Cinzia Ruggeri. Cin Cin 1980-2015
Mobili, abiti e accessori che fondono moda, architettura e interior design interpretati da Cinzia Ruggeri in chiave surrealista: un brindisi con il bicchiere “Con la goccia”, una conversazione seduti su una “Colombra” che non è solo un divano, ma anche l’ombra di una colomba, o su “Pipì”, la seduta-cagnolino.
Sospesa tra moda, arte, design e architettura, Cinzia Ruggeri è un’artista nota in Italia e all’estero per gli abiti futuribili ispirati alle piramidi ziqqurat, per l’uso sperimentale di tecnologie integrate nei tessuti, per soluzioni cinetiche e performative e per gli oggetti parlanti che tentano di comunicare con pubblico e fruitori. “La moda mi ha permesso di esplorare i segreti di chi indossa un capo, i bisogni e i desideri, le manie, i disturbi personali. L'interesse nel mio lavoro non era creare di continuo e in modo bulimico, ma piuttosto affrontare e approfondire queste tematiche anche attraverso degli abiti "comportamentali”.
Nel catalogo del gruppo Alchimia, Kazuko Sato scrive nel 1985 che per Cinzia Ruggeri “un abito è uno spazio costruito intorno ad un corpo come un piccolo oggetto di architettura. Lo spazio funzionale e decorativo ha aspetti contradditori: è insieme temporaneo e di lunga durata. Indossare abiti significa creare un’immagine”.
Sono abiti basati sulla decostruzione, sui tagli diagonali, sull’asimmetria e sull’ironia verbale che riflettono un’estetica gioiosa ed eccentrica: la coppola con un cervello disegnato all’interno, il “Guanto schiaffo”, il “Guanto erba”, la “Collana sipario”, le “Mani fontana” e le “Mani luce”, la “Cravatta terremotata nera”, l’“Abito con i cani”, gli “Abiti ninfea”, senza dimenticare l’ “Abito con ricamo impazzito”. Questo e molto altro di inatteso, come il video “Per un vestire organico, metamorphosi”, rende un piccolo omaggio al linguaggio fertile di Cinzia Ruggeri.
Sospesa tra moda, arte, design e architettura, Cinzia Ruggeri è un’artista nota in Italia e all’estero per gli abiti futuribili ispirati alle piramidi ziqqurat, per l’uso sperimentale di tecnologie integrate nei tessuti, per soluzioni cinetiche e performative e per gli oggetti parlanti che tentano di comunicare con pubblico e fruitori. “La moda mi ha permesso di esplorare i segreti di chi indossa un capo, i bisogni e i desideri, le manie, i disturbi personali. L'interesse nel mio lavoro non era creare di continuo e in modo bulimico, ma piuttosto affrontare e approfondire queste tematiche anche attraverso degli abiti "comportamentali”.
Nel catalogo del gruppo Alchimia, Kazuko Sato scrive nel 1985 che per Cinzia Ruggeri “un abito è uno spazio costruito intorno ad un corpo come un piccolo oggetto di architettura. Lo spazio funzionale e decorativo ha aspetti contradditori: è insieme temporaneo e di lunga durata. Indossare abiti significa creare un’immagine”.
Sono abiti basati sulla decostruzione, sui tagli diagonali, sull’asimmetria e sull’ironia verbale che riflettono un’estetica gioiosa ed eccentrica: la coppola con un cervello disegnato all’interno, il “Guanto schiaffo”, il “Guanto erba”, la “Collana sipario”, le “Mani fontana” e le “Mani luce”, la “Cravatta terremotata nera”, l’“Abito con i cani”, gli “Abiti ninfea”, senza dimenticare l’ “Abito con ricamo impazzito”. Questo e molto altro di inatteso, come il video “Per un vestire organico, metamorphosi”, rende un piccolo omaggio al linguaggio fertile di Cinzia Ruggeri.
Luoghi
www.galleriacarlasozzani.org 02 653531 02 29004080
tutti i giorni 10.30-19.30, mer e gio ore 10.30-21 Ingresso libero