Franco Valente. Limites
A cura di: Carmelo Cipriani
Così scrive Carmelo Cipriani nel testo critico:
“Lontano da virtuosismi accademici, Valente si mostra incline ad un approccio immediato con la quotidianità, tra il divertito e il riflessivo. Stipiti consunti, angusti pertugi, battenti logori sono gli elementi essenziali della sua attività creativa, reliquie di una vita trascorsa, ma anche superfici ruvide su cui applicare il colore a brandelli fino a definire composizioni ibride, né pitture né sculture tout court. Composizioni materiche, solo all’apparenza casuali, mobili nel loro dilatarsi nello spazio e perfettamente scandite nell’equilibrio delle forme e dei pesi cromatici. “Combine paintings” si direbbe, in cui legni tagliati, divelti e martoriati, si affiancano e si sovrappongono ricalcando una dinamica interiore fatta di molteplici significati e rimandi.
Quella di Valente è figurazione residuale, aperta alla rievocazione della memoria e alle suggestioni del reale. Lavorando sul concetto di soglia, al contempo limite e congiunzione, l’artista indaga le proprietà intrinseche del legno, materia organica di grandi virtù, fino ad evidenziarne le intrinseche potenzialità pitto-scultoree. Come per i sacchi di Burri, nei suoi lavori la fragilità e l’umiltà del legno divengono valori di riferimento per un’estetica essenziale, contrapposta alla ridondante figurazione pop e profondamente intrisa di riflessione esistenziale”.
“Lontano da virtuosismi accademici, Valente si mostra incline ad un approccio immediato con la quotidianità, tra il divertito e il riflessivo. Stipiti consunti, angusti pertugi, battenti logori sono gli elementi essenziali della sua attività creativa, reliquie di una vita trascorsa, ma anche superfici ruvide su cui applicare il colore a brandelli fino a definire composizioni ibride, né pitture né sculture tout court. Composizioni materiche, solo all’apparenza casuali, mobili nel loro dilatarsi nello spazio e perfettamente scandite nell’equilibrio delle forme e dei pesi cromatici. “Combine paintings” si direbbe, in cui legni tagliati, divelti e martoriati, si affiancano e si sovrappongono ricalcando una dinamica interiore fatta di molteplici significati e rimandi.
Quella di Valente è figurazione residuale, aperta alla rievocazione della memoria e alle suggestioni del reale. Lavorando sul concetto di soglia, al contempo limite e congiunzione, l’artista indaga le proprietà intrinseche del legno, materia organica di grandi virtù, fino ad evidenziarne le intrinseche potenzialità pitto-scultoree. Come per i sacchi di Burri, nei suoi lavori la fragilità e l’umiltà del legno divengono valori di riferimento per un’estetica essenziale, contrapposta alla ridondante figurazione pop e profondamente intrisa di riflessione esistenziale”.
Luoghi
http://scaramuzzartecontemporanea.weebly.com/ 328.8941464
e dalle ore 18.00 alle 21.30.