Dérèglement des passions
A cura di: Enzo De Leonibus e Pietro Montone
Città Sant’Angelo, Pescara, 3 marzo 2014 – Museo laboratorio - ex manifattura tabacchi è lieto di presentare dérèglement des passions, un percorso di video installazioni dedicato al rapporto tra arte e follia. Curata da Enzo De Leonibus e Pietro Montone, l’esposizione sarà visitabile dal 22 marzo al 25 aprile 2014. Inaugurerà sabato 22 marzo alle ore 19.
ARTISTI: MICHEL AUDER, TRISHA BAGA, CLAIRE FONTAINE, JOHN WOOD & PAUL HARRISON, CHRISTIAN JANKOWSKI, ANNEÈ OLOFSSON
La mostra presenta i video di sei artisti affermati a livello internazionale, molti dei quali già esposti recentemente in forma di video screening presso cantina montone / contemporary artistic expressions. Il progetto in questa occasione si amplia, arricchendosi di lavori e nomi nuovi, strutturandosi nel suo insieme all’interno del museo.
Il tema, richiamato dal titolo, indaga il delirio recuperandone l’accezione emotivo-passionale secondo l’interpretazione della psichiatria di Pinel ed Esquirol a cavallo tra Sette e Ottocento.
Secondo Remo Bodei la logica delle passioni possiede un lato cognitivo così come la logica della conoscenza un lato affettivo. Perciò la mente va vista come integrazione di questi due poli. In tal modo ritorna all’attenzione il rapporto delirio-passione sostanzialmente dimenticato nella psichiatria moderna. La follia è quindi il risultato di emozioni estreme ed è presieduta dall’incastro tra logica e affetti.
A essere riconsiderata è tutta quell'area dell'esperienza umana relegata nell'irrazionale. Passioni, fantasie, superstizioni, credenze o visioni deliranti confluiscono nell’espressione artistica.
Solo l’arte è in grado di servirsi dell’irrazionale per restituire conoscenza giacché non ha paura di attraversare l'abisso del caos e dell’illogico. Sa che è da quel mondo che nascono nuovi linguaggi. Gli artisti sono gli unici a intendere la condizione della vita come assenza di protezione, da cui l’uomo generalmente si difende, restando entro i limiti del recinto chiuso della ragione, costruito per eludere la paura della morte. Nelle personalità artistiche il talento trova la sua via d’espressione prima di sfociare in follia. Non è la pazzia a essere creativa di per sé, ma essa dischiude profondità da cui si dipartono strade nuove utili alla conoscenza. Le opere d’arte presenti in questa rassegna si configurano, dunque, come “capolavori deliranti”.
«Sono pazzi furiosi gli artisti che vegliano notti intere, sudando sette camicie per conquistare una fama del tutto inutile! Ma voi per primi, signori, dovreste ringraziare la Follia che vi rende la vita più facile, permettendovi di approfittare dell’insania altrui». (Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia)
I video presenti in mostra sono realizzati da artisti che rinnovano il linguaggio filmico usando materiale d'archivio e amatoriale come Michel Auder e Trisha Baga. Da altri, come Claire Fontaine, John Wood and Paul Harrison, Christian Jankowski e Anneè Olofsson, che invece danno voce a visioni allucinate svelando i meccanismi inconsci alla base del mondo e dei rapporti umani.
ARTISTI: MICHEL AUDER, TRISHA BAGA, CLAIRE FONTAINE, JOHN WOOD & PAUL HARRISON, CHRISTIAN JANKOWSKI, ANNEÈ OLOFSSON
La mostra presenta i video di sei artisti affermati a livello internazionale, molti dei quali già esposti recentemente in forma di video screening presso cantina montone / contemporary artistic expressions. Il progetto in questa occasione si amplia, arricchendosi di lavori e nomi nuovi, strutturandosi nel suo insieme all’interno del museo.
Il tema, richiamato dal titolo, indaga il delirio recuperandone l’accezione emotivo-passionale secondo l’interpretazione della psichiatria di Pinel ed Esquirol a cavallo tra Sette e Ottocento.
Secondo Remo Bodei la logica delle passioni possiede un lato cognitivo così come la logica della conoscenza un lato affettivo. Perciò la mente va vista come integrazione di questi due poli. In tal modo ritorna all’attenzione il rapporto delirio-passione sostanzialmente dimenticato nella psichiatria moderna. La follia è quindi il risultato di emozioni estreme ed è presieduta dall’incastro tra logica e affetti.
A essere riconsiderata è tutta quell'area dell'esperienza umana relegata nell'irrazionale. Passioni, fantasie, superstizioni, credenze o visioni deliranti confluiscono nell’espressione artistica.
Solo l’arte è in grado di servirsi dell’irrazionale per restituire conoscenza giacché non ha paura di attraversare l'abisso del caos e dell’illogico. Sa che è da quel mondo che nascono nuovi linguaggi. Gli artisti sono gli unici a intendere la condizione della vita come assenza di protezione, da cui l’uomo generalmente si difende, restando entro i limiti del recinto chiuso della ragione, costruito per eludere la paura della morte. Nelle personalità artistiche il talento trova la sua via d’espressione prima di sfociare in follia. Non è la pazzia a essere creativa di per sé, ma essa dischiude profondità da cui si dipartono strade nuove utili alla conoscenza. Le opere d’arte presenti in questa rassegna si configurano, dunque, come “capolavori deliranti”.
«Sono pazzi furiosi gli artisti che vegliano notti intere, sudando sette camicie per conquistare una fama del tutto inutile! Ma voi per primi, signori, dovreste ringraziare la Follia che vi rende la vita più facile, permettendovi di approfittare dell’insania altrui». (Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia)
I video presenti in mostra sono realizzati da artisti che rinnovano il linguaggio filmico usando materiale d'archivio e amatoriale come Michel Auder e Trisha Baga. Da altri, come Claire Fontaine, John Wood and Paul Harrison, Christian Jankowski e Anneè Olofsson, che invece danno voce a visioni allucinate svelando i meccanismi inconsci alla base del mondo e dei rapporti umani.
Luoghi
www.museolaboratorio.org 085 960555
orario invernale: dalle 17,30 alle 21,00 orario estivo: dalle 19,30 alle ore 23,30 - chiuso lunedì e martedì