Giovanni Frangi. Urpflanze
A cura di: Antonella Cattani
La magnifica ossessione che si impadronì di Claude Monet, a partire dal 1897 fino al 1926, orientandolo a dipingere un unico soggetto, ovvero le ninfee, ha colpito ancora.
Per Giovanni Frangi come per Monet saranno propio quelle ninfee a rivelarsi, alla fine, un mezzo che trascende la realtà per creare qualcosa di inedito, sovratemporale e intangibile.
Giovanni Frangi torna con Urpflanze ad esporre presso la Galleria Antonella Cattani contemporary art, dopo la mostra Ring-A-Ring- O' Roses del 2010, con una serie di opere inedite, dedicate per l'appunto al tema delle Ninfee.
In un dialogo aperto con l'arte del passato, giocando all'attualizzazione di linguaggi già pienamente metabolizzati, Frangi affronta, per la prima volta nel 2015 questo tema con due grandi disegni su tela, realizzati per la mostra inaugurale della nuova ala dell'Orto Botanico della città di Padova. Questo stesso soggetto, comparirà nuovamente nel 2016, nella mostra Settembre a Roma, Palazzo Poli, Istituto centrale della Grafica e, all' inizio di quest'anno, nella personale dell'artista a Palazzo Fabroni di Pistoia in occasione dell'anno della cultura della città toscana.
" I quadri si richiamano uno con l'altro e insieme costruiscono una storia e le variabili sembrano sempre infinite" afferma Frangi che, per la personale da Antonella Cattani, ha scelto di dare centralità assoluta a questo tema.
Il titolo della mostra Urpflanze ovvero pianta primordiale, definizione goethiana per indicare l'archetipo vivente del mondo vegetale, trova contemporaneamente riscontro nella più ampia ricerca dell'artista, da sempre orientata ad indagare la natura.
Le forme, suggerite dalle ninfee, nascono dunque da una pratica pittorica che ha raggiunto gradualmente una percezione originale del dato naturale come insieme di aperture verso l'astrazione e particolari visioni tonali.
Trattate a chiazze di colore intenso, corredate di una congerie di tratti, di linee scattanti esse vitalizzano la superficie, la sensibilizzano come una zona erogena fino a rendere le composizioni ad un tempo stesso aggressive ed armoniose. In questo caso la natura agisce come una sorta di punto gravitazionale che trattiene la figurazione dentro un movimento continuo di dissoluzione e ricerca della forma.
L'allestimento delle dodici tele, prevalentemente di grande dimensione, segue le linee di un giardino contemporaneo; all'attuazione di un'atmosfera, pianificata su contrasti cromatici, contribuisce la scelta di impiegare quale supporto una tela, nero-velluto, che conferisce al percorso inaspettate profondità.
Per Giovanni Frangi come per Monet saranno propio quelle ninfee a rivelarsi, alla fine, un mezzo che trascende la realtà per creare qualcosa di inedito, sovratemporale e intangibile.
Giovanni Frangi torna con Urpflanze ad esporre presso la Galleria Antonella Cattani contemporary art, dopo la mostra Ring-A-Ring- O' Roses del 2010, con una serie di opere inedite, dedicate per l'appunto al tema delle Ninfee.
In un dialogo aperto con l'arte del passato, giocando all'attualizzazione di linguaggi già pienamente metabolizzati, Frangi affronta, per la prima volta nel 2015 questo tema con due grandi disegni su tela, realizzati per la mostra inaugurale della nuova ala dell'Orto Botanico della città di Padova. Questo stesso soggetto, comparirà nuovamente nel 2016, nella mostra Settembre a Roma, Palazzo Poli, Istituto centrale della Grafica e, all' inizio di quest'anno, nella personale dell'artista a Palazzo Fabroni di Pistoia in occasione dell'anno della cultura della città toscana.
" I quadri si richiamano uno con l'altro e insieme costruiscono una storia e le variabili sembrano sempre infinite" afferma Frangi che, per la personale da Antonella Cattani, ha scelto di dare centralità assoluta a questo tema.
Il titolo della mostra Urpflanze ovvero pianta primordiale, definizione goethiana per indicare l'archetipo vivente del mondo vegetale, trova contemporaneamente riscontro nella più ampia ricerca dell'artista, da sempre orientata ad indagare la natura.
Le forme, suggerite dalle ninfee, nascono dunque da una pratica pittorica che ha raggiunto gradualmente una percezione originale del dato naturale come insieme di aperture verso l'astrazione e particolari visioni tonali.
Trattate a chiazze di colore intenso, corredate di una congerie di tratti, di linee scattanti esse vitalizzano la superficie, la sensibilizzano come una zona erogena fino a rendere le composizioni ad un tempo stesso aggressive ed armoniose. In questo caso la natura agisce come una sorta di punto gravitazionale che trattiene la figurazione dentro un movimento continuo di dissoluzione e ricerca della forma.
L'allestimento delle dodici tele, prevalentemente di grande dimensione, segue le linee di un giardino contemporaneo; all'attuazione di un'atmosfera, pianificata su contrasti cromatici, contribuisce la scelta di impiegare quale supporto una tela, nero-velluto, che conferisce al percorso inaspettate profondità.
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Luoghi
www.antonellacattaniart.com 0471 981884
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Orario: mar-sab 10-12 e 16-19
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