Dominik Lang. Naked figures, dressed figurines
The Gallery Apart è orgogliosa di presentare la seconda personale in galleria di Dominik Lang, artista che ormai due anni e mezzo fa inaugurò gli attuali spazi dell’Ostiense con un’opera monumentale che mirabilmente introdusse ed esaltò l’architettura e le geometrie interne della galleria, grazie ad un linguaggio e ad una ricerca votate all’interpretazione dello spazio e del tempo attraverso lavori sempre fisicamente contestualizzati ed evocativi di esperienze e personalità artistiche del passato. Giunto allora a Roma sull’onda emozionale ancora forte e presente di The Sleeping City, la sua straordinaria rivisitazione del Padiglione ceco e slovacco alla 54a Biennale di Venezia, nel periodo intercorso tra le due mostre romane Lang ha collezionato una eccezionale sequenza di mostre in importanti istituzioni pubbliche e private in tutto il mondo, tra cui le personali presso la Galleria Nazionale di Praga, il MUMA di Melbourne, la Galleria Lago del Centro INHOTIM di Belo Horizonte, la galleria del Czech Center di New York, la Kunsthaus di Dresda.
Naked figures, dressed figurines, il titolo della mostra, già suggerisce un nuovo leggero ma significativo spostamento del baricentro dell’interesse dell’artista. La figura umana costituisce da sempre l’elemento attorno a cui Lang fa ruotare il contesto. Il rapporto tra uomo e spazio circostante, costruito o evocato attraverso modifiche architettoniche spiazzanti, e il rapporto tra uomo e tempo, attraverso il riferimento ideale e a volte persino fattuale alle opere di artisti suoi predecessori, trovano nuova linfa in un’indagine che questa volta irrompe nel rapporto tra uomo, nel senso di figura scolpita, e artista stesso. Il campo di indagine, così universale ma anche così intimo, spinge Lang a nuovamente considerare e ancora una volta utilizzare le sculture del padre Jirí Lang (1927–1996), con un approccio alla figura scolpita che sottolinea il tema principale della mostra, vale a dire la relazione tra modello e sua rappresentazione, tra scultura e spazio, tra il processo di creazione dell’opera e l’artista che la sta realizzando.
Dominik Lang esaurisce il tema ponendo le sculture in correlazione tra loro, lavorando sull’idea di copia e giocando con le rappresentazioni in scala, manipolando la figura umana mediante interventi di segmentazione e frammentazione, proponendo alla percezione dello spettatore nuove coordinate e inedite composizioni, presentando sculture corrispondenti a diverse fasi del processo di creazione. L’obiettivo dell’artista è di generare e mostrare un’intera gamma di figure che muovano dal modello vivo, reale da cui il processo creativo è iniziato fino all’ammasso informe e astratto di creta, passando per una serie di forme di figure scolpite che arrivino fino a ridiventare quasi la figura reale di partenza.
Naked figures, dressed figurines si propone dunque come un’esperienza estetica ma nel contempo anche di riappropriazione di una forte consapevolezza della figura umana, sia essa reale o scolpita, sia essa originale o copia, sia essa dell’artista o di suo padre. Lang spinge lo spettatore a non percepire le opere individualmente come una serie di figure statiche, ma come opere con cui entrare in relazione corporalmente in una sorta di circolazione movimentata delle figure nello spazio.
Naked figures, dressed figurines, il titolo della mostra, già suggerisce un nuovo leggero ma significativo spostamento del baricentro dell’interesse dell’artista. La figura umana costituisce da sempre l’elemento attorno a cui Lang fa ruotare il contesto. Il rapporto tra uomo e spazio circostante, costruito o evocato attraverso modifiche architettoniche spiazzanti, e il rapporto tra uomo e tempo, attraverso il riferimento ideale e a volte persino fattuale alle opere di artisti suoi predecessori, trovano nuova linfa in un’indagine che questa volta irrompe nel rapporto tra uomo, nel senso di figura scolpita, e artista stesso. Il campo di indagine, così universale ma anche così intimo, spinge Lang a nuovamente considerare e ancora una volta utilizzare le sculture del padre Jirí Lang (1927–1996), con un approccio alla figura scolpita che sottolinea il tema principale della mostra, vale a dire la relazione tra modello e sua rappresentazione, tra scultura e spazio, tra il processo di creazione dell’opera e l’artista che la sta realizzando.
Dominik Lang esaurisce il tema ponendo le sculture in correlazione tra loro, lavorando sull’idea di copia e giocando con le rappresentazioni in scala, manipolando la figura umana mediante interventi di segmentazione e frammentazione, proponendo alla percezione dello spettatore nuove coordinate e inedite composizioni, presentando sculture corrispondenti a diverse fasi del processo di creazione. L’obiettivo dell’artista è di generare e mostrare un’intera gamma di figure che muovano dal modello vivo, reale da cui il processo creativo è iniziato fino all’ammasso informe e astratto di creta, passando per una serie di forme di figure scolpite che arrivino fino a ridiventare quasi la figura reale di partenza.
Naked figures, dressed figurines si propone dunque come un’esperienza estetica ma nel contempo anche di riappropriazione di una forte consapevolezza della figura umana, sia essa reale o scolpita, sia essa originale o copia, sia essa dell’artista o di suo padre. Lang spinge lo spettatore a non percepire le opere individualmente come una serie di figure statiche, ma come opere con cui entrare in relazione corporalmente in una sorta di circolazione movimentata delle figure nello spazio.
Luoghi
www.thegalleryapart.it 6 68809863
orario: mar-sab 16-20 o su appuntamento