Fabio Capitanio - Passaggi di Tempo
A cura di: Luciano Carini
Alla galleria d'arte contemporanea “Studio C” di via G. Campesio 39 si inaugura oggi, alle ore 18, la mostra personale di Fabio Capitanio dal titolo “Passaggi di Tempo”.
Ritorna dunque a Piacenza Fabio Capitanio e vi ritorna per la terza volta consecutiva dopo le belle e indimenticabili mostre precedenti. Una mostra, questa, che è particolarmente attesa da appassionati e collezionisti per poter ammirare e verificare le ultime “ricerche” e gli ultimi risultati di questo inquieto artista bresciano che non finisce mai di stupire. Perchè per Fabio Capitanio l'arte è veramente ragione di vita, bisogno impellente di comunicare voci, emozioni e sentimenti per farsi denuncia umana ed esistenziale. E questo suo modo di procedere, questa sua costanza nella sperimentazione e nella ricerca portata avanti con tanta dedizione e sacrificio, ha iniziato a dare i suoi risultati al punto di essere chiamato ad esporre all'ultima Triennale di Roma ed essere selezionato per la cinquantaseiesima Biennale Internazionale d'arte di Venezia (partecipazione poi sfumata all'ultimo momento per l'incomprensibile ritiro del Padiglione). La sua espressione surreale percorsa dal gesto e dal colore, dal simbolo e da una appena accennata atmosfera onirica, possiede forza introspettiva e psicologica, diventa strumento capace di indagare l'animo umano, si fa intima e approfondita ricerca interiore, anelito al trascendente. Espressione che procede sempre per cicli e che trae origine ed ispirazione dalla vita fino a farsi impietosa fotografia dei nostri giorni, delle ansie e delle solitudini sempre più diffuse e dilaganti nell'odierna società. Tra i vari cicli o tematiche affrontati fin qui da Fabio Capitanio citiamo “Strane visioni”, gli “Ariosi” e poi “Realtà virtuali” che era il contenuto dell'ultima sua personale qui a Piacenza. In questo ciclo l'artista proponeva la fuga dalla realtà, dalle sue contraddizioni e dalle incomprensioni di un mondo sempre più complesso e indecifrabile per cercare rifugio e protezione in paesaggi e visioni artificiali e/o virtuali, in mondi costruiti a forza per ritagliarsi un angolo di pace e serenità. Da allora, ed è passato solo un anno, l'artista bresciano ha sviluppato altri due cicli che vedremo dunque in esposizione: “Shock elettrici” e “Proiezioni mentali”.
Nel primo Fabio Capitanio si serve di vere e proprie esplosioni cromatiche, di deflagrazioni materiche intense e ribollenti che, come è facile intuire dal titolo, rimandano ai potenti assoli della chitarra elettrica. In quest'espressione l'artista esprime tutta la carica vitale di certi attimi e tutta l'energia creativa che deriva o può derivare da situazioni positive e gratificanti.
Nel secondo, invece, l'artista sembra aver raggiunto uno stato di calma e/o di accettazione della realtà per cui le immagini fluiscono libere e spontanee, senza forzature seguendo in modo del tutto naturale le loro strade e i loro percorsi.
Ecco spiegato, dunque, anche il titolo della mostra “Passaggi di tempo”, la quale diventa così una vera e propria riflessione sul tempo in senso autobiografico e universale. Il tempo che scorre lento e inesorabile, che pone in continuazione quesiti e interrogativi, che tutto ingloba e tutto divora, che cambia cose, vite e destini, umori, pensieri e stati d'animo senza chiedere permessi e autorizzazioni. Il tempo, signore assoluto del mondo e degli uomini.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d'arte Luciano Carini, terminerà il 15 ottobre.
Ritorna dunque a Piacenza Fabio Capitanio e vi ritorna per la terza volta consecutiva dopo le belle e indimenticabili mostre precedenti. Una mostra, questa, che è particolarmente attesa da appassionati e collezionisti per poter ammirare e verificare le ultime “ricerche” e gli ultimi risultati di questo inquieto artista bresciano che non finisce mai di stupire. Perchè per Fabio Capitanio l'arte è veramente ragione di vita, bisogno impellente di comunicare voci, emozioni e sentimenti per farsi denuncia umana ed esistenziale. E questo suo modo di procedere, questa sua costanza nella sperimentazione e nella ricerca portata avanti con tanta dedizione e sacrificio, ha iniziato a dare i suoi risultati al punto di essere chiamato ad esporre all'ultima Triennale di Roma ed essere selezionato per la cinquantaseiesima Biennale Internazionale d'arte di Venezia (partecipazione poi sfumata all'ultimo momento per l'incomprensibile ritiro del Padiglione). La sua espressione surreale percorsa dal gesto e dal colore, dal simbolo e da una appena accennata atmosfera onirica, possiede forza introspettiva e psicologica, diventa strumento capace di indagare l'animo umano, si fa intima e approfondita ricerca interiore, anelito al trascendente. Espressione che procede sempre per cicli e che trae origine ed ispirazione dalla vita fino a farsi impietosa fotografia dei nostri giorni, delle ansie e delle solitudini sempre più diffuse e dilaganti nell'odierna società. Tra i vari cicli o tematiche affrontati fin qui da Fabio Capitanio citiamo “Strane visioni”, gli “Ariosi” e poi “Realtà virtuali” che era il contenuto dell'ultima sua personale qui a Piacenza. In questo ciclo l'artista proponeva la fuga dalla realtà, dalle sue contraddizioni e dalle incomprensioni di un mondo sempre più complesso e indecifrabile per cercare rifugio e protezione in paesaggi e visioni artificiali e/o virtuali, in mondi costruiti a forza per ritagliarsi un angolo di pace e serenità. Da allora, ed è passato solo un anno, l'artista bresciano ha sviluppato altri due cicli che vedremo dunque in esposizione: “Shock elettrici” e “Proiezioni mentali”.
Nel primo Fabio Capitanio si serve di vere e proprie esplosioni cromatiche, di deflagrazioni materiche intense e ribollenti che, come è facile intuire dal titolo, rimandano ai potenti assoli della chitarra elettrica. In quest'espressione l'artista esprime tutta la carica vitale di certi attimi e tutta l'energia creativa che deriva o può derivare da situazioni positive e gratificanti.
Nel secondo, invece, l'artista sembra aver raggiunto uno stato di calma e/o di accettazione della realtà per cui le immagini fluiscono libere e spontanee, senza forzature seguendo in modo del tutto naturale le loro strade e i loro percorsi.
Ecco spiegato, dunque, anche il titolo della mostra “Passaggi di tempo”, la quale diventa così una vera e propria riflessione sul tempo in senso autobiografico e universale. Il tempo che scorre lento e inesorabile, che pone in continuazione quesiti e interrogativi, che tutto ingloba e tutto divora, che cambia cose, vite e destini, umori, pensieri e stati d'animo senza chiedere permessi e autorizzazioni. Il tempo, signore assoluto del mondo e degli uomini.
La rassegna, che sarà introdotta dal critico d'arte Luciano Carini, terminerà il 15 ottobre.
Luoghi
0523716846
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