Elisa Leonini. Landtrack
A cura di: Alberto Zanchetta
Villa Contemporanea è lieta di presentare “Landtrack”, personale di Elisa Leonini (Ferrara, 1980) selezionata dalla galleria nel contesto del IV Premio Ora.
La ricerca di Leonini consiste nell’indagare una dimensione impercettibile del reale, cercando di mettere in luce nuove percezioni possibili e di rendere visibili aspetti sfuggenti della realtà.
“Landtrack” è un’indagine delle immagini del suono: partendo da ingrandimenti al microscopio di frammenti di dischi in vinile e bachelite, l’artista elabora una serie di immagini che mutano in forme astratte; le tracce audio si trasformano in terreni e territori nascosti.
Nella ricerca parallela tra suono e visione, dove al dilatarsi delle immagini corrisponde quello del tempo del frammento sonoro, il suono, rallentato e modificato, ritorna a nuova vita come soundtrack di terre sconosciute. All’immagine fotografica della traccia sonora, l’artista affianca il suono udibile attraverso cuffie. Ad ogni immagine corrisponde un suono, alla vista si contrappone l’udito: le opere qui esposte invitano lo spettatore a un esercizio di concentrazione (oltre che di contemplazione) nient’affatto scontato, tanto meno immediato.
In mostra sarà presente anche l’opera “1:10.000” di Michele Spanghero, artista invitato da Leonini, in un dialogo di suoni e forme. All’interno di una piccola tanica metallica sigillata ermeticamente l’artista riproduce e comprime la registrazione della risonanza di un’enorme cisterna petrolifera vuota affinché contenga acusticamente uno spazio 10.000 volte più grande di essa.
La ricerca di Elisa Leonini, così come quella di Michele Spanghero, si districa tra gli inganni che intercorrono tra il nervo ottico e il condotto auricolare. Se Leonini rimodella il suono affinché aderisca a una dimensione spaziale e temporale del tutto nuova, Spanghero dà forma e sostanza a una “risonanza” concettuale. Entrambi gli artisti distorcono infatti le proporzioni, quindi anche le nostre percezioni, obbligandoci a passare dall’esistente all’immanente.
Mostra e testo critico a cura di Alberto Zanchetta.
Questa mostra non sarebbe stata possibile senza la preziosa collaborazione dell’Università di Ferrara che ha realizzato gli ingrandimenti in laboratorio; un sentito ringraziamento va al Professore Silvano Capitani, Direttore del Dipartimento di Microscopia Elettronica e alla Dottoressa Daniela Palmeri. L’opera di Michele Spanghero è stata gentilmente concessa dalla Galerie Mario Mazzoli di Berlino.
La ricerca di Leonini consiste nell’indagare una dimensione impercettibile del reale, cercando di mettere in luce nuove percezioni possibili e di rendere visibili aspetti sfuggenti della realtà.
“Landtrack” è un’indagine delle immagini del suono: partendo da ingrandimenti al microscopio di frammenti di dischi in vinile e bachelite, l’artista elabora una serie di immagini che mutano in forme astratte; le tracce audio si trasformano in terreni e territori nascosti.
Nella ricerca parallela tra suono e visione, dove al dilatarsi delle immagini corrisponde quello del tempo del frammento sonoro, il suono, rallentato e modificato, ritorna a nuova vita come soundtrack di terre sconosciute. All’immagine fotografica della traccia sonora, l’artista affianca il suono udibile attraverso cuffie. Ad ogni immagine corrisponde un suono, alla vista si contrappone l’udito: le opere qui esposte invitano lo spettatore a un esercizio di concentrazione (oltre che di contemplazione) nient’affatto scontato, tanto meno immediato.
In mostra sarà presente anche l’opera “1:10.000” di Michele Spanghero, artista invitato da Leonini, in un dialogo di suoni e forme. All’interno di una piccola tanica metallica sigillata ermeticamente l’artista riproduce e comprime la registrazione della risonanza di un’enorme cisterna petrolifera vuota affinché contenga acusticamente uno spazio 10.000 volte più grande di essa.
La ricerca di Elisa Leonini, così come quella di Michele Spanghero, si districa tra gli inganni che intercorrono tra il nervo ottico e il condotto auricolare. Se Leonini rimodella il suono affinché aderisca a una dimensione spaziale e temporale del tutto nuova, Spanghero dà forma e sostanza a una “risonanza” concettuale. Entrambi gli artisti distorcono infatti le proporzioni, quindi anche le nostre percezioni, obbligandoci a passare dall’esistente all’immanente.
Mostra e testo critico a cura di Alberto Zanchetta.
Questa mostra non sarebbe stata possibile senza la preziosa collaborazione dell’Università di Ferrara che ha realizzato gli ingrandimenti in laboratorio; un sentito ringraziamento va al Professore Silvano Capitani, Direttore del Dipartimento di Microscopia Elettronica e alla Dottoressa Daniela Palmeri. L’opera di Michele Spanghero è stata gentilmente concessa dalla Galerie Mario Mazzoli di Berlino.
Luoghi
www.villacontemporanea.it 39 039 384963
orario: Da martedì a sabato dalle ore 15 alle 19