Gabriele Stabile. Refugee Hotel
A cura di: Silvana Bonfili
Un rifugiato è per definizione una persona che ha attraversato un confine per sfuggire a persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Gabriele Stabile ha lavorato in diversi Stati dell'Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento.
Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e l'adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa.
Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie.
Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili.
Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro il sentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno.
Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un'opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
Una volta in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e l'adattamento a nuove regole di convivenza, imparare una lingua straniera, adeguarsi a una cultura drammaticamente diversa.
Oltre a queste battaglie quotidiane, i più soffrono e si perdono nella rielaborazione dei propri traumi, delle proprie memorie e delle proprie nostalgie.
Nelle piccole città in cui vivono, nel cuore della middle America, realtà urbane come Fargo, Charlottesville, Erie o Amarillo alienazione e estraneità sono tanto più evidenti quanto irrisolvibili.
Da italiano che per anni ha vissuto e lavorato in un paese straniero, Stabile ha cercato di affrontare in questo lavoro il sentimento di isolamento e di separazione di cui si fa esperienza quando si parte senza promessa di ritorno.
Alla luce, infine, dei recenti flussi migratori che investono le nostre coste, questo lavoro offre un'opportunità di riflessione sulle possibilità, le difficoltà, i limiti e i successi di una mirata politica di accoglienza.
Luoghi
www.museodiromaintrastevere.it 06 5816563 06 5884165
orario: dal maredì alla domenica ore 10-20 - chiuso 1 maggio e 1 gennaio