza un diverso rapporto con il pubblico e lo spazio espositivo. In questo è possibile definire la differenza tra monumento e oggetto.
Inoltre, diversi tipi di poligoni, come quelli semplici, non implicano il movimento intorno alla struttura per coglierne il loro senso e la loro interezza. Il cubo e la piramide, per esempio, sono solidi semplici che danno allo spettatore un immediato senso della loro forma nella loro relativa semplicità senza la necessità di un movimento intorno alla struttura. Questo senso d’immediatezza è dato da fenomeni che si riferiscono alla percezione visiva come shape constancy/costanza della forma, tendencies towards semplicity/tendenza alla semplicità e alla memoria.
Dal confronto con questi temi nasce l’intervento site-specific realizzato appositamente per lo spazio della galleria che prevede la realizzazione di strutture scultoree semplici e complesse in relazione allo spazio espositivo, alla fruizione della luce a dell’immagine.
Un aspetto basilare della sua ricerca riguarda il carattere effimero dell’immagine in movimento, che in quanto luce è impossibile da fruire senza attrezzatura specifica e i fenomeni percettivi relativi alla sua fruizione.
La sua analisi si concentra sulla materialità del medium e in particolare sull’attrezzatura usata per la sua produzione/fruizione, entrambi gli elementi sono intesi in modo da mettere in rilievo le qualità scultorie/auto-referenziali dell’immagine in movimento e la relazione con il paradosso che si riferisce alla sua evanescenza.
E’ particolarmente interessata all’architettura dell’immagine in movimento nella sua interazione con lo spazio fisico installativo, di conseguenza molti dei suoi interventi sono site-specific con l’intento di creare ambienti visivamente dinamici, dove l’immagine proiettata possa essere scomposta e integrata nello spazio architettonico e relazionata inoltre a degli elementi scultorei.
Il progetto espositivo indaga la relazione tra le nozioni di pubblico/intimo e di monumento/oggetto con particolare riferimento alla qualità della scultura all’interno dello spazio espositivo e come questa possa entrare in relazione con lo spettatore, la luce e l’immagine in movimento.
“The quality of intimacy is attached to an object in a fairly direct proportion as its size diminished in
relation to oneself. The quality of publicness is attached in proportion as the size increases in relation to
oneself. ( 1 Morris Robert (1995) Continuous Project Altered Daily, The Writings of Robet Morris, in Note on Sculpture Part 2, p13, October Book, the MIT Press, Cambridge, MassachusettsRobert Morris,1995)
Robert Morris definisce parte di questi concetti nelle sue riflessioni sulla scultura analizzando la relazione tra strutture scultoree, spazio espositivo e spettatore.
Un oggetto di piccole dimensioni determina una relazione più intima con lo spettatore poiché non richiede molto spazio intorno ad esso, di conseguenza la relazione tra lo spettatore e l’oggetto è più intima all’opposto di uno di grandi dimensioni cui occorre invece molto spazio per essere visualizzato nella sua interezza creando di conseguenza un diverso rapporto con il pubblico e lo spazio espositivo. In questo è possibile definire la differenza tra monumento e oggetto.
Inoltre, diversi tipi di poligoni, come quelli semplici, non implicano il movimento intorno alla struttura per coglierne il loro senso e la loro interezza. Il cubo e la piramide, per esempio, sono solidi semplici che danno allo spettatore un immediato senso della loro forma nella loro relativa semplicità senza la necessità di un movimento intorno alla struttura. Questo senso d’immediatezza è dato da fenomeni che si riferiscono alla percezione visiva come shape constancy/costanza della forma, tendencies towards semplicity/tendenza alla semplicità e alla memoria.
Dal confronto con questi temi nasce l’intervento site-specific realizzato appositamente per lo spazio della galleria che prevede la realizzazione di strutture scultoree semplici e complesse in relazione allo spazio espositivo, alla fruizione della luce a dell’immagine.
Luoghi
www.muratcentoventidue.com 393.8704029
Orario di apertura: dal martedì al sabato, dalle 17 alle 20