Francesco Bertocco – Alberto Grifi
A cura di: Simone Frangi
Secondo approdo di un progetto di ricerca sulle corrispondenze transgenerazionali, l’esposizione di Francesco Bertocco (1983) e Alberto Grifi (1938-2007) a Viafarini DOCVA stringe due ricerche audiovisive eterogenee e lontane nel tempo sulla nuova operatività del corpo postmoderno all’epoca della sua medicalizzazione forzata. Il progetto bipersonale, di natura installativa e dialogica, traccia un confronto serrato tra Allegoria di Francesco Bertocco, produzione video HD del 2014, e Il preteso corpo di Alberto Grifi, esercizio audiovisivo del 1977 basato sul ritrovamento di un footage storico risalente al Ventennio fascista al mercatino della Fiera di Senigallia a Milano, e firmato da Grifi come ready made.
In Allegoria, Bertocco affronta i linguaggi del documentario sperimentale, mettendo in opera tre registri diversi di rappresentazione con l’obiettivo di dare forma ad un’inedita essayist video practice, capace d’integrare registri onirici e fictionali alla narrativa teorica. La camera ci introduce infatti agli stabilimenti di una casa farmaceutica, esplorandone l'architettura, la fisiognomica del luogo ed il loro legame con l'estetica corporativa, dalla plasticità ovattata e impersonale, che essi veicolano. Un corpo multinazionale e diffuso, disinnescato nella sua identità "esoterica" e riportato al suo compito discorsivo.
Operando come un antecedente storico e come un elemento d’imprinting nella pratica di Bertocco, Il preteso corpo di Grifi implementa il piglio critico e politico dell’operazione espositiva a due. Il lavoro del 1977 – imperniato sullo sfruttamento del ready made come pratica d’appropriazione e di legittimazione e il found footage come istanza grammaticale del cinema – propone un documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale prodotto da La Roche su persone considerate psichiatricamente “tarate” per verificarne gli effetti secondari, stimati come “tempeste” vascolari e convulsioni paralizzanti.
Bertocco e Grifi riflettono sinergicamente sul topos del “corpo ritrovato” nel capitalismo avanzato, un corpo concepito come prodotto astratto della tecnologia, indotto a dimenticare la sua carnalità libera perché ormai deciso genealogicamente e socialmente da prassi discorsive e lemmi normativi di origine medica.
Il progetto è reso possibile grazie a Associazione Culturale Alberto Grifi, Politecnico di Milano, Studio Azzurro.
In Allegoria, Bertocco affronta i linguaggi del documentario sperimentale, mettendo in opera tre registri diversi di rappresentazione con l’obiettivo di dare forma ad un’inedita essayist video practice, capace d’integrare registri onirici e fictionali alla narrativa teorica. La camera ci introduce infatti agli stabilimenti di una casa farmaceutica, esplorandone l'architettura, la fisiognomica del luogo ed il loro legame con l'estetica corporativa, dalla plasticità ovattata e impersonale, che essi veicolano. Un corpo multinazionale e diffuso, disinnescato nella sua identità "esoterica" e riportato al suo compito discorsivo.
Operando come un antecedente storico e come un elemento d’imprinting nella pratica di Bertocco, Il preteso corpo di Grifi implementa il piglio critico e politico dell’operazione espositiva a due. Il lavoro del 1977 – imperniato sullo sfruttamento del ready made come pratica d’appropriazione e di legittimazione e il found footage come istanza grammaticale del cinema – propone un documentario ospedaliero sulla sperimentazione di un medicinale prodotto da La Roche su persone considerate psichiatricamente “tarate” per verificarne gli effetti secondari, stimati come “tempeste” vascolari e convulsioni paralizzanti.
Bertocco e Grifi riflettono sinergicamente sul topos del “corpo ritrovato” nel capitalismo avanzato, un corpo concepito come prodotto astratto della tecnologia, indotto a dimenticare la sua carnalità libera perché ormai deciso genealogicamente e socialmente da prassi discorsive e lemmi normativi di origine medica.
Il progetto è reso possibile grazie a Associazione Culturale Alberto Grifi, Politecnico di Milano, Studio Azzurro.
Luoghi
http://www.viafarini.org 02 66804473
orario: dal lunedì al venerdì dalle 11.00 alle 19.00