Giosetta Fioroni "Viaggio Sentimentale"
A cura di: Flavio Arensi, Elettra Bottazzi
Il Comune di Milano - Cultura e il Museo del Novecento di Milano presentano Giosetta Fioroni. Viaggio Sentimentale, mostra realizzata in collaborazione con la casa editrice Electa, a cura di Flavio Arensi ed Elettra Bottazzi.
Per la prima volta nel capoluogo lombardo viene dedicata all’artista romana un’esposizione monografica, che presenta al pubblico la complessità tematica e linguistica di una figura di spicco della Roma degli anni Sessanta, dalla sua formazione a oggi.
Figura di riferimento della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo insieme a Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa e molti altri, Giosetta Fioroni rappresenta un’eccezione nel panorama italiano dell’arte. Fuori dal coro, fuori dalle mode, lucida ed esplosiva, l’artista ha sviluppato in oltre sessanta anni di attività un linguaggio visivo forte ed eloquente fatto di simboli, segni ed emozioni: muovendosi a suo agio tra pittura, disegno, performance, video, teatro, ceramica e moda, ha sempre intrecciato il suo lavoro alla sua vita in modo audace e romantico.
“La realtà non si forma che nella memoria”, dice spesso Giosetta Fioroni citando Proust, ed è proprio la memoria è il comune denominatore di tutti i temi della sua produzione artistica dal sentimento alla femminilità, dal sogno all’incubo.
Il percorso espositivo si sviluppa tra il piano terreno di Palazzo dell’Arengario e le nuove sale espositive del museo, per un totale di circa 700 metri quadrati.
Della copiosa ed eclettica produzione artistica sono state selezionate oltre 90 opere, provenienti da musei e collezioni private: dagli Argenti degli anni Sessanta e Settanta alla celebre Spia Ottica del 1968, sino alle ceramiche degli anni Novanta rappresentanti teatrini, case, steli animali e vestiti, passando per il ciclo su carta Movimenti Remoti, dedicato al testo omonimo dello scrittore e suo compagno di vita Goffredo Parise. Una selezione di opere che comprende anche la produzione più recente, dedicata alla riflessione sul corpo e l’identità, come i cicli Senex e Altra Ego realizzati con Marco Delogu.
L’ordinamento della mostra segue da una parte un percorso tematico-cronologico, dall’altra sviluppa un suggestivo ritratto dell’artista, che parte dall’idea, sviluppata nei suoi lavori fin dagli esordi e strettamente connesso con il tema teatrale, del “vedere-vedersi ed essere visto”.
Attraverso materiali provenienti dall’archivio Fioroni-Parise - tra cui locandine, cataloghi, libri d’artista e fotografie - si approfondisce inoltre il contesto intellettuale in cui Giosetta lavorò, collaborando con figure di spicco tra cui Goffredo Parise, Guido Ceronetti, Andrea Zanzotto, Eugenio Montale, Giuliano Briganti, Elisabetta Rasy e Sandro Penna. Accompagna la mostra un catalogo Electa.
L’esposizione fa parte del ricco palinsesto che il Comune di Milano dedica nel 2018 al Novecento Italiano e che il Museo ha scelto di declinare “al femminile”, realizzando importanti mostre dedicate a due delle figure più interessanti dell’arte e della cultura di tutto il XX secolo: Giosetta Fioroni e, nell’autunno 2018, Margherita Sarfatti.
DICONO DI LEI
“Giosetta stessa a me pare a volte prendere i lineamenti della fiabesca regina, confondersi con la dea trasformista. Fantasia, fiaba – sono parole tematiche per Giosetta. Giosetta è fiabesca per come fantastica sulla realtà, per come tramuta e trasforma e cambia gli oggetti che cadono sotto il suo sguardo, compresi i volti e i corpi.”
Nadia Fusini, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
“Ciò che mi ha sempre incantato in lei è l’assoluta grazia nel nascondere le ferite; l’invidiabile attitudine nel camuffare in briosa quanto delicata gaiezza l’angoscia della memoria; quel suo sfiorare leggero l’impronta di tragedie lontane; quella ricerca inesausta, e mai solenne (anzi, parodica e proprio per questo tanto più palpitante e autentica) delle tracce superstiti di un prodigio trascorso per sempre.”
Franco Marcoaldi, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
“Lo spettacolo dei teatrini di Giosetta è questo, in fondo: il sapere che è possibile rivivere un’emozione, e che il modo migliore per farlo è quella di mostrarla, di condividerla, di indicare ad altri, agli spettatori di queste opere fatte di oggetti-parole l’importanza di essere generosi con i propri sentimenti.”
