Filippo Berta / Calixto Ramírez. Una sola moltitudine
A cura di: Saverio Verini
Roma, ottobre 2016 – smART – polo per l’arte presenta Una sola moltitudine, doppia personale degli artisti Filippo Berta (1977) e Calixto Ramírez (1980), a cura di Saverio Verini.
Dopo il successo di STOP AND GO. L’arte delle gif animate, dedicata ai linguaggi della cultura digitale, smART sposta la propria attenzione su un altro medium: la performance. Attivi in Italia, ma con frequenti partecipazioni a mostre internazionali, Berta e Ramírez sono accomunati da una ricerca rigorosa, consapevole e riconoscibile, legata all’uso del corpo e al suo rapporto con il paesaggio, lo spazio della città, ma anche contesti più intimi. Il progetto di mostra nasce dalle affinità tra i due artisti: l’impiego della performance come mezzo privilegiato, l’utilizzo del corpo, l’idea di tensione – fisica e psicologica – che domina le loro azioni, la traduzione delle performance in immagini “concrete” – fotografie e video – dotate di un carattere iconico e visivamente pregnante. Ma Una sola moltitudine – titolo che evoca una raccolta dello scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa – intende mostrare anche due approcci diametralmente opposti nel concepire le performance: da una parte la dimensione collettiva e la ricerca sulle relazioni umane di Filippo Berta, dall’altra l’individualità accentuata di Calixto Ramírez.
Le performance di Filippo Berta, nelle quale sono sempre coinvolti gruppi di persone “comuni”, ci costringono a fare i conti con l’inesorabile banalità delle nostre azioni e, al tempo stesso, con la loro inestimabile potenza. Gesti che hanno la capacità di imprimersi nello sguardo di chi osserva, gesti che diventano ritualità condivisa fino a popolare un immaginario collettivo fatto di umanità e disillusione, di incontri e conflitti. Filippo Berta enfatizza il gesto banale, lo ripete, lo amplifica, trasformandolo quasi in un atto di eroismo e resistenza, mettendo in luce un’idea extra-ordinaria del quotidiano.
Calixto Ramírez, al contrario, usa quasi esclusivamente il proprio corpo come metro di misura della realtà circostante, come un elemento scultoreo che prende posizione e forma in relazione al contesto in cui si trova. Il suo lavoro è caratterizzato da un’economia di mezzi radicale: è sufficiente all’artista la propria presenza fisica per dar vita a performance stranianti e di forte impatto visivo. Ramírez sembra ogni volta mettere a rischio la propria incolumità in imprese del tutto prive di utilità; ed è proprio questa “frizione” tra pericolo e futilità a conferire alle sue performance un carattere grottesco e ironico, facendosi gioco dei limiti e delle inadeguatezze delle nostre azioni.
In mostra, oltre a una selezione di lavori realizzati negli ultimi anni, saranno presenti nuove produzioni concepite a partire dalle specificità di smART: le caratteristiche dello spazio espositivo, la presenza dei bambini che prendono parte alle attività didattiche, la conformazione del quartiere. Le opere di Berta e Ramírez si “fronteggeranno” nello spazio espositivo, creando un dialogo tra due approcci diversi alla performance. Durante l’opening sono previste delle performance live dei due artisti.
Una sola moltitudine sarà accompagnata da una pubblicazione con contributi di Margherita Marzotto, Stephanie Fazio – rispettivamente Presidente di smART e Direttrice dello spazio espositivo – del curatore della mostra Saverio Verini e del saggista e giornalista Daniele Balicco.
In programma anche una serie di attività didattiche e incontri che si incroceranno con i temi e i linguaggi della mostra, previsti per la prima parte del 2017.
Dopo il successo di STOP AND GO. L’arte delle gif animate, dedicata ai linguaggi della cultura digitale, smART sposta la propria attenzione su un altro medium: la performance. Attivi in Italia, ma con frequenti partecipazioni a mostre internazionali, Berta e Ramírez sono accomunati da una ricerca rigorosa, consapevole e riconoscibile, legata all’uso del corpo e al suo rapporto con il paesaggio, lo spazio della città, ma anche contesti più intimi. Il progetto di mostra nasce dalle affinità tra i due artisti: l’impiego della performance come mezzo privilegiato, l’utilizzo del corpo, l’idea di tensione – fisica e psicologica – che domina le loro azioni, la traduzione delle performance in immagini “concrete” – fotografie e video – dotate di un carattere iconico e visivamente pregnante. Ma Una sola moltitudine – titolo che evoca una raccolta dello scrittore e poeta portoghese Fernando Pessoa – intende mostrare anche due approcci diametralmente opposti nel concepire le performance: da una parte la dimensione collettiva e la ricerca sulle relazioni umane di Filippo Berta, dall’altra l’individualità accentuata di Calixto Ramírez.
Le performance di Filippo Berta, nelle quale sono sempre coinvolti gruppi di persone “comuni”, ci costringono a fare i conti con l’inesorabile banalità delle nostre azioni e, al tempo stesso, con la loro inestimabile potenza. Gesti che hanno la capacità di imprimersi nello sguardo di chi osserva, gesti che diventano ritualità condivisa fino a popolare un immaginario collettivo fatto di umanità e disillusione, di incontri e conflitti. Filippo Berta enfatizza il gesto banale, lo ripete, lo amplifica, trasformandolo quasi in un atto di eroismo e resistenza, mettendo in luce un’idea extra-ordinaria del quotidiano.
Calixto Ramírez, al contrario, usa quasi esclusivamente il proprio corpo come metro di misura della realtà circostante, come un elemento scultoreo che prende posizione e forma in relazione al contesto in cui si trova. Il suo lavoro è caratterizzato da un’economia di mezzi radicale: è sufficiente all’artista la propria presenza fisica per dar vita a performance stranianti e di forte impatto visivo. Ramírez sembra ogni volta mettere a rischio la propria incolumità in imprese del tutto prive di utilità; ed è proprio questa “frizione” tra pericolo e futilità a conferire alle sue performance un carattere grottesco e ironico, facendosi gioco dei limiti e delle inadeguatezze delle nostre azioni.
In mostra, oltre a una selezione di lavori realizzati negli ultimi anni, saranno presenti nuove produzioni concepite a partire dalle specificità di smART: le caratteristiche dello spazio espositivo, la presenza dei bambini che prendono parte alle attività didattiche, la conformazione del quartiere. Le opere di Berta e Ramírez si “fronteggeranno” nello spazio espositivo, creando un dialogo tra due approcci diversi alla performance. Durante l’opening sono previste delle performance live dei due artisti.
Una sola moltitudine sarà accompagnata da una pubblicazione con contributi di Margherita Marzotto, Stephanie Fazio – rispettivamente Presidente di smART e Direttrice dello spazio espositivo – del curatore della mostra Saverio Verini e del saggista e giornalista Daniele Balicco.
In programma anche una serie di attività didattiche e incontri che si incroceranno con i temi e i linguaggi della mostra, previsti per la prima parte del 2017.
Luoghi
http://www.smartroma.org 06 6478 1676