Franco Cardinali "Inquietudine necessaria"
A cura di: Raffaella Resch
Per tutta l’estate a Lecco si ammira l’importante antologica “Franco Cardinali. Inquietudine necessaria”, a cura di Raffaella Resch, presso il Palazzo delle Paure dal 29 giugno al 1 settembre 2019.Prosegue, in seguito al grande successo della mostra milanese riscosso nel gennaio scorso, l’approfondimento sulla figura di Franco Cardinali, artista ligure di notevole spessore, con una mostra a lui dedicata che ripercorre la sua fervida attività attraverso una selezione di oltre quaranta opere, che vanno dai lavori della metà degli anni ’50 fino alle grandi enigmatiche tele degli ultimi anni, precedenti la sua morte nel 1985.
Il percorso espositivo segue uno sviluppo cronologico e tematico, che illustra fasi diverse tra loro, cambiamenti decisi, intuizioni ardite e un segno sempre preciso e netto, dalla fortissima personalità. Come puntualizza la curatrice, le opere a cavallo degli anni ’50 e ’60, come l’olio su tela Saint Hilaire del 1955, che rivelano inizialmente influenze picassiane e modiglianesche, «sono condizionate dalla ricerca di una figurazione originale, con risultati che fanno emergere sembianze da bassorilievo, da statuaria paleocristiana, subito abbandonata in favore di uno studio più attento alla materia. La sperimentazione sembra ancora ibridare la tela con la tridimensionalità della scultura, ma sposta in maniera irreversibile il fulcro della rappresentazione: l’opera non è più un oggetto posto a simularne un altro, bensì diviene protagonista».
È lì che le superfici si fanno spesse, composite e vissute, trattate con interventi profondi, lacerature o crateri, immaginando che sul “corpo” della pittura si possano scatenare gli elementi: il fuoco possa incenerire come per Fleur incinérée del 1968, l’acqua possa dilavare come in Linge sale pour laver en familie dell’82, l’aria possa sollevare nuvole di polvere iridescente come in Site cosmique aux reflets d’aurore dell’83. «Le sue tele – prosegue Resch – scavano oltre la dimensione del visibile, con profonde ferite che sembrano trapassare la superficie, come i tagli di Fontana; la materia densa con cui inizia a lavorare a partire dalla fine degli anni ’60, che poi subito diventerà sabbia trattata con caseina e pigmenti, passa da uno stato inerte a uno attivo, sperimentale, con combustioni (che, differenza di Burri, sono “riprodotte” con la pittura), essiccazioni, mute di epidermide, impronte. L’opera si fa organismo vivente e diventa partecipe del mistero di un cosmo sempre più complesso».
In corrispondenza a questo processo materico si assiste ad una semplificazione delle immagini che tende fortemente all’astrattismo e richiama un simbolismo privato dell’artista come cerchi, onde sinusoidali, croci; sono significativi in proposito Fossile lunaire del 1967, Trames liguriennes del 1968 e Segnale propiziatorio del 1977, oltre ai lavori ispirati al mondo naturale, composto da ambienti e animali che vanno a creare bestiari curiosi e inquietanti, come fossero fossili impressi sulla tela, e rivelano un’insoddisfazione personale e artistica che si evince dal tratteggio profondo, dai paesaggi inquieti e dall’increspamento delle superfici. Anche la dimensione delle tele aumenta, così come il loro peso: sono come “nuovi dolmen” di un tempio che Cardinali sta dedicando alla sua arte inquieta, che sembra pretendere una redenzione o un sacrificio.
Organizzata dal Comune di Lecco - Sistema Museale Urbano Lecchese, dalla Camera di Commercio di Como-Lecco e dall’Associazione Culturale Franco Cardinali, l’esposizione mette in luce la poetica di un artista le cui opere appartengono ad importanti istituzioni pubbliche e collezioni private in Italia, Europa e Stati Uniti.
La rassegna gode del patrocinio del Comune di Chiusi della Verna e del Club per l’UNESCO di Aquileia.
Arricchisce l’esposizione un esaustivo catalogo in edizione italiana e inglese pubblicato da Scalpendi Editore, con tutte le opere in mostra oltre a una ricca selezione della produzione dell’artista, con introduzione e testo critico di Raffaella Resch e una testimonianza dell’amico Benito Boschetto.
Luoghi
www.museilecco.org 39 0341 286729
Orari mar-ven ore 9.30-19 | sab-dom 10-19 | lunedì chiuso