Fernando Monta "Tracce"
A cura di: Luciano Carini
Alla Galleria d'Arte Contemporanea “STUDIO C” di Piacenza si inaugura sabato 12 febbraio, alle ore 18, “Tracce”, mostra personale di Fernando Monta'. Nato in Africa, a Santa Isabel (Guinea Equatoriale) ma residente a Torino, Fernando Montà presenta un curriculum critico-espositivo di grande rilievo con mostre prestigiose tenute in spazi pubblici e privati di tutta Italia e di molte capitali d'Europa: Francia, Spagna, Croazia, Ungheria, Slovacchia e poi Marocco e Argentina. Dopo gli studi artistici e quelli dell'Accademia di Belle Arti e il conseguimento del “Premio Pernod” per la grafica (sezione studenti), si dedica all'incisione e alla pittura figurativa con soggetti legati soprattutto all'ecologia e alla difesa dell'ambiente, tematiche da lui particolarmente sentite e mai abbandonate: natura ed ambiente sono infatti, ancora oggi, gli argomenti fondamentali e prevalenti della sua espressione. In questa dimensione, dunque, si viene a collocare la ricerca di Fernando Montà che, attraverso quarant'anni di impegno intenso e costruttivo ha eleborato un proprio, indiscutibile discorso capace di unire la formazione tecnica alla propria identità, al valore degli ideali sociali e culturali, all'intensità di una visione tutta concentrata sull'ambiente e la natura. Appassionato del suo lavoro, ha sempre proceduto con metodo e rigore quasi scientifici affrontando varie tematiche, entrando direttamente, con coraggio e determinazione, nelle grandi e urgenti problematiche del tempo e dello spazio. Ha sempre proceduto per “cicli” Fernando Montà ( la collina, la luna, il vento, tracce, Essenza, in-segno, metamorfosi, ecc. ecc. ) seguendo sempre il suo stile, il suo linguaggio, il suo modo di intendere e concepire la comunicazione artistica, un modo di procedere libero e autonomo, non succube delle mode e del mercato. Una ricerca lunga e costante, quella di Fernando Montà, portata avanti con passione e costanza e caratterizzata da pennellate decise e segni indomiti che si riversano con forza e immediatezza sulla tela eliminando ogni presunta oggettività per rivolgersi ad un immaginario variegato e complesso che vuole essere non solo ponderata riflessione sul caos primordiale, ma anche e soprattutto sforzo creativo e fantastico per dirigerlo e governarlo. Pittura, dunque, che si fa magma, materia, elemento nucleare ed energetico che muove e prende vita dal tempo e dallo spazio. Una visione pittorica, quella di Fernando Montà, che tende sempre alla sintesi di opposte tensioni, che appare nello stesso tempo analitica ed emozionale, progettuale e decostruttiva, comunque aperta sempre, ed in ogni caso, all’intervento e alle incursioni dell’istinto e dell’imprevedibile. Le sue forme dipinte irrompono con forza da abissi profondi, da sfondi vorticosi e immersi nel buio della notte siderale, da orizzonti lontani. Sono percorse da deflagrazioni di colore che delimitano e circoscrivono mondi fantascientifici e irreali, un cosmo pulsante di vita e pieno di simboli. La superficie delle opere, lavorata e scavata con fine abilità, percorsa da ferite e aperture riflettenti, è letteralmente investita da incandescenze pittoriche fantastiche, si gonfia e si dilata, crea spazi profondi ed immensi, elabora suggestioni intense, cattura l’osservatore. Un senso grandioso di mistero pervade i suoi quadri e spesso, dal centro della loro superficie, dove quasi sempre si posa l’occhio di chi guarda, si dipartono vortici iridescenti, frammenti e brandelli d’immagini che vivono di luce propria, una luce proveniente dall’interno e dalla materia stessa: una materia stesa con tocchi rapidi e decisi, un puntinismo di delicata e sapiente esecuzione ma vivo e palpitante, quasi irruente. In questa mostra piacentina l'artista presenta vari periodi della sua produzione, compreso gli ultimi, quelli da lui stesso definiti “metamorfosi”, “In-segno” e “Tracce” (da cui il titolo della mostra) e sempre, anche in questi, compare la forma circolare o ellittica, forma non casuale ma fortemente legata al rapporto ancestrale e primigenio dell'uomo con la natura. A livello simbolico, infatti, il cerchio rappresenta la perfezione, l'omogeneità ed è espressione di continuità ed armonia. Inoltre la forma circolare è quella che meglio si presta a simboleggiare la ciclicità del tempo e della vita, del loro inarrestabile divenire. La rassegna, che darà introdotta dal gallerista e critico d'arte Luciano Carini, chiuderà il 24 febbraio.
ORARI: feriali e festivi dalle 16,30 alle 19,30.
Lunedì. Giorno di chiusura
Luoghi
0523716846 3488703060