Ettore Consolazione. Punto Linea Punto
Lo scultore romano Ettore Consolazione presenta, al Triangolo Nero, una scelta di opere recenti, in carta e in legno, che in piccolo ci permette di conoscere e analizzare le strutture formali del suo lavoro molto del quale è stato poi utilizzato in opere monumentali. Tra quelle realizzate in questi ultimi anni ricordiamo la gigantesca installazione nell'importante e recente Simposio Internazionale di scultura tenutosi nel Parco del Castello di Racconigi.
Il campo preminente di indagine dell'artista è da ascriversi allo studio delle problematiche relative al rapporto che intercorre fra pittura scultura e ambiente; in queste ricerche che Consolazione conduce con rigore e insospettata leggerezza inventiva non sono estranei gli studi di scenografia e architettura compiuti a Roma come anche quelli gi grafica ad Urbino.
Nella definizione e realizzazione delle forme plastiche che connotano il suo lavoro una attenzione altissima viene portata da sempre all'utilizzo dei materiali: la tela espansa e le cuciture, soprattutto negli anni '80, la terracotta, il cemento ossidato, il piombo il ferro e l'acciaio corten e ancora le fusioni in bronzo per arrivare infine al legno e alla carta.
L'energia creatrice e la facilità realizzativa e manuale emergono dalle opere in mostra come anche la capacità progettuale il rigore e la pulizia formale che, da sempre, sono i requisiti necessari per catturare il senso dello spazio in un giocoso dinamismo di geometriche architetture contrappuntate da colori e tinte di raffinata fattura. Le teche e le piccole 'scatole-teatrini' (che costituiscono l'ossatura della mostra alessandrina) confermano in pieno quello che scrisse Bruno Aller, in forma di appunti, in occasione di una mostra a Roma: "E' una ricerca immaginifica, è un registro che vive alchemicamente tra una realtà costruttiva, ponderata in un impianto 'scenico metafisico', un mondo rigoroso e poetico, pervaso da un lirismo contagiante, che ha ancora la forza di emozionarci... nonostante tutto".
Il campo preminente di indagine dell'artista è da ascriversi allo studio delle problematiche relative al rapporto che intercorre fra pittura scultura e ambiente; in queste ricerche che Consolazione conduce con rigore e insospettata leggerezza inventiva non sono estranei gli studi di scenografia e architettura compiuti a Roma come anche quelli gi grafica ad Urbino.
Nella definizione e realizzazione delle forme plastiche che connotano il suo lavoro una attenzione altissima viene portata da sempre all'utilizzo dei materiali: la tela espansa e le cuciture, soprattutto negli anni '80, la terracotta, il cemento ossidato, il piombo il ferro e l'acciaio corten e ancora le fusioni in bronzo per arrivare infine al legno e alla carta.
L'energia creatrice e la facilità realizzativa e manuale emergono dalle opere in mostra come anche la capacità progettuale il rigore e la pulizia formale che, da sempre, sono i requisiti necessari per catturare il senso dello spazio in un giocoso dinamismo di geometriche architetture contrappuntate da colori e tinte di raffinata fattura. Le teche e le piccole 'scatole-teatrini' (che costituiscono l'ossatura della mostra alessandrina) confermano in pieno quello che scrisse Bruno Aller, in forma di appunti, in occasione di una mostra a Roma: "E' una ricerca immaginifica, è un registro che vive alchemicamente tra una realtà costruttiva, ponderata in un impianto 'scenico metafisico', un mondo rigoroso e poetico, pervaso da un lirismo contagiante, che ha ancora la forza di emozionarci... nonostante tutto".
Luoghi
0131 254536 349 5879417
orario: dalle 17,30 alle 19,30 ingresso libero