Gabriele Buratti e Tiziana Vanetti “Urbani per natura”
A cura di: Roberta Cima
La nuova mostra, curata da Roberta Cima, che vede protagoniste le opere di Gabriele Buratti e Tiziana Vanetti e la loro personale visione e rappresentazione pittorica della natura, due stili simili per immortalarla, riconducendola, però, ad una contestualizzazione urbana e contemporanea.
Una visione parallela della natura rapportata al bisogno umano di esserne in simbiosi, senza peraltro riuscire a dominarla.
Gabriele Buratti inserisce i suoi animali (elefanti, tigri, zebre, iene, lupi) in metropoli urbane, non-luoghi, dove le anime umane sono invisibili, disperse, totalmente assenti. Anche i pochi colori utilizzati (bianco, nero, grigio, terra, ruggine) delle vernici, miste ad olio, creano un paesaggio rarefatto, quasi spettrale, in uno stile riconducibile alla fotografia.
Il “Buga” nei suoi scenari dipinge un’atmosfera post moderna, quasi una nebulosa Gotham City, dove il livello di civiltà delle metropoli incontra in modo curioso la natura. Le città deserte di Buratti sono la proiezione e la testimonianza di un contesto che ci vede numeri tra i numeri, azzerati dall’appiattimento dei valori, dove il ruolo degli esseri umani è controverso e marginale.
I suoi dipinti contengono anche un marchio, un vero e proprio codice a barre, che segna e rappresenta il consumismo dilagante e l’omologazione, prodotti dal nostro tempo.
Tiziana Vanetti, ci presenta la sua natura intesa come spazio vissuto, espressione di sé stessa, dei suoi ricordi, della propria dimensione emotiva, affidandosi a pennellate veloci, fluide, gocciolanti, delineando le masse e non i particolari, l’artista esalta la natura come pure oggetto estetico.
Le opere di Tiziana Vanetti partono dalle immagini, immagini che la emozionano, ricordi o fotografie che rappresentano appunti di viaggio e le sue esperienze.
Le sue opere spaziano dal dialogo tra uomo e natura rappresentati in “Ghibli”, ai ricordi della sua terra natale (la Libia) riprodotti in “Birth”, ai luoghi legati alla sua infanzia dai nonni, nei boschi di Luino, al confine tra Italia e Svizzera in “Wild”, agli scorci di vita familiare, degli stretti legami sentimentali ed affettivi riprodotti in “Interni ed Esterni familiari”.
Una delle citazioni più amate dall’artista è: “L’Arte cela l’artista molto più di quanto lo riveli” (Oscar Wilde)
Una visione parallela della natura rapportata al bisogno umano di esserne in simbiosi, senza peraltro riuscire a dominarla.
Gabriele Buratti inserisce i suoi animali (elefanti, tigri, zebre, iene, lupi) in metropoli urbane, non-luoghi, dove le anime umane sono invisibili, disperse, totalmente assenti. Anche i pochi colori utilizzati (bianco, nero, grigio, terra, ruggine) delle vernici, miste ad olio, creano un paesaggio rarefatto, quasi spettrale, in uno stile riconducibile alla fotografia.
Il “Buga” nei suoi scenari dipinge un’atmosfera post moderna, quasi una nebulosa Gotham City, dove il livello di civiltà delle metropoli incontra in modo curioso la natura. Le città deserte di Buratti sono la proiezione e la testimonianza di un contesto che ci vede numeri tra i numeri, azzerati dall’appiattimento dei valori, dove il ruolo degli esseri umani è controverso e marginale.
I suoi dipinti contengono anche un marchio, un vero e proprio codice a barre, che segna e rappresenta il consumismo dilagante e l’omologazione, prodotti dal nostro tempo.
Tiziana Vanetti, ci presenta la sua natura intesa come spazio vissuto, espressione di sé stessa, dei suoi ricordi, della propria dimensione emotiva, affidandosi a pennellate veloci, fluide, gocciolanti, delineando le masse e non i particolari, l’artista esalta la natura come pure oggetto estetico.
Le opere di Tiziana Vanetti partono dalle immagini, immagini che la emozionano, ricordi o fotografie che rappresentano appunti di viaggio e le sue esperienze.
Le sue opere spaziano dal dialogo tra uomo e natura rappresentati in “Ghibli”, ai ricordi della sua terra natale (la Libia) riprodotti in “Birth”, ai luoghi legati alla sua infanzia dai nonni, nei boschi di Luino, al confine tra Italia e Svizzera in “Wild”, agli scorci di vita familiare, degli stretti legami sentimentali ed affettivi riprodotti in “Interni ed Esterni familiari”.
Una delle citazioni più amate dall’artista è: “L’Arte cela l’artista molto più di quanto lo riveli” (Oscar Wilde)
Luoghi
www.spaziocima.it
orari di apertura: lun/ven dalle 15 alle 18. sab/dom su appuntamento. ingresso libero.