David Lamelas “timeless works”
Il 25 marzo la Galleria Lia Rumma di Milano inaugura la mostra personale dell’artista argentino David Lamelas, unanimemente considerato dalla critica uno dei pionieri del Concettuale.
Condividendo le sollecitazioni radicali della generazione postminimalista – la messa in crisi e il successivo abbandono del modello tradizionale di scultura, innanzitutto, dei suoi materiali, delle sue procedure e del suo rapporto con l’osservatore – la pratica artistica di Lamelas, molteplice per forme e attitudini, si distingue sin dalla metà degli anni sessanta per l‘indagine condotta sulle nozioni di spazio e di tempo, nonché per la costanza e l’ironia con cui ha mostrato gli inganni della comunicazione e dei processi di trasmissione delle informazioni.
I tre lavori, intorno ai quali Lamelas ha costruito la sua seconda personale da Lia Rumma (la prima si tenne a Napoli nel 1972 quando la giovane gallerista aveva appena cominciato ad intrecciare la sua storia con i protagonisti dell’arte concettuale), ripropongono altrettanti momenti cruciali della sua rigorosa ricerca.
In quanto “timeless works”, parti di un progetto costantemente in corso (C. Martinez 2005), sono lavori presentati in una veste inedita che si relaziona specificamente alla galleria di Via Stilicone, mirando a decostruire l’autorità (innata e mai neutrale) dello spazio espositivo.
In Señalamiento de Tres Objetos (Signaling of Three Objects) venti lastre rettangolari di marmo bianco marcano il grande spazio d’ingresso. Al centro, un proiettore manda sulla parete di fondo l’ultimo dei suoi “reading film” Mon Amour, 2014, con cui Lamelas mette in discussione il nostro ruolo di spettatori/lettori. Non si possono che cogliere, infatti, le parole “Elle” e “Lui” e immergersi nell’assoluta astrazione del film.
Per Dos Espacios Modificados, realizzato per la prima volta nel 1967 in occasione della Biennale di Sao Paulo in Brasile, l’artista costruisce una struttura in alluminio che doppia quasi letteralmente la semantica dell’architettura e, nella sua concreta proiezione sulla terrazza, ridefinisce il rapporto tra contenitore e contenuto, tra interno ed esterno.
Concludono la mostra la proiezione di Time as Activity (Milan), 2014, ultima versione del film sperimentale la cui serie ha avuto inizio nel 1969 a Düsseldorf, e la presentazione di tre fotografie, frames paradigmatici del lavoro filmico. Scardinando l’idea del tempo come successione ordinata di eventi, Lamelas in Time as Activity – ce lo ha efficacemente spiegato Benjamin Buchloh – “isola le dimensioni della temporalità e dell’istante, impegnandosi nel difficile compito di rappresentare il tempo come pura durata, in una sospensione che non conosce né anteriorità né posteriorità”.
Condividendo le sollecitazioni radicali della generazione postminimalista – la messa in crisi e il successivo abbandono del modello tradizionale di scultura, innanzitutto, dei suoi materiali, delle sue procedure e del suo rapporto con l’osservatore – la pratica artistica di Lamelas, molteplice per forme e attitudini, si distingue sin dalla metà degli anni sessanta per l‘indagine condotta sulle nozioni di spazio e di tempo, nonché per la costanza e l’ironia con cui ha mostrato gli inganni della comunicazione e dei processi di trasmissione delle informazioni.
I tre lavori, intorno ai quali Lamelas ha costruito la sua seconda personale da Lia Rumma (la prima si tenne a Napoli nel 1972 quando la giovane gallerista aveva appena cominciato ad intrecciare la sua storia con i protagonisti dell’arte concettuale), ripropongono altrettanti momenti cruciali della sua rigorosa ricerca.
In quanto “timeless works”, parti di un progetto costantemente in corso (C. Martinez 2005), sono lavori presentati in una veste inedita che si relaziona specificamente alla galleria di Via Stilicone, mirando a decostruire l’autorità (innata e mai neutrale) dello spazio espositivo.
In Señalamiento de Tres Objetos (Signaling of Three Objects) venti lastre rettangolari di marmo bianco marcano il grande spazio d’ingresso. Al centro, un proiettore manda sulla parete di fondo l’ultimo dei suoi “reading film” Mon Amour, 2014, con cui Lamelas mette in discussione il nostro ruolo di spettatori/lettori. Non si possono che cogliere, infatti, le parole “Elle” e “Lui” e immergersi nell’assoluta astrazione del film.
Per Dos Espacios Modificados, realizzato per la prima volta nel 1967 in occasione della Biennale di Sao Paulo in Brasile, l’artista costruisce una struttura in alluminio che doppia quasi letteralmente la semantica dell’architettura e, nella sua concreta proiezione sulla terrazza, ridefinisce il rapporto tra contenitore e contenuto, tra interno ed esterno.
Concludono la mostra la proiezione di Time as Activity (Milan), 2014, ultima versione del film sperimentale la cui serie ha avuto inizio nel 1969 a Düsseldorf, e la presentazione di tre fotografie, frames paradigmatici del lavoro filmico. Scardinando l’idea del tempo come successione ordinata di eventi, Lamelas in Time as Activity – ce lo ha efficacemente spiegato Benjamin Buchloh – “isola le dimensioni della temporalità e dell’istante, impegnandosi nel difficile compito di rappresentare il tempo come pura durata, in una sospensione che non conosce né anteriorità né posteriorità”.
Luoghi
www.liarumma.it 02 29000101
Orari galleria: martedì-sabato 11.00-13.30 / 14.30-19.00