Duane Zaloudek. Early Works
“I dipinti di Zaloudek sono diventati sempre più visivamente sfuggenti. Il suo lavoro è un distillato di fenomeni sensoriali per i quali non ho vocaboli”
Jack Eyerly, 1971
Nel 2015 l'artista americano Duane Zaloudek, (Texahoma, 1931, vive e lavora a New York) ha iniziato una serie di collaborazioni con Monitor, curate da Paola Capata e Brett Littman, Direttore Esecutivo del Drawing Center di New York. La mostra di debutto si è tenuta a gennaio 2015 a Monitor Studio, New York, dove sono stati presentati cinque dipinti prodotti tra il 1966 e il 1967 e due rari oli su carta del 1963.
Questa mostra personale dell'artista a Monitor, Roma sarà focalizzata sui dipinti realizzati da Zaloudek tra gli ultimi anni '50 e i primi '70, di cui fanno parte le serie Trask (1961-1964) e Milarepa (1965-67) e le prime tele bianco su bianco (1968-71). La mostra di Roma sarà accompagnata da un catalogo che contiene un'intervista tra Littman e l'artista.
I lavori di Zaloudek esplorano gli aspetti fenomenologici della visione attraverso l'indagine di forma, luce e colore. Zaloudek descrive così il suo processo lavorativo: “Ero interessato alle idee relative all'inibizione sensoriale e alle implicazioni che queste idee portano con sé, in relazione alla tecnica pittorica e al rapporto osservatore – oggetto. Da questo interesse si è sviluppato un gruppo di lavori in cui il dipinto si presenta come un' esperienza esclusivamente fisica e visiva, in linea con gli studi sulle possibilità delle azioni visive con un contrasto estremamente basso. L'obiettivo era allontanarsi dalla risoluzione di problemi formali e investigare più profondamente sulla consapevolezza della fisicità della visione. Riducendo progressivamente il valore e il contrasto di colore il mio obiettivo è diventato quello di intensificare la coscienza di essere dalla parte dell'osservatore, attraverso un intenso incontro con stimoli accuratamente ridotti”.
I lavori giovanili più conosciuti di Zaloudek della serie Milarepa furono realizzati tra il 1965 e il 1967 e prendono il nome dall'omonimo santo tibetano. Le opere che compongono questa serie sono infuse di un contenuto erotico indiretto e sono caratterizzate da forme circolari fluide e centrate in campi monocromi. Arthur Douglas Hall Kent, affermò nel 1966 in un articolo apparso su Artforum, "Nella sua tematica palesemente austera, Zaloudek mette in luce una delicatezza nell'affermazione e nella minimizzazione; egli raggiunge ciò in buona parte grazie alla giustapposizione tra forme primarie e piani aggiuntivi e attraverso le limitazioni fisiche della tela. La precisione con la quale Zaloudek gestisce il suo medium e il suo vocabolario di forma, spazio e colore scrupolosamente limitato, equilibrato da una sintassi rigorosa, lasciano a queste pitture della serie Milarepa una qualità inquietantemente drammatica."
Queste opere sono stati esposte negli anni '60 in diverse mostre negli Stati Uniti, inclusa la Whitney Annual del 1969. Da allora questa serie di lavori non è più stata esposta in altre occasioni.
Jack Eyerly, 1971
Nel 2015 l'artista americano Duane Zaloudek, (Texahoma, 1931, vive e lavora a New York) ha iniziato una serie di collaborazioni con Monitor, curate da Paola Capata e Brett Littman, Direttore Esecutivo del Drawing Center di New York. La mostra di debutto si è tenuta a gennaio 2015 a Monitor Studio, New York, dove sono stati presentati cinque dipinti prodotti tra il 1966 e il 1967 e due rari oli su carta del 1963.
Questa mostra personale dell'artista a Monitor, Roma sarà focalizzata sui dipinti realizzati da Zaloudek tra gli ultimi anni '50 e i primi '70, di cui fanno parte le serie Trask (1961-1964) e Milarepa (1965-67) e le prime tele bianco su bianco (1968-71). La mostra di Roma sarà accompagnata da un catalogo che contiene un'intervista tra Littman e l'artista.
I lavori di Zaloudek esplorano gli aspetti fenomenologici della visione attraverso l'indagine di forma, luce e colore. Zaloudek descrive così il suo processo lavorativo: “Ero interessato alle idee relative all'inibizione sensoriale e alle implicazioni che queste idee portano con sé, in relazione alla tecnica pittorica e al rapporto osservatore – oggetto. Da questo interesse si è sviluppato un gruppo di lavori in cui il dipinto si presenta come un' esperienza esclusivamente fisica e visiva, in linea con gli studi sulle possibilità delle azioni visive con un contrasto estremamente basso. L'obiettivo era allontanarsi dalla risoluzione di problemi formali e investigare più profondamente sulla consapevolezza della fisicità della visione. Riducendo progressivamente il valore e il contrasto di colore il mio obiettivo è diventato quello di intensificare la coscienza di essere dalla parte dell'osservatore, attraverso un intenso incontro con stimoli accuratamente ridotti”.
I lavori giovanili più conosciuti di Zaloudek della serie Milarepa furono realizzati tra il 1965 e il 1967 e prendono il nome dall'omonimo santo tibetano. Le opere che compongono questa serie sono infuse di un contenuto erotico indiretto e sono caratterizzate da forme circolari fluide e centrate in campi monocromi. Arthur Douglas Hall Kent, affermò nel 1966 in un articolo apparso su Artforum, "Nella sua tematica palesemente austera, Zaloudek mette in luce una delicatezza nell'affermazione e nella minimizzazione; egli raggiunge ciò in buona parte grazie alla giustapposizione tra forme primarie e piani aggiuntivi e attraverso le limitazioni fisiche della tela. La precisione con la quale Zaloudek gestisce il suo medium e il suo vocabolario di forma, spazio e colore scrupolosamente limitato, equilibrato da una sintassi rigorosa, lasciano a queste pitture della serie Milarepa una qualità inquietantemente drammatica."
Queste opere sono stati esposte negli anni '60 in diverse mostre negli Stati Uniti, inclusa la Whitney Annual del 1969. Da allora questa serie di lavori non è più stata esposta in altre occasioni.
Luoghi
www.monitoronline.org 06 39378024 06 39378024
orario: mar-sab 13-19