Rocco Carbone, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
Per la prima volta nel capoluogo lombardo viene dedicata all’artista romana un’esposizione monografica, che presenta al pubblico la complessità tematica e linguistica di una figura di spicco della Roma degli anni Sessanta, dalla sua formazione a oggi.
Figura di riferimento della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo insieme a Franco Angeli, Mario Schifano, Tano Festa e molti altri, Giosetta Fioroni rappresenta un’eccezione nel panorama italiano dell’arte. Fuori dal coro, fuori dalle mode, lucida ed esplosiva, l’artista ha sviluppato in oltre sessanta anni di attività un linguaggio visivo forte ed eloquente fatto di simboli, segni ed emozioni: muovendosi a suo agio tra pittura, disegno, performance, video, teatro, ceramica e moda, ha sempre intrecciato il suo lavoro alla sua vita in modo audace e romantico.
“La realtà non si forma che nella memoria”, dice spesso Giosetta Fioroni citando Proust, ed è proprio la memoria è il comune denominatore di tutti i temi della sua produzione artistica dal sentimento alla femminilità, dal sogno all’incubo.
Il percorso espositivo si sviluppa tra il piano terreno di Palazzo dell’Arengario e le nuove sale espositive del museo, per un totale di circa 700 metri quadrati.
Della copiosa ed eclettica produzione artistica sono state selezionate oltre 90 opere, provenienti da musei e collezioni private: dagli Argenti degli anni Sessanta e Settanta alla celebre Spia Ottica del 1968, sino alle ceramiche degli anni Novanta rappresentanti teatrini, case, steli animali e vestiti, passando per il ciclo su carta Movimenti Remoti, dedicato al testo omonimo dello scrittore e suo compagno di vita Goffredo Parise. Una selezione di opere che comprende anche la produzione più recente, dedicata alla riflessione sul corpo e l’identità, come i cicli Senex e Altra Ego realizzati con Marco Delogu.
L’ordinamento della mostra segue da una parte un percorso tematico-cronologico, dall’altra sviluppa un suggestivo ritratto dell’artista, che parte dall’idea, sviluppata nei suoi lavori fin dagli esordi e strettamente connesso con il tema teatrale, del “vedere-vedersi ed essere visto”.
Attraverso materiali provenienti dall’archivio Fioroni-Parise - tra cui locandine, cataloghi, libri d’artista e fotografie - si approfondisce inoltre il contesto intellettuale in cui Giosetta lavorò, collaborando con figure di spicco tra cui Goffredo Parise, Guido Ceronetti, Andrea Zanzotto, Eugenio Montale, Giuliano Briganti, Elisabetta Rasy e Sandro Penna. Accompagna la mostra un catalogo Electa.
L’esposizione fa parte del ricco palinsesto che il Comune di Milano dedica nel 2018 al Novecento Italiano e che il Museo ha scelto di declinare “al femminile”, realizzando importanti mostre dedicate a due delle figure più interessanti dell’arte e della cultura di tutto il XX secolo: Giosetta Fioroni e, nell’autunno 2018, Margherita Sarfatti.
DICONO DI LEI
“Giosetta stessa a me pare a volte prendere i lineamenti della fiabesca regina, confondersi con la dea trasformista. Fantasia, fiaba – sono parole tematiche per Giosetta. Giosetta è fiabesca per come fantastica sulla realtà, per come tramuta e trasforma e cambia gli oggetti che cadono sotto il suo sguardo, compresi i volti e i corpi.”
Nadia Fusini, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
“Ciò che mi ha sempre incantato in lei è l’assoluta grazia nel nascondere le ferite; l’invidiabile attitudine nel camuffare in briosa quanto delicata gaiezza l’angoscia della memoria; quel suo sfiorare leggero l’impronta di tragedie lontane; quella ricerca inesausta, e mai solenne (anzi, parodica e proprio per questo tanto più palpitante e autentica) delle tracce superstiti di un prodigio trascorso per sempre.”
Franco Marcoaldi, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
“Lo spettacolo dei teatrini di Giosetta è questo, in fondo: il sapere che è possibile rivivere un’emozione, e che il modo migliore per farlo è quella di mostrarla, di condividerla, di indicare ad altri, agli spettatori di queste opere fatte di oggetti-parole l’importanza di essere generosi con i propri sentimenti.”
Rocco Carbone, in Cara Giosetta, Corraini, Mantova, 2002
Luoghi
www.museodelnovecento.org 02 88444061
Orario: lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 giovedì e sabato 9.30 – 22.30