Gianni Rossi "Ordine sparso".
A cura di: Luigi Paolo Finizio
Sarà l'artista angrese Gianni Rossi ad inaugurare, presso gli spazi del Palazzo della Casa della Corte di Agerola, la rassegna d'arte promossa dal Comune "ordine sparso".
Un'interessante rassegna, che sarà inaugurata giovedì 23 giugno alle 18,30 con la mostra di Rossi (le cui opere saranno esposte fino al 17 luglio) e proseguirà fino a settembre con le personali di Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo ed Ilia Tufano.
Gli incontri espositivi tra artisti sono occasioni comunicative interpersonali oltre che di scambio conoscitivo tra le identità dei rispettivi linguaggi espressivi.
Con "Ordine Sparso", l’incontro, avvicendato in tempi espositivi diversi, si dispone tra distinte esperienze ma accomunate da una sottesa concezione d’astrazione del fare pittura.
Così, Ferrigno, Izzo, Rossi e la Tufano si alterneranno da Giugno a Settembre negli spazi del Palazzo Casa della Corte di Agerola in separate scansioni espositive delle loro opere.
Quattro distinte esperienze creative in campo pittorico, che hanno coltivato e coltivano il piacere manuale del pennello, della pittura con le sue moderne pratiche di colori, di materie, di segni sino al coinvolgimento della scrittura, della parola. Il loro discorso è dominato dall’astrazione, in cui il colore e gli impasti della pittura, il tratto del segno e l’inserto dei materiali inseguono più che un comune vedere un pensiero immaginativo, un traguardare al di là delle consuete evidenze. Un dire per immagini indicibili, un fare che ha le proprie ragioni poetiche nelle quali non è solo la ragione a definire i confini della ragione. Un discorso certo di libertà, sbrigliato e vivace nelle forme e nelle mire comunicative che conserva in ciascuno orditi e disordine, varianti e compostezza di forme, colori e segni, insomma, come qui si è voluto insieme raccordarli, secondo un ordine sparso.
Interessante la critica di Luigi Paolo Finizio all'opera artistica di Gianni Rossi presente nel catalogo di presentazione:
"Da tempo la pittura di Rossi si volge alle realtà, al territorio vissuto attraverso trame e orditi di geometria. Una geometria non certo costruita ma trovata, indotta dalle stesse occasioni del mondo circostante.
Questa calamitazione verso le realtà assegna alla sua pittura una particolare consistenza di materiali e oggetti che la pratica del collage fonde e dispone sul campo di rappresentazione. Le campiture dei colori, i prediletti acrilici, presentano stesure grumose, lievi pieghettature come a rendere percettivamente concreta l’adesione alle resistenze fisiche, alle opacità delle cose circostanti, alle loro materiali fattezze. Nel gioco compositivo della geometria, la conseguente scansionatura e configurazione di piani cromatici, con interne inserzioni materiche e modulazioni di segni e decori, si disponecon profili ben delineati. Come a contenere, dando risalto, le concrete fattezze d’oggetti e realtà. Come a ordire la loro anche casuale e frastagliata assunzione dentro l’assetto pittorico. Questo il circolo di elaborazione interiore, tra forte astrazione e composizione, tra realtà fisiche e visione percettiva nelle pitture di Rossi. Ne risulta un congiungersi e concatenarsi di piani d’immagine che investe l’intero assetto dell’opera per come questa si mostra montata da più piani, da più tele che scandiscono nell’insieme, nell’esito unitario, il procedere per angolazioni e troncature, per pausate e sezionate azioni visive. Tutto si tiene sul campo d’immagine come a restituire e ricomporre lo sparso divenire e sostare dei dati dal vissuto, dallo scorrere per tempi e occasioni d’esperienza. Nel montaggio compositivo dell’opera, la sua, valga ripetere, è quindi geometria trovata ed esternata secondo pretesti e valenze formali che insorgono e si volgono alle occasioni del mondo circostante, sia quello del paesaggio, del mondo urbano e quello privato dell’ambiente e decoro di interni.
L’artista affida al gesto di composizione un tempo d’azione e di pensiero, un prelievo e manipolare di materiali che sono momenti d’espressione volti al registro, alla resa dei dati di visione e interiorizzazione, alla loro integrazione visiva e concreta sul campo. Sono svariati gli elementi a collage, dalle carte decorate a quelle ruvide, dalle stoffe alle pellicole, ma tutti si convertono al gesto pittorico, al suo tessuto di pigmenti e colori. L’invito per chi si volge alla sua pittura mira ad uno sguardo che ne colga il senso di aderenza e integrazione, il senso di unitaria ricomposizione di quanto e diviso e diverso tra le realtà che ci attorniano.
Un bisogno, ora mentale ora pratico, di attese e di constatazioni del sempre possibile comporsi nell’arte, nelle più diverse sensibilità estetiche, di una conciliazione tra pluralità e contrastanti realtà del vissuto. Tra le opere più recenti qui esposte Rossi mostra ribadire, a volte con rinforzata cadenza di colori e con orditi più aperti ed essenziali, questa volontà di ricondurre la casualità e plurale diversità delle occasioni tratte dal vissuto a un ordine dell’arte, alle sue prerogative di verità e bellezza. L’ariosità d’immagine si offre ad una pari apertura di visione e pensiero. Così l’artista ci dice di credere nella pittura, nel suo sempre possibile racconto della vita quale si dà spianato e composto entro i confini di un quadro".
