Giampiero Cusumano - Based
l progetto espositivo nasce dall’ intima esigenza di voler rappresentare, tramite il media della pittura del disegno e della scultura, un incedere verso un nuovo linguaggio dettato da dinamiche piuttosto inconsuete per la nostra epoca.
Non è un interesse verso l’esterno, e la sua inevitabile azione sui sensi, che stimola la necessità narrativa o polemica direttamente e appassionatamente, bensì un processo che si è formato attraverso un inflessibile tensione verso argomentazioni di valore universale che sottendono alle dinamiche della vita stessa nelle sue componenti basilari, come quelle esistenziali; del rapporto con la natura;e delle molteplici possibilità di sviluppo insite in una auto iniziazione ad argomenti inerenti alla fisica e alle filosofie orientali.
Il riferimento culturale va a dei testi specifici di Fritjof Capra e Lao Tze, ma anche allo Zohar e al suo vagheggiare un infinito campo di energia positiva e benevola che pervade l’universo, e la possibilità che ha l’uomo di attingervi attraverso una retta visione della vita.
Tutto ciò si sviluppa in un elaborato artistico che si realizza proprio attraverso questi assiomi teorici e ne vche ricorrono a tematiche sociali e politiche sempre in chiave simbolica in nome di una libertà negata, o nella consapevolezza di una dipendenza tecnologica tutta della nostra epoca come in “dafa sphere” o “new era”.
Riguardo la relazione che ha il progetto, rispetto all’arte esistente ed esistita possiamo dire che
l’assunto teorico attinge alle idee suprematiste e costruttiviste di un’arte fortemente simbolica che riduce la rappresentazione all’essenzialità delle forme geometriche basilari, che dimentichi le allegorie visive dell’arte pittorica per creare, con i suoi stessi strumenti, un linguaggio nuovo che possa astrarsi e convivere con il reale contemporaneamente.
In un certo senso (dal punto di vista del facitore) uno strumento per addentrarsi nell’ignoto
della propria interiorità e sollevare, per un attimo, il velo delle convenzioni e della meccanicità da cui è costituita sia la realtà che l’interiorità dell’uomo.
Svelare ciò che a tratti e istintivamente è sentito ma che in nessun modo si può provare, perchè appartiene ad una sfera dell’esistenza che è solamente presagita. La sfida è dunque quella di suscitare nel fruitore, attraverso un’interpretazione soggettiva della propria percezione,una lettura della simbologia creata, che si possa interpretare oggettivamente come quella dell’alchimia spirituale alla quale si aveva accesso secondo un certo grado di sviluppo,nei termini però di un estetica che appartiene ad un linguaggio della nostra era.uole descriverne l’intuizione.
Si può vedere dai lavori intitolati “slow machine” come il simulato sviluppo di un ipotetico campo quantico, sia in senso di dinamica osmotica che di energia,venga rappresentato di fatto attraverso un elaborato sistema segnico replicabile all’infinito.
Non è un interesse verso l’esterno, e la sua inevitabile azione sui sensi, che stimola la necessità narrativa o polemica direttamente e appassionatamente, bensì un processo che si è formato attraverso un inflessibile tensione verso argomentazioni di valore universale che sottendono alle dinamiche della vita stessa nelle sue componenti basilari, come quelle esistenziali; del rapporto con la natura;e delle molteplici possibilità di sviluppo insite in una auto iniziazione ad argomenti inerenti alla fisica e alle filosofie orientali.
Il riferimento culturale va a dei testi specifici di Fritjof Capra e Lao Tze, ma anche allo Zohar e al suo vagheggiare un infinito campo di energia positiva e benevola che pervade l’universo, e la possibilità che ha l’uomo di attingervi attraverso una retta visione della vita.
Tutto ciò si sviluppa in un elaborato artistico che si realizza proprio attraverso questi assiomi teorici e ne vche ricorrono a tematiche sociali e politiche sempre in chiave simbolica in nome di una libertà negata, o nella consapevolezza di una dipendenza tecnologica tutta della nostra epoca come in “dafa sphere” o “new era”.
Riguardo la relazione che ha il progetto, rispetto all’arte esistente ed esistita possiamo dire che
l’assunto teorico attinge alle idee suprematiste e costruttiviste di un’arte fortemente simbolica che riduce la rappresentazione all’essenzialità delle forme geometriche basilari, che dimentichi le allegorie visive dell’arte pittorica per creare, con i suoi stessi strumenti, un linguaggio nuovo che possa astrarsi e convivere con il reale contemporaneamente.
In un certo senso (dal punto di vista del facitore) uno strumento per addentrarsi nell’ignoto
della propria interiorità e sollevare, per un attimo, il velo delle convenzioni e della meccanicità da cui è costituita sia la realtà che l’interiorità dell’uomo.
Svelare ciò che a tratti e istintivamente è sentito ma che in nessun modo si può provare, perchè appartiene ad una sfera dell’esistenza che è solamente presagita. La sfida è dunque quella di suscitare nel fruitore, attraverso un’interpretazione soggettiva della propria percezione,una lettura della simbologia creata, che si possa interpretare oggettivamente come quella dell’alchimia spirituale alla quale si aveva accesso secondo un certo grado di sviluppo,nei termini però di un estetica che appartiene ad un linguaggio della nostra era.uole descriverne l’intuizione.
Si può vedere dai lavori intitolati “slow machine” come il simulato sviluppo di un ipotetico campo quantico, sia in senso di dinamica osmotica che di energia,venga rappresentato di fatto attraverso un elaborato sistema segnico replicabile all’infinito.
Oppure dalle sculture con titoli che si riferiscono al testo di Lao Tze come: “uomo reale” o “God created men” che sintetizzano con colori e forme la visione della realtà trascendentale del filosofo taoista. O altre
Luoghi
http://www.galleriaframmentidarte.com 0693571441 3332000389