Ennio Alfani. Ritratto con guanti
A cura di: Antonio Capaccio e Claudia Rozio
Da venerdì 24 ottobre 2014, fino a sabato 28 marzo 2015, la Vetrina di BRECCE presenta l'opera di Ennio Alfani dal titolo 'Ritratto con guanti'. Si tratta di un lavoro inedito, del 2013, ideato proprio per questa particolare occasione.
“Questo 'olio, acrilico e matita su alluminio, tela e guanti'' è un lavoro crudo e simbolico. La povera figura dipinta da Alfani certo non appartiene ai fortunati in terra. C'è poco di seducente in questo volto spoglio che sembra lo specchio di un quotidiano senza storia e senza riscatto. Ma avvertiamo che il pittore, mentre graffiava la materia opaca e correggeva in terra bruciata ogni opulenza, cercava qualcosa che appena riconosciamo e a cui possiamo dare nome. Che, per il solo fatto di essere l'oggetto di un ritratto, fosse anche un tiranno o un criminale, un Giuda o un pazzo, nessuno sfugge - se il pittore è bravo - al rischio di ritrovarsi impigliato in un velo di umanità, di pietas e dunque di bellezza. La verità che s'incarna in questa nuda apparenza animale è allora un'altra. Ci confonde e apre un varco verso una imprevista realtà. Come i miseri guanti vuoti appesi sotto l'effige, che non sembrano così diversi da quelli che impugnavano, con eleganza e vigore, i gentiluomini di Tiziano o Frans Hals. Sono vuoti e cadenti, ma sono mirabili e suadenti. Sono il nostro niente.” (Antonio Capaccio)
“Questo 'olio, acrilico e matita su alluminio, tela e guanti'' è un lavoro crudo e simbolico. La povera figura dipinta da Alfani certo non appartiene ai fortunati in terra. C'è poco di seducente in questo volto spoglio che sembra lo specchio di un quotidiano senza storia e senza riscatto. Ma avvertiamo che il pittore, mentre graffiava la materia opaca e correggeva in terra bruciata ogni opulenza, cercava qualcosa che appena riconosciamo e a cui possiamo dare nome. Che, per il solo fatto di essere l'oggetto di un ritratto, fosse anche un tiranno o un criminale, un Giuda o un pazzo, nessuno sfugge - se il pittore è bravo - al rischio di ritrovarsi impigliato in un velo di umanità, di pietas e dunque di bellezza. La verità che s'incarna in questa nuda apparenza animale è allora un'altra. Ci confonde e apre un varco verso una imprevista realtà. Come i miseri guanti vuoti appesi sotto l'effige, che non sembrano così diversi da quelli che impugnavano, con eleganza e vigore, i gentiluomini di Tiziano o Frans Hals. Sono vuoti e cadenti, ma sono mirabili e suadenti. Sono il nostro niente.” (Antonio Capaccio)
Luoghi
338 7113975
sempre visibile - ingresso libero