End in nation

Ed è così che questa geografia indefinita, priva di barriere e valichi, si lascia tentare, indugiando in antitesi di equilibri installativi, concedendosi a una “base” di artisti la cui struttura di partenza riunita si ibriderà durante il viaggio in nuove formazioni, riconducendo in progres, ad ogni “scalo” altri partecipanti “in creazione” . Arrivi / Partenze / Ritorni.
L’avvicendarsi di architetture installative dove l’agire artistico si muove in rapide e imprecise armonie, conduce il visitatore in avamposti fisici e mentali dove l’appartenenza alla bellezza è utopia, mentre la meraviglia caotica è genesi di infinite patrie.
La volontà di “End in Nation” si rivela attraverso sé stessa, sottoponendo allo sguardo la parte più intima del processo creativo, disvelando ciò che rimane della sua memoria.La fisicità delle opere proposte è quasi occultata, riconsegnata mentalmente alla stessa energia che le ha generate . Dall’incompiutezza di questa zona fatta ad arte il linguaggio estetico dell’opera esce tremolante, sospeso, dematerializzato e frantumato in splendida rovina. Per contro, è la visione tecnologica che ricuce, ricostruisce in immagine ciò che l’opera è stata….End in Nation, terra priva di dogmi, il cui affacciarsi non necessita approvazione o comprensione se non nella partecipazione al processo che dà diritto a ogni elemento di far parte del tutto, nel perenne flusso di distruzione e rinascita. Luogo dove tutto è ancora in mutazione e dove le metamorfosi sospese tra mondi non altrimenti invasi possano mescere linguaggi significanti oltrepassando con la percezione l’artificio della sopravvivenza dell’opera fisica. Lorella Giudici
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