Un'interessante rassegna, che sarà inaugurata giovedì 23 giugno alle 18,30 con la mostra di Rossi (le cui opere saranno esposte fino al 17 luglio) e proseguirà fino a settembre con le personali di Eduardo Ferrigno, Antonio Izzo ed Ilia Tufano.
Gli incontri espositivi tra artisti sono occasioni comunicative interpersonali oltre che di scambio conoscitivo tra le identità dei rispettivi linguaggi espressivi.
Con "Ordine Sparso", l’incontro, avvicendato in tempi espositivi diversi, si dispone tra distinte esperienze ma accomunate da una sottesa concezione d’astrazione del fare pittura.
Così, Ferrigno, Izzo, Rossi e la Tufano si alterneranno da Giugno a Settembre negli spazi del Palazzo Casa della Corte di Agerola in separate scansioni espositive delle loro opere.
Quattro distinte esperienze creative in campo pittorico, che hanno coltivato e coltivano il piacere manuale del pennello, della pittura con le sue moderne pratiche di colori, di materie, di segni sino al coinvolgimento della scrittura, della parola. Il loro discorso è dominato dall’astrazione, in cui il colore e gli impasti della pittura, il tratto del segno e l’inserto dei materiali inseguono più che un comune vedere un pensiero immaginativo, un traguardare al di là delle consuete evidenze. Un dire per immagini indicibili, un fare che ha le proprie ragioni poetiche nelle quali non è solo la ragione a definire i confini della ragione. Un discorso certo di libertà, sbrigliato e vivace nelle forme e nelle mire comunicative che conserva in ciascuno orditi e disordine, varianti e compostezza di forme, colori e segni, insomma, come qui si è voluto insieme raccordarli, secondo un ordine sparso.
Interessante la critica di Luigi Paolo Finizio all'opera artistica di Gianni Rossi presente nel catalogo di presentazione:
"Da tempo la pittura di Rossi si volge alle realtà, al territorio vissuto attraverso trame e orditi di geometria. Una geometria non certo costruita ma trovata, indotta dalle stesse occasioni del mondo circostante.
Questa calamitazione verso le realtà assegna alla sua pittura una particolare consistenza di materiali e oggetti che la pratica del collage fonde e dispone sul campo di rappresentazione. Le campiture dei colori, i prediletti acrilici, presentano stesure grumose, lievi pieghettature come a rendere percettivamente concreta l’adesione alle resistenze fisiche, alle opacità delle cose circostanti, alle loro materiali fattezze. Nel gioco compositivo della geometria, la conseguente scansionatura e configurazione di piani cromatici, con interne inserzioni materiche e modulazioni di segni e decori, si disponecon profili ben delineati. Come a contenere, dando risalto, le concrete fattezze d’oggetti e realtà. Come a ordire la loro anche casuale e frastagliata assunzione dentro l’assetto pittorico. Questo il circolo di elaborazione interiore, tra forte astrazione e composizione, tra realtà fisiche e visione percettiva nelle pitture di Rossi. Ne risulta un congiungersi e concatenarsi di piani d’immagine che investe l’intero assetto dell’opera per come questa si mostra montata da più piani, da più tele che scandiscono nell’insieme, nell’esito unitario, il procedere per angolazioni e troncature, per pausate e sezionate azioni visive. Tutto si tiene sul campo d’immagine come a restituire e ricomporre lo sparso divenire e sostare dei dati dal vissuto, dallo scorrere per tempi e occasioni d’esperienza. Nel montaggio compositivo dell’opera, la sua, valga ripetere, è quindi geometria trovata ed esternata secondo pretesti e valenze formali che insorgono e si volgono alle occasioni del mondo circostante, sia quello del paesaggio, del mondo urbano e quello privato dell’ambiente e decoro di interni.
L’artista affida al gesto di composizione un tempo d’azione e di pensiero, un prelievo e manipolare di materiali che sono momenti d’espressione volti al registro, alla resa dei dati di visione e interiorizzazione, alla loro integrazione visiva e concreta sul campo. Sono svariati gli elementi a collage, dalle carte decorate a quelle ruvide, dalle stoffe alle pellicole, ma tutti si convertono al gesto pittorico, al suo tessuto di pigmenti e colori. L’invito per chi si volge alla sua pittura mira ad uno sguardo che ne colga il senso di aderenza e integrazione, il senso di unitaria ricomposizione di quanto e diviso e diverso tra le realtà che ci attorniano.
Un bisogno, ora mentale ora pratico, di attese e di constatazioni del sempre possibile comporsi nell’arte, nelle più diverse sensibilità estetiche, di una conciliazione tra pluralità e contrastanti realtà del vissuto. Tra le opere più recenti qui esposte Rossi mostra ribadire, a volte con rinforzata cadenza di colori e con orditi più aperti ed essenziali, questa volontà di ricondurre la casualità e plurale diversità delle occasioni tratte dal vissuto a un ordine dell’arte, alle sue prerogative di verità e bellezza. L’ariosità d’immagine si offre ad una pari apertura di visione e pensiero. Così l’artista ci dice di credere nella pittura, nel suo sempre possibile racconto della vita quale si dà spianato e composto entro i confini di un quadro".
Luoghi
http://www.comune.agerola.na.it/index.php?action=index&p=840
orario: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 11, il giovedì dalle 17 alle 19 e la domenica dalle 10 alle 12.