Fred Lonidier. STRIKE
Strike di Fred Lonidier è la prima personale dell’artista americano in istituzioni artistiche europee ed è simultaneamente realizzata in spazi differenti di Roma, Ginevra e Zurigo. Un’opera d’arte e un artista possono giocare diversi ruoli. Fred Lonidier ha assunto la posizione dell’artista visivo nel movimento operaio, proponendola come modello da indagare. Per Lonidier il lavoro intellettuale e artistico dovrebbe essere guidato dalle lotte sociali e dalle sue sfide organizzative. La sua esperienza nei movimenti di emancipazione razziale, sessuale e di genere a San Diego negli anni Settanta, gli studi in Sociologia e in Arte, l’amicizia con gli artisti Martha Rosler, Allan Sekula e Phel Steinmetz hanno influenzato la sua pratica che esplora le possibilità della fotografia come strumento per il cambiamento sociale.
Per oltre quarant’anni Lonider ha prodotto installazioni con testi, immagini, video per osservare da vicino, e rendere visibile, l’istituzione sindacato e il mondo del lavoro. Ha sviluppato uno specifico linguaggio visivo in costante dialogo con la grammatica politica del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam, del movimento femminista nel campus dell’Università della California a San Diego, delle organizzazioni sindacali di San Diego o della lotta dei lavoratori nelle maquiladora al confine tra Stati Uniti e Messico.
Secondo l’attitudine dell’artista a presentare le sue ricerche in luoghi dove le lotte sociali si organizzano, oltre all’ampia selezione di lavori esposti all’Istituto Svizzero alcune opere sono allestite nella sala riunioni di CLAP. Le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono un’organizzazione costituita nel 2013 da lavoratori autonomi e precari per dare assistenza alle nuove figure del lavoro, a quanti si trovano senza difesa sul luogo di lavoro, o a lavoratori autonomi e precari senza accesso al welfare.
Al Centre de la photographie di Ginevra, la mostra percorre l’ampia gamma di metodi sperimentati da Lonidier nella fotografia: dai primi lavori che usano il documentario per mostrare la rappresentazione sessista della donna nell’industria fotografica, fino alle inchieste sul mondo del lavoro. A Zurigo invece sarà possibile osservare la riproposizione del lavoro di laurea in Belle Arti realizzato da Lonidier nel 1972: un’opera in quattro parti (29 Arrests, Pornography, Surveillance e Conceptual War) installata da settembre 2015 a giugno 2016 all’interno del nuovo Toni-Areal Campus della Zürich University of the Arts.
Per oltre quarant’anni Lonider ha prodotto installazioni con testi, immagini, video per osservare da vicino, e rendere visibile, l’istituzione sindacato e il mondo del lavoro. Ha sviluppato uno specifico linguaggio visivo in costante dialogo con la grammatica politica del movimento di protesta contro la guerra in Vietnam, del movimento femminista nel campus dell’Università della California a San Diego, delle organizzazioni sindacali di San Diego o della lotta dei lavoratori nelle maquiladora al confine tra Stati Uniti e Messico.
Secondo l’attitudine dell’artista a presentare le sue ricerche in luoghi dove le lotte sociali si organizzano, oltre all’ampia selezione di lavori esposti all’Istituto Svizzero alcune opere sono allestite nella sala riunioni di CLAP. Le Camere del Lavoro Autonomo e Precario sono un’organizzazione costituita nel 2013 da lavoratori autonomi e precari per dare assistenza alle nuove figure del lavoro, a quanti si trovano senza difesa sul luogo di lavoro, o a lavoratori autonomi e precari senza accesso al welfare.
Al Centre de la photographie di Ginevra, la mostra percorre l’ampia gamma di metodi sperimentati da Lonidier nella fotografia: dai primi lavori che usano il documentario per mostrare la rappresentazione sessista della donna nell’industria fotografica, fino alle inchieste sul mondo del lavoro. A Zurigo invece sarà possibile osservare la riproposizione del lavoro di laurea in Belle Arti realizzato da Lonidier nel 1972: un’opera in quattro parti (29 Arrests, Pornography, Surveillance e Conceptual War) installata da settembre 2015 a giugno 2016 all’interno del nuovo Toni-Areal Campus della Zürich University of the Arts.