Enrico Della Torre "Ricercare-Svelare"
A cura di: Stefano Cortina

Grazie alle avanguardie novecentesche che hanno scardinato le precedenti convenzioni pittoriche e legittimato l’autogoverno del pennello d’ogni artista, Della Torre si ritrova per le mani la facoltà di creare un universo tutto suo, non limitato, però, da un’astrazione spuria d’ogni forma di naturalismo. Spesso figure vagamente riconoscibili, o direttamente rievocate dal titolo, appaiono amalgamate agli schemi rigorosi delle sue tele, creando una dualità ossimorica rispetto a ciò che i suoi coevi pensavano del figurativo in contrasto con l’astrattismo.
Nella logica del geometrismo Della Torre trova spazio per l’incertezza segnica, che rende vibranti forme usualmente immote; le figure, controllate, non debordano ma sfumano timidamente nei contorni, trattenendo l’impulso di espandersi oltre i propri confini.
D’altro canto, finemente incorporate alle marcate silhouette, vi sono, quasi nascosti, richiami al mondo naturale, ispirazioni ed intuizioni carpite dalle cose più semplici, come quelle avute sostando sulle sponde dell’Adda. Nel riflesso contorto delle acque del fiume le forme si scompongono semplificando i tratti delle cose, decostruendo la complessità della natura, estraendo la realtà ai minimi termini formali.
L’impellenza emotiva di strabordare e di evocare il riconoscibile è meno evidente nelle ultime opere dove un rigore silente diviene l’ultimo degli strati evolutivi di un grande pittore. Della Torre sposa micro cosmi e macro cosmi ritraendoli assieme in una logica armonia di contrasti.
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