Gianni Pennisi "Viaggio nella forma e oltre..."
A cura di: Luciano Carini
Alla Galleria d'Arte contemporanea “Studio C” di via Giovanni Campesio 39 si inaugura sabato, 12 ottobre, alle ore 18, la mostra personale di Gianni Pennisi dal titolo “Viaggio nelle forma e oltre...”.Ritorna dunque a Piacenza, Gianni Pennisi, dopo la fugace ma significativa apparizione nella Rassegna “Sei Maestri del Contemporaneo in mostra” dove le sue opere avevano profondamente colpito e interessato critici d'arte, esperti e collezionisti. Vi ritorna, questa volta, con un'intera mostra personale dedicata all'ultimo periodo della sua produzione, ponendo sul tappeto nuove domande, nuovi input, nuovi e avvincenti interrogativi sull'arte e la sua inarrestabile evoluzione, sui fondamentali concetti di forma e colore, ordine e costruzione, gesto e creatività.
Nato ad Asti, dove anche oggi vive e lavora, Gianni Pennisi ha frequentato il corso di “nudo” presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino e poi i corsi della Scuola Internazionale di Arte e Grafica di Venezia venendo a contatto con un ambiente internazionale di grande stimolo e interesse. Ha inoltre frequentato gli studi di importanti artisti locali e personaggi di riconosciuta cultura artistica seguendo con grande attenzione i loro insegnamenti e i loro consigli. Dopo queste esperienze, rivolte per lo più allo studio del “vero” e della “figura”, il nostro artista ha iniziato a sentire il fascino delle Avanguardie Storiche e in particolare dell'Astrattismo Geometrico dove si annulla ogni riferimento con il reale, dove tutto diventa forma e colore. Gradualmente Gianni Pennisi ha così abbandonato i canoni classici e la sua attenzione si è rivolta pienamente all'arte astratta, alla costruzione geometrica delle forme, alla luce e al colore intesi come protagonisti quasi assoluti delle sue costruzioni. Un ricerca lunga e costante, quella di Pennisi, portata avanti con metodo e rigore quasi scientifici, affrontando vari periodi e diversificate tematiche (la mente, il pensiero, lo spazio, l’ordine cosmico, ecc), seguendo sempre il filo diretto dei suoi pensieri, del suo linguaggio, del suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica. E ancora mi piace di questo artista, la sua straordinaria discrezione, quasi una forma di voluto e ricercato isolamento per essere completamente libero ed autonomo, per evitare condizionamenti di ogni tipo ed essere fino in fondo sé stesso. Così il nostro artista, in tutti questi anni, non ci ha abituati ai facili clamori né alla facile ostentazione tanto diffusi nel mondo dell’arte di ieri e di oggi, ma ha preferito parlare di sé attraverso il proprio lavoro e i risultati raggiunti. Le sue opere attuali si presentano allora come un armonico insieme di forme e colori al cui interno scorrono segni, percorsi e traiettorie dove si uniscono cuore e ragione, riflessione e sentimento. In esse c'è sempre grande attenzione alla geometria, alla costruzione e al movimento astratto delle forme che si rincorrono sui supporti in un gioco straordinario e piacevole fatto di incastri e sovrapposizioni, di improvvise interruzioni e ripartenze. Guardando questi lavori il pensiero, quasi istintivamente, corre a Piet Mondrian e a Paul Klee, al Costruttivismo e al Neoplasticismo, ma Gianni Pennisi si affranca da tutto questo per il suo scatto inventivo, per la sua lucida e fervida creatività capace di rompere i freddi schemi della geometria e rendersi completamente autonomo, libero e personale. Allora i percorsi visivi che si rincorrono all'interno dei dipinti, passando e oltrepassando le forme colorate, diventano un gioco dell'occhio e della mente, un vero e proprio esercizio oculo-mentale e ogni osservatore ne può seguire le traccia fino alla loro meta finale.
Interessante e coinvolgente, poi, l’ultima produzione dell’artista che, con un ulteriore scatto di fantasia e creatività, ha dilatato le forme e i tracciati, ampliato le visioni e gli spazi creando un Unicum visivo dove Astratto geometrico e Informale sembrano convivere in modo assolutamente naturale ed armonico. Ecco allora che in queste opere la linea e la costruzione geometrica sembrano di colpo interrompersi dando luogo ad una interessante ed imprevedibile metamorfosi segnica che si trasforma in pura riflessione cromatica dove tutto è luce e colore, vibrazione e profondità. In questi casi anche la materia da lui utilizzata diventa morbida e pastosa e sugli sfondi si aprono improvvisi squarci di luce, fluttuanti e morbide pennellate, spontanee ed eleganti cascate cromatiche. In questi casi le sue costruzioni si vestono di leggerezza e delicate trasparenze, si fanno raffinate invenzioni della mente, richiamano assorte e magiche atmosfere.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d’arte Luciano Carini, chiuderà il 24 ottobre.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30
Lunedì, giorno di chiusura.
Luoghi
0523716846 3488703060