Elisa Bertaglia. Brutal Imagination
A cura di: Testo di Stefano Suozzi
“[…] In Brutal Imagination, prima personale dell’artista alla Galleria Weber & Weber, Elisa Bertaglia sta muovendo verso un nuovo sviluppo della sua ricerca, visibile secondo due prospettive complementari.
Innanzitutto da un punto di vista materiale: a un ritorno deciso del colore si accompagnano le nuove sperimentazioni con l’incisione e con la scultura, che favoriscono l’intersecarsi anti-prospettico dei piani della rappresentazione. In secondo luogo, nella rappresentazione di Bertaglia compare per la prima volta una scansione più narrativa, senza ancora delineare una vera dimensione temporale. Anziché restituire una durata, la narrazione si dà per istanti discreti, tuttavia ancora resistenti a una eventuale organizzazione in successione. I bambini si mostrano infatti in stati e momenti diversi, non più nella sola situazione sinora tipica dell’imminenza del “tuffo”, dell’attesa del passaggio.
Ed è su questa riorganizzazione formale che emerge il lato crudele (finora meno marcato, sebbene ancora tutt’altro che evidente) del lavoro: ad uno sguardo più attento i cani si mostrano affamati e le piante si rivelano come carnivore.
E il mondo in cui fluttuano le bambine di Elisa Bertaglia, in attesa che il corso del tempo riprenda a scorrere, non consente più di essere considerato come un possibile rifugio sicuro, in cui si vorrebbe restare anziché affrontare il futuro imminente; è invece un mondo che sembra sempre più simile a quello della nostra quotidianità e che, anche da adulti, non abbiamo ancora gli strumenti per affrontare e addomesticare.”
Stefano Suozzi
Innanzitutto da un punto di vista materiale: a un ritorno deciso del colore si accompagnano le nuove sperimentazioni con l’incisione e con la scultura, che favoriscono l’intersecarsi anti-prospettico dei piani della rappresentazione. In secondo luogo, nella rappresentazione di Bertaglia compare per la prima volta una scansione più narrativa, senza ancora delineare una vera dimensione temporale. Anziché restituire una durata, la narrazione si dà per istanti discreti, tuttavia ancora resistenti a una eventuale organizzazione in successione. I bambini si mostrano infatti in stati e momenti diversi, non più nella sola situazione sinora tipica dell’imminenza del “tuffo”, dell’attesa del passaggio.
Ed è su questa riorganizzazione formale che emerge il lato crudele (finora meno marcato, sebbene ancora tutt’altro che evidente) del lavoro: ad uno sguardo più attento i cani si mostrano affamati e le piante si rivelano come carnivore.
E il mondo in cui fluttuano le bambine di Elisa Bertaglia, in attesa che il corso del tempo riprenda a scorrere, non consente più di essere considerato come un possibile rifugio sicuro, in cui si vorrebbe restare anziché affrontare il futuro imminente; è invece un mondo che sembra sempre più simile a quello della nostra quotidianità e che, anche da adulti, non abbiamo ancora gli strumenti per affrontare e addomesticare.”
Stefano Suozzi
Luoghi
www.galleriaweber.it 011 19500694
orario: mar-sab 15.30-19.30 ingresso libero