Giancarlo Limoni "Il giardino del tempo / Opere 1980-2017"
A cura di: Lorenzo Canova
Dal 21 giugno al 17 settembre 2017, il MACRO - Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la prima mostra antologica di Giancarlo Limoni dal titolo Il giardino del tempo – Opere 1980 - 2017, a cura di Lorenzo Canova, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e organizzata in collaborazione con le gallerie L’Attico di Fabio Sargentini e A.A.M. - Architettura Arte Moderna di Roma e l’ARATRO, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea dell’Università degli Studi del Molise di Campobasso La mostra, che raccoglie venticinque quadri di grandissimo formato realizzati tra il 1980 e il 2017, vuole presentare in modo organico uno dei protagonisti della Nuova Scuola Romana degli anni Ottanta che ha avuto tra i suoi maggiori punti di riferimento proprio la Galleria L'Attico di Fabio Sargentini.
Limoni conduce da sempre un lavoro rigoroso e poetico sul medium pittorico, sulla sua materia, sulla luce e sul colore visti come strumenti di un’intensa ricerca sul rapporto tra natura e cultura.
Il percorso artistico di Limoni si arricchisce di riflessioni sulla letteratura e la filosofia: la natura viene interpretata attraverso il filtro mentale di un dialogo con la storia dell’arte e con l’opera di grandi maestri come Turner, Monet, Permeke, Soutine, Mafai, De Staël e Fautrier, tra Impressionismo, Espressionismo e Informale. Suggestioni rilette, però, con uno sguardo indipendente e personale, influenzato anche dalla pittura orientale, e che rende la ricerca di Limoni del tutto unica nel contesto artistico degli ultimi decenni.
L'opera iniziale di Limoni negli anni Ottanta è partita da una pittura dove il colore si distende in accordi e dissonanze di segni e di materia cromatica in un dialogo serrato con la ruvida tessitura della tela. Nel corso degli anni, l’opera dell’artista si è fatta poi sempre più densa e complessa nella sua stratificazione di stesure e di intrecci pittorici, di paste cromatiche e di sprezzature esecutive, in quadri sospesi tra la lentezza della meditazione e la rapidità della stesura in rapporto con la leggerezza mentale dell’arte e del pensiero orientali.
Dai primi cicli di opere a quelle più recenti, Limoni ha lavorato dunque sul corpo fisico e sulla struttura intellettuale della pittura, dando vita a un sistema che negli anni si è arricchito non solo di fioriture di materia quasi tattile e di una sempre maggiore sapienza esecutiva, ma di una pienezza lirica che sembra dare forma tangibile all’essenza sfuggente del tempo e al suo scorrere. L’artista dà forma così a una sorta di flusso vitale, sviluppato attraverso la forza millenaria del colore addensato sul supporto come un grumo esistenziale che ritrova il proprio senso grazie al gesto arcaico e perennemente rinnovato del pittore.
L’approdo di questo viaggio è stata quindi la sontuosa ricchezza delle opere realizzate dagli anni Novanta in poi, dove la visione cromatica si arricchisce di una pulsazione vitale che ricompone la vibrazione del mondo nelle sue fioriture, nei riflessi d’acqua e nel mare attraversato da tagli di luce e di vento, dove i pigmenti si immergono e si cristallizzano nelle acque della memoria. Dare forma a un nuovo giardino del tempo: tra l’esplosione dei colori che inondano la tela e la silenziosa presenza delle opere più recenti, dedicate ai Giardini di neve, dove il bianco si anima delle presenze enigmatiche e impercettibili di velature e di spessori cromatici.
L’allestimento espositivo è realizzato grazie alla collaborazione tecnica di Scenografia Mekane, Roma. Il catalogo della mostra è il primo volume delle Edizioni ARATRO Arte Contemporanea–dell’Università degli Studi del Molise, in collaborazione con Regia Edizioni, con un testo di Fabio Sargentini, un saggio del curatore Lorenzo Canova e apparati bio-bibliografici a cura di A.A.M.-Architettura Arte Moderna di Roma.
Limoni conduce da sempre un lavoro rigoroso e poetico sul medium pittorico, sulla sua materia, sulla luce e sul colore visti come strumenti di un’intensa ricerca sul rapporto tra natura e cultura.
Il percorso artistico di Limoni si arricchisce di riflessioni sulla letteratura e la filosofia: la natura viene interpretata attraverso il filtro mentale di un dialogo con la storia dell’arte e con l’opera di grandi maestri come Turner, Monet, Permeke, Soutine, Mafai, De Staël e Fautrier, tra Impressionismo, Espressionismo e Informale. Suggestioni rilette, però, con uno sguardo indipendente e personale, influenzato anche dalla pittura orientale, e che rende la ricerca di Limoni del tutto unica nel contesto artistico degli ultimi decenni.
L'opera iniziale di Limoni negli anni Ottanta è partita da una pittura dove il colore si distende in accordi e dissonanze di segni e di materia cromatica in un dialogo serrato con la ruvida tessitura della tela. Nel corso degli anni, l’opera dell’artista si è fatta poi sempre più densa e complessa nella sua stratificazione di stesure e di intrecci pittorici, di paste cromatiche e di sprezzature esecutive, in quadri sospesi tra la lentezza della meditazione e la rapidità della stesura in rapporto con la leggerezza mentale dell’arte e del pensiero orientali.
Dai primi cicli di opere a quelle più recenti, Limoni ha lavorato dunque sul corpo fisico e sulla struttura intellettuale della pittura, dando vita a un sistema che negli anni si è arricchito non solo di fioriture di materia quasi tattile e di una sempre maggiore sapienza esecutiva, ma di una pienezza lirica che sembra dare forma tangibile all’essenza sfuggente del tempo e al suo scorrere. L’artista dà forma così a una sorta di flusso vitale, sviluppato attraverso la forza millenaria del colore addensato sul supporto come un grumo esistenziale che ritrova il proprio senso grazie al gesto arcaico e perennemente rinnovato del pittore.
L’approdo di questo viaggio è stata quindi la sontuosa ricchezza delle opere realizzate dagli anni Novanta in poi, dove la visione cromatica si arricchisce di una pulsazione vitale che ricompone la vibrazione del mondo nelle sue fioriture, nei riflessi d’acqua e nel mare attraversato da tagli di luce e di vento, dove i pigmenti si immergono e si cristallizzano nelle acque della memoria. Dare forma a un nuovo giardino del tempo: tra l’esplosione dei colori che inondano la tela e la silenziosa presenza delle opere più recenti, dedicate ai Giardini di neve, dove il bianco si anima delle presenze enigmatiche e impercettibili di velature e di spessori cromatici.
L’allestimento espositivo è realizzato grazie alla collaborazione tecnica di Scenografia Mekane, Roma. Il catalogo della mostra è il primo volume delle Edizioni ARATRO Arte Contemporanea–dell’Università degli Studi del Molise, in collaborazione con Regia Edizioni, con un testo di Fabio Sargentini, un saggio del curatore Lorenzo Canova e apparati bio-bibliografici a cura di A.A.M.-Architettura Arte Moderna di Roma.
Luoghi
335 49 03 11