Enzo Lionello Natilli “Il colore nel cassetto”
A cura di: Testo di Claudia Terenzi
“In antico inglese esistono due parole diverse per indicare il colore nero: swort e blak (black, blaec). Il primo, che si può accostare al tedesco moderno schwarz, designa il nero opaco, smorto, inquietante; il secondo, al contrario, si riferisce a un nero brillante, ricco, luminoso quasi. Etimologicamente, in effetti, questa antica parola, blak, appartiene alla grande famiglia di parole che, nel germanico comune, indicavano la luce e le sue qualità.” Così Michel Pastoureau ne I colori del nostro tempo (Ponte alle Grazie, 2010).
Impossibile per Natilli resistere alla tentazione di verificare la possibilità di realizzare opere rigorosamente blak ma non per questo incapaci di comunicare nell’osservatore un sentimento quanto più possibile vicino alla gioia.
Così, come sottolineato dal titolo della mostra, per una volta il colore è relegato in un cassetto, insieme metaforico e reale. Quello reale custodisce una serie di particolari di piccolissimo formato da opere precedenti: una riflessione quasi privata che trova in tale collocazione la necessaria riservatezza.
Sulle pareti della galleria restano ventidue acquerelli in bianco e nero, realizzati tra il 2011 e 2014, il nucleo centrale della mostra; che si avvale della presentazione di Claudia Terenzi.
Monocromi dove è proprio la luce al centro del lavoro: luce cercata attraverso i contrasti di chiaro e scuro o, in particolare nelle opere tridimensionali (ma non solo in quelle), analizzata nella tradizionale funzione formale. La rappresentazione dello spazio attraverso la luce sottolinea, contraddice, stabilisce un rapporto dialettico con lo spazio reale e, non certo casualmente, la presenza del rilievo, l’emersione volumetrica degli elementi dal piano pittorico aprono a “teatrini” dove è, forse, possibile leggere la sottile linea di confine tra realtà e finzione.
Impossibile per Natilli resistere alla tentazione di verificare la possibilità di realizzare opere rigorosamente blak ma non per questo incapaci di comunicare nell’osservatore un sentimento quanto più possibile vicino alla gioia.
Così, come sottolineato dal titolo della mostra, per una volta il colore è relegato in un cassetto, insieme metaforico e reale. Quello reale custodisce una serie di particolari di piccolissimo formato da opere precedenti: una riflessione quasi privata che trova in tale collocazione la necessaria riservatezza.
Sulle pareti della galleria restano ventidue acquerelli in bianco e nero, realizzati tra il 2011 e 2014, il nucleo centrale della mostra; che si avvale della presentazione di Claudia Terenzi.
Monocromi dove è proprio la luce al centro del lavoro: luce cercata attraverso i contrasti di chiaro e scuro o, in particolare nelle opere tridimensionali (ma non solo in quelle), analizzata nella tradizionale funzione formale. La rappresentazione dello spazio attraverso la luce sottolinea, contraddice, stabilisce un rapporto dialettico con lo spazio reale e, non certo casualmente, la presenza del rilievo, l’emersione volumetrica degli elementi dal piano pittorico aprono a “teatrini” dove è, forse, possibile leggere la sottile linea di confine tra realtà e finzione.
Luoghi
06 7002404
orari mercoledì/sabato 16/20 altri giorni su appuntamento